lunedì 31 dicembre 2012

L'insostenibile pesantezza finanziaria di Monti

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La legge finanziaria per il 2013 si chiama Legge di stabilità. E' scritto da dei pazzi in libertà. Chi la legge rischia l'insanità mentale. Un esempio tra i tanti, l'inizio del comma 11 dell'articolo "Finanziamento di esigenze indifferibili": "Al fine di finanziare interventi di natura assistenziale in favore delle categorie di lavoratori di cui gli articoli 24, commi 14 e 15, del decreto legge 6 dicembre 2011, n, 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.214, 6. comma 2-ter, del decreto legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14 e 22 del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135... ". Ieri sera, la Legge è stata approvata dalla Commissione di Bilancio del Senato con le opportune modifiche dell'ultim'ora per amici, parenti, lobby e quant'altro. La scrittura del Testo pur nella sua oscurità montiana, nel suo stile kafkiano, nella sua neolingua propria dei burosauri, non riesce a rendere il minestrone legislativo di Rigor Montis del tutto intellegibile. Qualcosa trapela, dagli indizi si riesce a dedurre qualche dato. E quello che si capisce è sconvolgente. Tagli alla Sanità, articolo "Razionalizzazione e riduzione della spesa nel settore sanitario", comma 2, ridotti di 600 milioni per il 2013 e 1.000 milioni di euro a partire dal 2014. Tagli necessari per finanziare l'editoria fallita, con un incremento di 40 milioni rispetto all'anno precedente, e l'inutile Tav in Val di Susa, con due miliardi e 200 milioni in 15 anni. I fondi per le Università sono stati incrementati di soli 100 milioni contro i 400 previsti e per risparmiare si spengono anche i lampioni, si torna ai secoli bui, articolo "Riduzione di spese delle pubbliche amministrazioni", comma 25, punto a, "Spegnimento dell'illuminazione ovvero suo affievolimento, anche automatico, attraverso appositi dispositivi, durante tutte o parte delle ore notturne" per favorire la criminalità. Imperdibile all'articolo "Finanziamento di spese indifferibili", comma 2, punto f, il "Fondo Speciale per lo Sviluppo della Banca per lo Sviluppo dei Caraibi per complessivi euro 4.753.000...". Fondamentale per lo sviluppo economico del Paese l'avvio immediato delle gare per nuove sale da gioco per rimpinguare la finanza pubblica. Meno salute, meno istruzione, più cemento, più Stato biscazziere, più pennivendoli a pagamento. Questa è la finanziaria dello Statista che tutte le banche ci invidiano. Ci vediamo in Parlamento. Fuori o dentro sarà un piacere.
Ps: I cittadini contribuenti, sono loro a pagare la Finanziaria, hanno diritto a un documento comprensibile, di non più di dieci pagine, con nuove spese, tagli e motivazioni in termini di ritorni sociali e economici di ogni articolo. Troppo complicato per il governo dei tecnici?

lunedì 24 dicembre 2012

MA NESSUNO PIANGE IN OCCIDENTE PER LE BAMBINE AFGANE SALTATE SU UNA MINA (ITALIANA)


Mentre tutta l'America, Obama in testa, piangeva per la strage dei venti bambini uccisi in una scuola di Newtown (Connecticut) da un ragazzo di vent'anni (certamente folle, ma anche prodotto estremo di un popolo che ha la violenza nel sangue oltre che di un 'mal de vivre' che coinvolge l'intero Occidente, si pensi a quello che accade a casa nostra, soprattutto contro le donne) e i media internazionali dedicavano ogni giorno una mezza dozzina di pagine al tragico evento, in Afghanistan dieci bambine che stavano raccogliendo legna in un bosco vicino al loro villaggio nel distretto di Chanarhar (Afghanistan orientale) sono saltate su una mina, uccise, mentre altre due rimanevano gravemente ferite.

Nella foto: I funerali delle 10 bambine

I media internazionali hanno dedicato alla notizia -quando l'hanno fatto- poche righe. E questo si capisce. Gli afghani, sia pur bambini, non sono esseri propriamente umani come gli occidentali e, tantomeno, gli americani. Non appartengono alla 'cultura superiore'. 

Più interessante è come è stata data la notizia. “Si tratterebbe di una mina anticarro forse residuo dell'invasione sovietica o di un ordigno, sempre anticarro dei Talebani”. 

