mercoledì 31 luglio 2013

La colla non perde mai. Consigli?

Il male vince perché i ‘buoni’ si sfiniscono. Il ‘male’ del mondo, la banalità che ottunde, la burocrazia idiota, il piombo delle cose che non migliorano mai, persino gli orrori, esistono perché la lotta è fra chi prova a migliorare le cose - pochi, e chi resiste al miglioramento – tutti gli altri. I secondi, poi, sono immensamente più resistenti dei primi. E’ come immaginare la lotta di una confezione di cotton fioc imbevuti di diluente che vorrebbero ripulire una petroliera colma di colla.
C’è gente che ci ha provato, chi per un mese, chi per due anni, chi per trent’anni… e parlategli. Salvo casi decisamente rarissimi, l’hanno sempre presa in quel posto dalla marea di colla. Porte in faccia come piovesse, milioni nulla di fatto, tutta fatica per nulla, tutte maree di colla imbattibili. Perché il ‘male’ fa così, fa muro di colla, pachidermico, inamovibile, è ostinato come una zecca immortale. Il ‘male’… cioè i potenti, i burocrati, la casta, ma soprattutto i milioni di piccoli attori del ‘male’, gli indifferenti, la massa, quelli che non hanno fatto mai nulla per il ‘bene’. I pochi che ci hanno provato, poveracci, si sono sfiniti, sono distrutti, sfiancati, desolati, scoraggiati, nauseati, annullati. La colla fa la colla, e vince. Sempre.
Io non vedo altro che ex combattenti del ‘bene’ che mollano. Non ci credono più, non ce la fanno più, Cristo, non cambia mai nulla! Poi c’è il maggior danno sommerso della colla, e cioè le schiere di cittadini che hanno provato ad emettere un vagito di reazione, qualche volta, ma anche questi l’hanno presa in quel posto, hanno cioè visto che i muri di colla non si spostano mai di mezzo millimetro, qualsiasi cosa si faccia. E allora si rinchiudono dentro l’apatia di casa e, peggio, spargono il verbo che “tanto è inutile, non si ottiene mai niente”, stroncando altri milioni di vagiti reattivi prima che vedano la luce. E la colla vince, vince, vince. Sempre.
Uno come Noam Chomsky dice che in termini storici le cose, invece, sono migliorate. Ma ignora che in proporzione ai mezzi tecnologici a nostra disposizione oggi, quel miglioramento non c’è in realtà. Il mondo dovrebbe stare mille volte meglio. Noi dovremmo stare mille volte meglio. Inoltre, nessuna legge naturale sancisce che se da 10 secoli le cose lentamente sono andate migliorando, questo significa che miglioreranno anche nei prossimi 10. Magari peggioreranno. Chi può dirlo? E comunque il lasso di tempo storico, s’intendono i secoli, ci interessa relativamente. Noi ci sfiniamo oggi, e molliamo oggi. Questo è il problema.
Quindi: se una confezione di cotton fioc vuole ripulire una marea di colla, bè, sarà meglio che trovi una chiave chimica assai più efficace del diluente. Qualcuno ha suggerimenti? Io no, sono alla frutta. Candita.

venerdì 19 luglio 2013

LE TASSE NON FINANZIANO LA SPESA PUBBLICA


L’IMU è uno degli argomenti principi dell’attuale campagna elettorale: chi la toglierebbe concentrando la tassazione su altri beni di consumo, chi modificherebbe la soglia minima di applicazione e poi ci sono coloro che punterebbero tutto su una patrimoniale.
Comunque tasse, tasse, tasse.
Gli attuali candidati premier o sono ignoranti o in malafede perché non ci hanno mai detto che le tasse non finanziano la spesa pubblica.
Lo afferma Ben Bernanke, Presidente della Banca Centrale USA, la Federal Reserve (FED), in diretta TV su CBS.
L’Italia dal 2002 finanzia la spesa pubblica, ospedali, scuole, attraverso la tassazione. Però la crisi economica ci fa consumare di meno e gli introiti fiscali derivanti dalla tassazione del consumo diminuiscono. Il governo è costretto ad aumentare le tasse e introdurne nuove, come l’imu. Questo aumento riduce la mia possibilità di spesa cosi negozi e aziende chiudono. In questa maniera, lo Stato sta adottando politiche pro-cicliche.
Le nazioni monetariamente sovrane non finanziano la spesa pubblica con le tasse. Ciò significa che, non finanziando ospedali e scuole con gli introiti fiscali, possono mantenere costante la qualità dei servizi pubblici essenziali offerti e contemporaneamente durante i periodi di crisi abbassare la tassazione per far ripartire i consumi che daranno lavoro a operai e imprenditori.

