mercoledì 29 febbraio 2012

L'eroe della val di susa



C’è un eroe che si aggira nella Valle.
Sino a ieri non lo sapevamo, oggi, invece, i grandi mezzi dell’informazione italiana hanno avuto il “coraggio” di mostrarcelo.
Casco, maschera antigas, scudo, manganello, divisa da carabiniere…
Muscoli tesi, lo sguardo fisso, senza nessun accenno di resa, il milite resisteva, impavido, all’aggressione verbale di un ragazzo, poco più che trentenne, a mani nude e con codino chiaramente di stampo terroristico.
La politica in piedi, l’osanna dei media, la richiesta da parte di tutti di stringere la mano a quest’eroe dei nostri tempi…a colui che ha resistito alla tentazione di spaccare la testa ad un uomo disarmato.
Sgorgano lacrime dai volti dei No tav…sopratutto per i lacrimogeni sparati ad altezza uomo…
Gli aulici cantori del potere dai nomi altisonanti, come Ferrara, Belpietro, Feltri dai loro pulpiti, da noi pagati, inneggiano alla grandezza di quel sistema che da giovani avevano contestato…la loro maturità, arrivata con i soldi del padrone, gli permette di essere più equi…meno di parte…basta poter continuare a pappare dalla scodella di chi li paga.
“Cretinetti”…”se l’è meritata”…”la scalata verso il vuoto”…le poetiche interpretazioni dei degni aedi del sistema.
Il milite, per poco tempo ignoto, lo sarà sino al prossimo talk show nostrano che ce lo mostrerà in tutta la sua grandezza, esempio di questo Stato, dei Veltroni ruba zollette di zucchero, dei Fornero facili al pianto, dei Monti sobri ed amici delle massonerie bancarie, dei Berlusconi eterni prescritti, dei sindacati…il cui sedere ormai è a forma di tavolo delle trattative.
Televisioni, giornali, politici ed affini saranno tutti assieme concordi nel condannare le violenze mai commesse dai no tav…giustificheranno ogni atto, ogni manganellata, ogni sopruso…per il bene di un paese che di questa tratta ferroviaria, di questa tav, di questi soldi spesi non conosce né le motivazioni né l’utilità.
Carosello triste di un paese senza più un’anima…nelle mani di una classe dirigente desolante.
Eppure, eppure giovani e meno giovani corrono felici a sostenere le liste di un ex-poliziotto semi-analfabeta e del suo stretto giro di ex-magistrati, fingendo di trovare in quel populismo maldestro, degno corrispettivo della Lega Nord, qualcosa di sinistra.
Ma va là, iateve a cuccà, non siete buoni a caricare la sveglia…come disse un comunista napoletano ai membri del VI Esecutivo allargato dell’Internazionale ex-comunista. 

L’ordine deve regnare a Berlino ed in ogni nazione. L’ordine borghese del capitale, della finanza e della proprietà dei mezzi di produzione e la diffusione della visione letterario-poliziottesca della realtà è uno strumento fondamentale per il mantenimento dello stesso. 
La lotta di classe scompare, scompaiono le classi, rimane solo un po’ di umanitarismo d’accatto come sfondo, quando va bene, di un’eterna lotta tra il Bene e il Male, tra la Giustizia e il Caos. 

L’ordine deve regnare a Torino ed in ogni stazione e la continua diffusione di ipotesi di complotto locale, nazionale o internazionale che sia, deve servire a cementare la coesione sociale oppure, come il solito Grande Vecchio è solito dire, l’unità nazionale.
Così realtà e finzione letteraria si confondono, costruiscono un mondo virtuale in cui è solo la visione politica del Capitale a trionfare. 

Così i poliziotti sono democratici in Svezia come in America, a Roma come ad Atene e il nemico è sempre il demone esterno oppure la mela marcia che inquina un sistema in sé potenzialmente perfetto. 
Tu sei il male e io sono la cura, come nei peggiori film di Callaghan.
Ma quando mai?! 

L’ordine deve regnare in Val di Susa e non importa se il capo della polizia che si associa a D’Alema nel denunciare i pericoli provenienti dalle frange anarco-insurrezionaliste e dai rimasugli dell’antagonismo degli anni settanta è il manager di stato meglio pagato. 
Loro sono i buoni ed hanno il diritto di avere anche cinque anni di sconto per andare in pensione.
I cani da guardia vogliono sempre un bell’osso dal padrone.

