mercoledì 11 settembre 2013

#SonoUnMoralistaDelCazzo


Ieri, alla Camera, alla richiesta del M5S di espellere i delinquenti, si è levato alto il grido "Moralisti del cazzo!". I nominati del pdl e del pdmenoelle si sono indignati. E' un paradosso che invece di accompagnare alla porta Berlusconi, un delinquente condannato in via definitiva, i nominati dai capibastone del pdmenoelle e dal truffatore fiscale, volessero buttare fuori noi, i cosiddetti moralisti (del cazzo). Siamo fieri di essere moralisti del cazzo e soprattutto di starvi sul cazzo. Il vostro tempo è finito, è questione di mesi e voi lo sapete, per questo reagite come un qualunque ladruncolo sorpreso con le mani nel sacco. Ieri sembravate tonni dentro una tonnara. Noi siamo i moralisti del cazzo, quelli che hanno rifiutato i rimborsi elettorali, che si sono tagliati gli stipendi, che hanno rinunciato alle auto blu. Noi siamo i moralisti del cazzo che non vogliono condannati in Parlamento, che mantengono la parola data agli elettori, gli unici a votare alla Camera per la decadenza del Porcellum. Noi siamo i moralisti del cazzo che hanno votato contro l'acquisto dei cacciabombardieri F35, che hanno chiesto il ritiro delle nostre truppe dall'Afghanistan. Noi siamo i moralisti del cazzo che hanno chiesto conto alla RAI del miliardo di euro dato a cinque società esterne delle quali non viene reso noto neppure il nome. Noi siamo i moralisti del cazzo che vogliono restituire al Parlamento il suo ruoloche è espropriato dal governo con i decreti legge. Noi siamo i moralisti del cazzo e ne siamo fieri. Senza questi moralisti del cazzo, il pdmenoelle avrebbe ancora una volta salvato il suo vero leader, Berlusconi, e non è detto che non ci riesca, di sicuro ci sta provando i tutti i modi con azzeccagarbugli e legulei in servizio permanente. E' vero, siamo moralisti del cazzo e vogliamo moralizzare la vita pubblica, il Parlamento, ogni Comune, ogni istituzione. Vogliamo che l'onestà torni di moda, che i semafori rossi vengano rispettati, che i ladri finiscano in galera, che Camera e Senato diventino dei luoghi rispettabili e non dei postriboli della democrazia."Questi sono i cittadini a Cinque Stelle/ Occhio d'aquila, gamba di cicogna/ denti di lupo, baffi di spinoso/ alla canaglia grattano la rogna.". Al voto subito. Fuori i delinquenti dal Parlamento!

Tratto da http://www.beppegrillo.it

mercoledì 4 settembre 2013

Gli Stallisti

Beppe Grillo Ombelico

Leggo sul Corriere, in questo articolo, che in relazione alla metafora scacchistica usata da Grillo per dire che i neri non si possono alleare con i bianchi qualcuno avrebbe così commentato: “Gli scacchi sono un gioco bellissimo. Mi spiace leggere che chi ne parla non sappia che esiste lo stallo!“.
Un commento simile, se riportato correttamente, lascia innanzitutto trasparire una lettura poco attenta del post oggetto della critica, il quale testualmente dice: “A differenza degli scacchi in questa partita non è previsto il pari, ma solo lo scacco matto.”. Quell’ “A differenza degli scacchi” implica correttamente che negli scacchi un terzo tipo di risultato esista eccome (lo stallo secondo le regole odierne determina il risultato di “patta”, cioè di parità), e che l’autore della metafora (Grillo) ne sia perfettamente consapevole.
Ciò premesso (che taglia la testa al toro), la parte che più lascia perplessi è la conclusione di quella che evidentemente voleva essere una critica, ovvero: “Spiace leggere che chi ne parla non sappia che esiste lo stallo!“. Il contesto è infatti quello della linea dei cosiddetti “aperturisti”, cioè coloro che vorrebbero mettere in discussione la possibilità di formare alleanze con il PD (che trovano una loro rappresentanza nelle posizioni di Luis Orellana). Ci si aspetta dunque che chi critica la metafora degli scacchi (“o si vince o si perde”), proponga una terza via che sia migliore rispetto a quella prospettata. E qual è la terza via proposta dall’autore del commento? Lo stallo.
E guarda i video:

"Siamo ancora arrabbiati?"

"Le regole sono uguali per tutti!"


"Le promesse si mantengono... tutti a casa!!!"

domenica 1 settembre 2013

La verità su come stiamo, 2



L’Italia registra oggi la maggior sofferenza nel mondo del lavoro dall’inizio della crisi nel 2007, fra disoccupati, cassintegrati e giovani costretti al precariato. Ok, e ci dicono che c’è ripresa.
Gli italiani riducono gli acquisti sempre più, e nel giugno del 2013 si registra un calo del 3% rispetto allo stesso periodo nel 2012 (Istat), che si assomma al crollo già registrato delle vendite in Italia. Sono cifre che sembrano piccole, ma che invece si traducono immediatamente in fallimenti aziendali e licenziamenti. Infatti le nuove procedure di fallimento nel 2013 riguardano ben ulteriori 129.000 aziende/negozi. Ok, e ci dicono che c’è ripresa.
Le banche europee persistono nel NON erogare prestiti alle aziende e famiglie nella quantità minima necessaria per mandare avanti l'economia. La BCE ci dice che le banche stanno meglio in salute, ma lo stesso non prestano. Noi della ME-MMT sappiamo perché: le banche prestano SOLO se l'economia tira, ma con le Austerità europee non tirerà MAI, quindi... non ci vuole un genio. La cosa è drammatica, e chiunque alla mattina vada a lavorare in azienda invece di farsi seghe con Internet lo sa. Ok, e ci dicono che c’è ripresa.
I BRICS, cioè i Paesi cosiddetti emergenti come Brasile, India, Cina, stanno collassando nell’oblio della storia economica, con il valore dei loro assets che crolla ogni giorno in borsa, e con le stime di lungo termine che parlano di “fine del miracolo per i Paesi emergenti”. Sapete cosa significa questo? Che la scommessa per cui la Germania ha distrutto l’Europa – cioè, noi tedeschi devastiamo il sud Europa con l’euro, quindi troviamo lì lavori a due soldi grazie proprio alla crisi che abbiamo creato, e quindi vendiamo prodotti a basso prezzo ai BRICS fatti impiegando quei lavori – fallirà, perché i BRICS sono in bolletta. Ergo: milioni di sud europei hanno sofferto e soffriranno per l’anima del cazzo. Cioè quel progetto criminale addirittura non beneficerà neppure chi l’ha voluto, cioè Berlino.
Qui non ci vuole una Norimberga per i crimini sociali commessi dalla zona euro e dalla Germania, ma un attacco nucleare. Ciao. PB