Scarica e diffondi http://memmt.info/site/wp-content/uploads/2012/11/nonna-ti-spiego-la-crisi-economica.pdf

Tratto da http://memmt.info/site/le-tasse-non-finanziano-la-spesa-pubblica/

mercoledì 17 luglio 2013

Tutti i privilegi della Camera _ I partiti votano per tenersi i soldi

 

L'ufficio di presidenza della Camera non ha fatto altro che approvare privilegi. 120 milioni circa di euro sono spesi per i vitalizi, 784 milioni per stipendi e pensioni parlamentari, 400 milioni per gli stipendi dei consiglieri. Poi 30 milioni di euro di affitti per gli immobili mentre gli uffici (10 stanze di proprietà della Camera) degli ex presidenti Bertinotti e Fini sono incredibilmente attivi. 9 milioni di euro di stampe di atti parlamentari, 110 milioni di assicurazioni per la vita, 4 milioni per l’acquisto di software. Vogliamo abbattere i diritti che si considerano acquisiti: i vitalizi sono una spesa enorme e vanno aboliti immediatamente. Se non si inizia subito, scarichiamo altri problemi e sprechi sulla generazione futura". Riccardo Fraccaro, Riccardo Nuti e Luigi Di Maio - M5S Camera

Oggi alla Camera dei deputati si è votata la mozione del M5S che chiedeva ai partiti di rinunciare a 91.354.339 euro tramite la sospensione della rata dei rimborsi elettorali. Il M5S, che ha già rinunciato a 42 milioni di euro, ha votato a favore, tutti i partiti compatti e senza eccezioni hanno votato contro per intascare i soldi, nonostante Letta neanche due mesi fa avesse affermato trionfante di aver eliminato il finanziamento pubblico ai partiti. In segno di protesta i deputati del M5S hanno lasciato banconote (finte) da 500 euro sui banchi del governo. I partiti nel mese di luglio incasseranno 91.354.339 euro di finanziamento pubblico.



Tratto da www.beppegrillo.it

mercoledì 10 luglio 2013

Al Presidente della Repubblica Italiana.....

