sabato 16 febbraio 2013

Volano stracci (pro Grillo) fra Berlusconi, Bersani, Monti. E il Paese reale crolla


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Meno otto, poi si aprono le urne e gli italiani vanno alla conta. Da una parte c’è l’Italia della politica con i suoi errori e le sue malefatte, dall’altra c’è l’Italia reale smarrita, divisa e inchiodata dentro una profonda crisi morale, ancor prima che economica. Monti, Berlusconi, Bersani si rimpallano le responsabilità del malgoverno della seconda Repubblica.
Il Prof (“Prima di me, Paese guidato da cialtroni), il Cav (“Italia mai stata a rischio”), il segretario Pd (“la destra ha prodotto una catastrofe etica”) cercano voti rastrellando ognuno il proprio barile ma, di fatto, portano acqua al mulino di Beppe Grillo, pronto all’incasso e a far saltare il banco.
Il debito pubblico italiano - dati Bankitalia - chiude il 2012 a 1.988,363 miliardi (sì, avete letto bene!), in crescita di 81,5 mld rispetto allo stesso dato di fine 2011? Chissenefrega! Ela cassa integrazione che esplode, mai così tanta negli ultimi trent’anni? Idem con patate!
Le ore di cig autorizzate a gennaio 2013 sono state quasi 89 milioni (88.869.000), con un incremento del 2,72% rispetto al dicembre 2012 e del 61,64% rispetto al gennaio 2012: il dato più pesante dal 1980! In forte aumento anche la richiesta di cassa integrazione straordinaria: a gennaio 2013 le aziende in cigs aumentano del … 98,44% rispetto a gennaio 2012 e del 25,46% rispetto al dicembre 2012, quasi tutte per crisi industriale.
E’ questa la fotografia fatta dalla Cgil nel suo Rapporto dell’Osservatorio cig, da cui emerge – aggiungendo la forte riduzione della produzione industriale del -6,7% (dati Istat) un Paese sul bordo del precipizio.
Come definire, se non fallimento totale, il governo (i governi) degli ultimi venti anni?Debito pubblico da capogiro, pil in caduta libera (-2,4%), disoccupati in crescita (+21,4% solo nel 2012), inflazione che risale (+3%), calo dei redditi e del potere d’acquisto dei ceti medi e bassi con costo della vita in continuo aumento: +4,3%. Meglio fermarsi qui.
Dice Elena Lattuada, segretario confederale della Cgil: “Ci troviamo di fronte a una vera emergenza. Il nostro sistema industriale è stato lasciato andare alla deriva: in questi anni non è stato fatto nessun intervento significativo, non c’è stata nessuna scelta strategica, quasi nessuna crisi aziendale è stata risolta positivamente. Le scelte governative hanno riguardato più gli effetti, il mercato del lavoro, che non le cause, un sistema industriale non più competitivo per qualità, prezzi, contenuti tecnologici. Come poco e niente è stato fatto per migliorare i fattori di competitività di tutto il sistema paese: energia, trasporti, semplificazioni burocratiche, alleggerimento fiscale, ricerca, sistema finanziario”. Taca banda! Al voto, al voto!

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