L’ordine deve regnare nel mondo e non importa se dei pescatori indiani vengono ammazzati dai marò italiani, padroni delle acque internazionali. 
L’ordine deve regnare e non importa se un piccolo agricoltore e un compagno cade da un traliccio perché è soltanto un cretinetti. 
Ma nel riscrivere il plot della storia il movimento reale non dimenticherà nulla.

Sandro Moiso
Fonte: www.carmillaonline.com
Link: http://www.carmillaonline.com/archives/2012/03/004215.html
1.03.2012 

No Tav - L'Italia adesso vuole sapere



Si fa presto a dire: non si sale sui tralicci e non si picchia la gente. Lo diceva anche De André: “Si sa che la gente dà buoni consigli, sentendosi come Gesù nel tempio…”. Si fa presto ma, al contrario di quel che avviene “a pensar male”, molto spesso non ci si azzecca. 

 In Val di Susa c’è una guerra, e non è una guerra da tastiera di pc. La gente è doppiamente indurita: al carattere montagnoso e temprato si aggiungono anni ed anni di vita in trincea, passati a riscaldarsi dentro a baracche improvvisate, di giorno e di notte, al gelo, sotto la neve e con il ghiaccio, pronti ad essere svegliati nel cuore della notte da una catena di sms pur di non arretrare di un millimetro. Pur di non farsi rubare il futuro mentre dormono. E non sono sfaccendati, perditempo o debosciati, come certa stampa e certi commentatori distratti amano definirli per lavarsene le mani e tornare ad occuparsi della farfallina di Belen. Sono docenti universitari, sono ingegneri, sono politici e sono sostenuti da ricerche pubblicate perfino sul Sole24ore. La loro frustrazione è comprensibile ed è anche la mia.


 Tutto è racchiuso in una semplice domanda: perché chi dice che la Tav è inutile argomenta con dati a supporto, mentre chi dice che la Tav è imprescindibile lo fa per partito preso, quasi si trattasse di un mantra che è vietato mettere in discussione? Perché non abbiamo mai visto una trasmissione televisiva dove i numeri, i fatti e gli esperti sono messi a confronto, invece dei soliti talk show dove politici chiacchieroni affrontano demagogicamente la questione senza entrare nel merito delle obiezioni? A cosa serve “esattamente” la Torino – Lione? C’è una sola persona al mondo che ce lo può spiegare con chiarezza? Perché bisogna essere chiari, quando si chiedono 8 miliardi di euro(22, perché anche i fondi europei sono soldi nostri) a un popolo già ridotto allo stremo dalla disoccupazione, dai tagli allo stato sociale e dall’imposizione fiscale.

 Se un agricoltore cui stanno sequestrando la terra - senza,  pare, un valido mandato -  sale su un traliccio, è impossibile da comprendere o bisogna per forza rendersene conto quando un giorno arriva una ruspa e vuole demolirci il salotto? Se per quanto si gridi e ci si sforzi di ragionare, certa stampa insiste per presentaci come facinorosi senza presentare gli studi approfonditi a supporto delle nostre ragioni, è comprensibile una certa tensione nei confronti delle troupe giornalistiche, o siamo tutti diventati improvvisamente un popolo di Buddah impassibili e distaccati dal mondo?

 Detto questo, non bisogna cadere neppure nell’errore di pensare che allora sia tutto permesso. Provocare un poliziotto facendosi scudo del suo senso del dovere, forse nella speranza che reagisca, o peggio ancora aggredire una troupe per via di un articolo di giornale, non è mai giustificabile. 

 Gli italiani non sono informati circa la reale utilità della Tav in Val di Susa. Lo si capisce dal tono dei commenti ed è comprensibile, se si pensa che il servizio pubblico ha sempre cercato di iper-semplificare e, in qualche caso, di demonizzare. Passera farebbe meglio a non fare dichiarazioni di intenti stentoree e autoritarie (“Avanti con i lavori!”). La democrazia non è come le Poste italiane. Piuttosto, faccia il ministro e amministri. L’inizio dei lavori deve essere posticipato e deve essere avviato immediatamente un dibattito pubblico, ma non a livello locale: nazionale. Perché la Tav è sempre stata una questione che riguarda tutti gli italiani. Gli investimenti ricadranno sotto forma di debito pubblico sulla generazione dei nostri figli e dei figli dei nostri figli. Abbiamo il diritto di sapere se serve davvero, e perché, o se stiamo solo facendo un favore alle mafie.

tratto da www.byoblu.com

domenica 19 febbraio 2012

Spetta a Trenitalia Spa organizzare le attività di aggiornamento professionale del personale di condotta dei treni.