"Al Presidente della Repubblica Italiana,
ho chiesto questo incontro, di cui la ringrazio per la sollecitudine, per esprimerle direttamente le mie preoccupazioni sulla situazione economica, sociale e politica del Paese convinto che misure urgenti e straordinarie, pari a quelle di un’economia di guerra, non possano più aspettare oltre, neppure un giorno.
L’Italia si avvia verso la catastrofe. Chi è oggi al governo del Paese è responsabile dello sfacelo, sono gli stessi che ne hanno distrutto l’economia. Questa classe politica non è in grado di risolvere alcun problema. E’ essa stessa il problema. Il Governo delle Larghe Intese, voluto fortemente da lei, tutela soltanto lo status quo e gli interessi di Berlusconi, che in qualunque altra democrazia occidentale non sarebbe ammesso ad alcuna carica pubblica, e tanto meno in Parlamento. La Nazione è una pentola a pressione che sta per saltare, mentre, ormai da mesi, il Governo Letta si balocca con il rinvio dell’IMU e la cancellazione di un punto dell’IVA senza trovare una soluzione. I numeri dello sfacelo sono sotto gli occhi di chiunque voglia vederli, e sono drammatici. Il tasso di disoccupazione più alto dal 1977, il crollo continuo della produzione industriale, che si attesterà a meno tre per cento nel 2013, la continua crescita del debito pubblico che è arrivato a 2.040 miliardi di euro, il fallimento delle imprese che chiudono con il ritmo di una al minuto, una delle tassazioni più alte d’Europa, sia sulle imprese che sulle persone fisiche, gli stipendi tra i più bassi della UE, il crollo dei consumi, persino degli alimentari, l’indebitamento delle famiglie. E’ una Caporetto e sul Piave non c’è nessuno, sono tutti nei Palazzi a rimandare le decisioni e a fare annunci. Il Parlamento è espropriatodalle sue funzioni, la legge elettorale detta Porcellum è incostituzionale e i parlamentari sono stati nominati a tavolino da pochi segretari di partito. Il Governo fa i decreti legge senza che sia dato il tempo minimo per esaminarli e il Parlamento approva a comando. Non siamo più da tempo una repubblica parlamentare, forse neppure una democrazia.
Il debito pubblico ci sta divorando, paghiamo di interessi circa 100 miliardi di euro all’anno, che crescono ogni giorno. Solo quest’anno per non fallire dovremo vendere 400 miliardi di euro di titoli. Le entrate dello Stato sono di circa 800 miliardi all’anno, un euro su otto serve a pagare gli interessi sul debito. Né Berlusconi, né Monti, né Letta hanno bloccato la spirale del debito pubblico, checresce al ritmo di 110 miliardi all’anno. Gli interessi sul debito e la diminuzione delle entrate fiscali, dovute al fallimento di massa delle imprese, alla disoccupazione e al crollo dei consumi, rappresentano la certezza del prossimo default.
Non c’è scelta. Il debito pubblico va ristrutturato. Gli interessi annui divorano la spesa sociale, gli investimenti, la ricerca. E’ come nella Storia Infinita, dove il Nulla divorava la Realtà: l’interesse sul debito sta divorando lo Stato Sociale. Si può rimanere nell’euro, ma solo rinegoziando le condizioni. O attraverso l’emissione di eurobond che ritengo indispensabile o, in alternativa, con la ristrutturazione del nostro debito, una misura che colpirebbe soprattutto Germania e Francia che detengono la maggior parte del 35% dei nostri titoli pubblici collocati all’estero. Non possiamo fallire in nome dell’euro. Questo non può chiederlo, né imporcelo nessuno. A fine 2011 i titoli di Stato italiani presenti in banche o istituzioni estere erano il 50%, le nostre banche grazie al prestito della BCE dello scorso anno, prestito garantito dagli Stati e quindi anche da noi, si sono ricomprati circa 300 miliardi dall’estero, tra titoli in scadenza e rimessi sul mercato, questo invece di dare credito alle imprese. E siamo scesi al 35%. E’il miglior modo per fallire. Quando ci saremo ricomprati tutto il debito estero e non avremo più un tessuto industriale collasseremo e la UE rimarrà a guardare, come è successo in Grecia. Ora disponiamo di un potere contrattuale, ora dobbiamo usarlo.
L’Italia ha l’assoluta necessità di aiutare le imprese con misure come il taglio dell’Irap, una tassazione al livello della media europea, con servizi efficienti e meno costosi, con la protezione del Made in Italy assegnato solo a chi produce in Italia e con l’eventuale applicazione di dazi su alcuni prodotti. Allo stesso tempo è urgente l’introduzione del reddito di cittadinanza, nessuno deve rimanere indietro. Ci preoccupiamo dei problemi del mondo quando non riusciamo ad assistere gli anziani e non diamo possibilità di lavoro ai nostri ragazzi che devono emigrare a centinaia di migliaia.
Reddito di cittadinanza e rilancio delle PMI sono possibili da subito con il taglio ai mille privilegi e alle spese inutili. Ne elenco solo alcuni.
Eliminare le province, portare il tetto massimo delle pensioni a 5.000 euro,tagliare finanziamenti pubblici ai partiti e ai giornali, riportare la gestione delle concessioni pubbliche nelle mani dello Stato, a iniziare dalle autostrade, perché sia l'Erario a maturare profitti e non aziende private come Benetton o, dove questo non sia possibile, ridiscutere le condizioni, eliminare la burocrazia politica dalle partecipate dove prosperano migliaia di dirigenti, nazionalizzare il Monte dei Paschi di Siena, eliminare ogni grande opera inutile come la Tav in Val di Susa e l'Expo di Milano, ridurre drasticamente stipendi e benefit dei parlamentari e di ogni carica pubblica, cancellare la missione in Afghanistan,fermare l'acquisto degli F35. Potrei continuare a lungo. Queste misure non possono essere prese dall’attuale classe politica perché taglierebbe il ramo su cui si regge.
Questo Parlamento non è stato eletto dagli italiani, ma dai partiti e dalle lobby. Non può affrontare una situazione di emergenza nazionale, di economia di guerra, perché deve rispondere ai suoi padrini, non ai cittadini.
Le chiedo perciò di fare abrogare l’attuale legge elettorale in quanto incostituzionale, di sciogliere il Parlamento e di ritornare alle urne. L’autunno è alle porte insieme al probabile collasso economico. I problemi si trasformeranno da politici a sociali, probabilmente incontrollabili. Non c’è più tempo. Lei ha volutamente tenuto sulle sue spalle grandi responsabilità quando avrebbe potuto e forse dovuto declinarle. Lei è ormai diventato lo scudo, il parafulmine di partiti che non hanno saputo né governare, né riformarsi e da ritenersi, nel migliore dei casi, degli incapaci. Non è questo il suo compito, ma quello di rappresentare gli interessi del popolo italiano." Beppe Grillo

venerdì 5 luglio 2013

Intervista a Beppe Grillo in esclusiva per la RSI


Dopo i 42 milioni di euro dei rimborsi elettorali, il M5S restituisce oltre un milione e mezzo di euro, versati nel fondo di ammortamento del debito pubblico, risparmiati in appena due mesi e mezzo di legislatura. Se i partiti facessero lo stesso si risparmierebbero 40 milioni l'anno.
Alla conferenza stampa del Restitution Day hanno partecipato i capigruppo M5S Riccardo Nuti (Camera) e Nicola Morra (Senato), Laura Bottici (questore del Senato, M5S) e Luigi Di Maio (vicepresidente della Camera, M5S).
I deputati hanno restituito 1.061.455 di euro, i senatori 508.495 di euro. In tutto i gruppi parlamentari del M5S hanno restituito allo Stato 1.569.951,48 di euro. I partiti a fine luglio prenderanno un'altra rata dei rimborsi elettorali di 90 milioni di euro.
Non annunci, non rinvii. Sono i fatti del MoVimento 5 Stelle.

della conferenza stampa del Restitution Day