RITIRO, LETTURA ED AGGIORNAMENTO DELLE PUBBLICAZIONI DI SERVIZIO (CIRCOLARI, TESTI NORMATIVI…) DISTRIBUITE DA TRENITALIA SPA AL PERSONALE DI MACCHINA. MANCATA INDICAZIONE DA PARTE DELLA SOCIETA’ DI PRECISI SPAZI DI TEMPO E DI LUOGO, FINALIZZATI AL RITIRO ED ALL’AGGIORNAMENTO DELLE PUBBLICAZIONI. ILLEGITTIMITA’ DELLA CONDOTTA DATORIALE DI IRROGAZIONE DI SANZIONE DISCIPLINARE A MACCHINISTA CHE ABBIA PROCEDUTO ALLE INCOMBENZE DELL’AGGIORNAMENTO IN LUOGO DELL’ESPLETAMENTO DI SERVIZIO DI CONDOTTA. COMMENTO ALLA SENTENZA N. 4817/2011 DELLA CORTE DI APPELLO DI ROMA, SEZIONE LAVORO.
—°—
Si ritiene di commentare e pubblicare una sentenza della Corte di Appello di Roma, sez. lavoro, pronunciata nell’ambito di una controversia radicata da Trenitalia Spa avverso un macchinista, avente ad oggetto la declaratoria di legittimità di una sanzione disciplinare irrogata al lavoratore, pari a giorni due di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione, per avere questi proceduto al ritiro di circolari e pubblicazioni di servizio, distribuite dalla società, in luogo della effettuazione della condotta dei treni, assegnati nel turno lavorativo della giornata.
Il lavoratore convenuto in giudizio, a sostegno della correttezza del proprio operato, rilevava di avere proceduto al ritiro, alla lettura ed all’aggiornamento delle circolari e delle pubblicazioni di servizio, già distribuite dalla società, in luogo della effettuazione del servizio di condotta, assegnato ad inizio turno, atteso che costituiva preciso dovere del macchinista accingersi alla condotta del treno solo dopo avere proceduto alla lettura ed all’aggiornamento dei testi normativi (recanti variazioni ai tratti di linea assegnati in turno), cui andava ad aggiungersi la circostanza che la società aveva omesso di indicare al lavoratore quando questi avrebbe dovuto procedere al ritiro ed all’aggiornamento, di talchè non doveva dirsi consentito alla società di sanzionarlo per non avere prescelto la giornata di gradimento per la effettuazione delle suddette incombenze di lavoro.
Il Tribunale di Roma, giudice del lavoro, accoglieva il ricorso di Trenitalia Spa dichiarando la legittimità della sanzione disciplinare inflitta al lavoratore nonché condannava questi al pagamento delle spese di lite.
Avverso la sentenza in primo grado, il lavoratore radicava giudizio di appello dinanzi alla Corte di Appello di Roma, sez. lavoro, invocando la integrale riforma del giudizio di primo grado, nonché la declaratoria di illegittimità del provvedimento disciplinare inflitto.
Con sentenza 4817/2011 la Corte di Appello di Roma,  sez. lavoro, ribaltando interamente il giudizio di primo grado, ha accolto le ragioni del lavoratore, dichiarando la illegittimità della sanzione disciplinare inflittagli, condannando altresì Trenitalia Spa al pagamento delle spese processuali del doppio grado di giudizio.
In particolare, a fondamento della propria decisione di ingiustificatezza della sanzione, la Corte di Appello di Roma ha assunto il fondamentale rilievo che il provvedimento disciplinare è basato sull’errato presupposto che spettasse al lavoratore organizzarsi e scegliere il momento della consultazione elle pubblicazioni.
E’ così, si legge nella sentenza “Al contrario, come giustamente ritenuto nelle decisioni dei Collegi arbitrali che hanno annullato analoghe precedenti sanzioni, e come deciso da questa Corte in fattispecie analoga (sent. 23/1/2009 nella causa R.G. n. 10084/2006 Marzani/Trenitalia), poiché è il datore di lavoro che organizza i tempi di lavoro è lui che deve indicare tempi e modalità per la consultazione delle circolari e i successivi adempimento, rientrando pienamente tale attività nella prestazione lavorativa. Spettava quindi alla società indicare all’appellante il giorno della consultazione, ma, avendo omesso qualsiasi indicazione e avendo lasciato quindi la scelta al lavoratore, non poteva poi legittimamente sanzionare tale scelta. Infatti, sul presupposto pacifico che la consultazione poteva essere pretesa solo durante l’orario di lavoro, qualsiasi scelta avesse fatto il lavoratore avrebbe potuto comportare un disservizio (anche durante l’attività di riserva), che solo il datore di lavoro era in grado di valutare pienamente e, in questo senso non appare conforme a correttezza e buona fede lasciare libera scelta al lavoratore e poi sanzionarlo per il disservizio causato”.
Peraltro, la Corte di Appello di Roma ha apprezzato la condotta del lavoratore, ritenuta conforme ai principi di buona fede e correttezza, avendo questi informato per tempo il proprio superiore gerarchico della data in cui avrebbe proceduto ad effettuare la consultazione delle circolari in distribuzione, senza peraltro ricevere indicazioni di segno contrario.
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Tale sentenza, preceduta da altra, di analogo tenore (richiamata dalla stessa Corte di Appello nella parte motivazionale del testo) segna un importante traguardo per il personale di macchina alle dipendenze di Trenitalia Spa, chiamato a cadenza periodica al ritiro di pubblicazioni di servizio nonché all’aggiornamento professionale, quali attività accessorie alla prestazione lavorativa principale, tuttavia, senza indicazione da parte della società di tempi e modalità di svolgimento delle predette attività.
Poiché tale omessa indicazione costituisce palese violazione del dovere, a questa facente capo, di organizzazione del lavoro dei propri dipendenti, attraverso la preordinazione delle singole prestazioni lavorative, costituisce fondata pretesa da parte dei lavoratori addetti alla condotta dei treni, la predeterminazione datoriale della attività di aggiornamento delle pubblicazioni, da effettuarsi in orario di lavoro, attraverso la destinazione nel turno di lavoro di tempi per la lettura dei testi normativi nonché per il loro aggiornamento.
Avv. Emanuela Manini
Tratto da www.diritto.net
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venerdì 10 febbraio 2012

mercoledì 1 febbraio 2012

Non fate vedere questa immagine ai parlamentari italiani!



Stamattina mi va di scherzare e vi voglio raccontare una barzelletta, si una di quelle classiche che iniziano più o meno così:
"Allora c'è un Inglese, Un Francese, Un Tedesco, Uno Spagnolo ed Un Italiano.."
Ed indovinate un po' come finisce? che il Parlamento Italiano non solo è il più caro d'Europa ma costa più del tedesco, francese, inglese e spagnolo messi assieme!! E questo è davvero Scandaloso. Anche perché non molto tempo fa per stabilire, ad esempio, se il costo dello stipendio che noi paghiamo ai nostri Parlamentati fosse adeguato o troppo alto c'è voluto mesi e mesi di commissione creata appositamente.. che poi ha risposto "non sono alti!".. Non solo ci sono pure Parlamentati che hanno il coraggio di affermare che, infondo, tagliare i costi della politica è una goccia nel deserto, non servirebbe a nulla.. fino ad arrivare all'assurdo.. come affermato daCastelli:
"Guardate che anche nella vecchia generazione di politici c'è chi opera per l'interesse dei cittadini senza diventare ricco. Io per esempio sono povero, guadagno solo 145.000 euro l'anno".
Ormai siamo arrivati al ridicolo, in Italia c'è più gente che non ha nulla da mangiare che persone benestanti e la politica sembra ormai un corpo alieno staccato nel paese, come vivesse in una realtà astratta, in una specie di Matrix.. siamo arrivati dal "tutto Bene" la Crisi non c'è!" al "Lacrime e Sangue" ma che ci sia al potere la Destra, La Sinistra o i Tecnici questo cavolo di Parlamento ci costa tre volte di più che in Francia, sette volte più che in Inghilterra e dieci volte più che in Spagna, da sempre definita Comunista!


Tratto da www.castamente.blogspot.com