Un cumulo di menzogne. Per attivare una mina anticarro ci vuole il peso di un blindato, non basta certo quello di un bambino. La mina era anti-uomo. I Talebani non le usano. Non solo e non tanto perché con un editto del 15 ottobre del 1998, quando era in guerra con Massud, il Mullah Omar le proibì considerandole “immorali”, ma perché alla guerriglia non servono. E' molto difficile infatti immaginare che un soldato Nato si aggiri, a piedi, in un bosco. Le forze Nato si muovono esclusivamente sui blindati. Era una mina anti-uomo di provenienza Oto Melara (bisogna pur che i nostri lavoratori abbiano un posto, costi quel che costi, la vita altrui o la propria come all'Ilva di Taranto). Alla invece Nato le mine anti-uomo fan molto comodo perché per preparare i loro attacchi i Talebani si muovono a piedi, protetti dalla boscaglia. Ha disseminato quindi questo tipo di mine sul territorio afghano, soprattutto intorno alle proprie basi e ai propri avamposti. Se poi salta in aria qualche bambino in cerca di legna o di pinoli, pazienza, è un 'incidente', magari da attribuire all'occupazione sovietica di quaranta o trent'anni fa. 

Del resto gli americani non ci vanno con mano leggera, nemmeno quando ci sono di mezzo i bambini. Non più di un paio di mesi fa un caccia, chiamato in soccorso da un fortino assediato, ha ucciso nove bambine, anch'esse occupate a far legna nel bosco, scambiandole per dei pericolosi guerriglieri.

Sono circa 80 mila i civili afghani morti da quando è iniziata la 'missione di pace' Isaf-Nato. O uccisi dai bombardieri, spesso droni senza equipaggio, che sparano alla 'dove cojo cojo', o dalla reazione della guerriglia che di fronte a un nemico invisibile deve ricorrere sempre più spesso al terrorismo (cosa che non fece con i sovietici che avevano almeno, in una guerra meno tecnologica e più 'umana' la dignità di stare sul campo) che, pur mirato a obbiettivi militari e politici, ha anch'esso i suoi inevitabili 'effetti collaterali'. E poiché spesso per prendere un paio di guerriglieri, invece di mandare fuori le truppe a rastrellare (troppo pericoloso), si bombardano interi villaggi, dove sono rimasti quasi esclusivamente donne, vecchi e bambini (ecco perché a raccogliere legna nel bosco c'erano delle ragazzine sotto i 12 anni), mentre gli uomini validi sono a combattere, la 'strage degli innocenti' è incalcolabile e incalcolata.

Per anni in Occidente si è parlato, spargendo copiosamente lacrime di coccodrillo, delle 'guerre dimenticate'. Adesso la guerra 'dimenticata' la stiamo facendo noi. E non ne parliamo o, se ne parliamo, ne diamo un'informazione completamente distorta. Per non coprirci di vergogna. 

Massimo Fini
Fonte: www.gazzettino.it
24.12.2012
Tratto da http://www.comedonchisciotte.org

lunedì 17 dicembre 2012

Perché Non Fare Della Carbosulcis Lo Stesso Piano Fatto Anni Fa Nella Ruhr In Germania?


Io sono un dipendente della Carbosulcis del 1988 , ci sono 25 anni in questa azienda e sono orgoglioso di esserci . La Carbosulcis è l’azienda che gestisce l’unica miniera di carbone in Italia , di questo 25 anni né ho trascorso 15 in sottosuolo a meno 400 metri e i restanti nell’impianto di trattamento del carbone. In questo ultimo periodo mi son chiesto vale la pena tenere in piedi la miniera ? oppure è opportuno cambiare rotta ?
Per riasumere il tema il carbone, ci vuole poco a riassumerlo. Nel 1996 il Corriere della Sera pubblicò un articolo che ebbe allora molta risonanza. Nell’articolo veniva ricostruita, con dovizia di dettagli, la lunga sequenza dei contributi pubblici concessi alle miniere. Già da allora la situazione era molto critica: i soli sussidi a fondo perduto concessi dallo Stato nel decennio 1985-1995 avevano superato i 900 miliardi di lire. Cui andrebbero aggiunti, per completezza, gli interventi diretti dell’Eni (250 miliardi nel 1985), i contributi concessi dalla Regione Sardegna in tutti questi anni . Ma le lezioni del passato rimangono in gran parte inascoltate. Oggi come ieri, la ragione fondamentale all’origine della crisi delle miniere del Sulcis non si è modificata. E’ un carbone di scarsa qualità, ha troppo zolfo e costa troppo per poter essere utilizzato in modo economico , nonostante il brevetto di lisciviazione che consiste nel quasi totale abbattimento dello zolfo . E si fa dunque fatica a capire perché le tecnologie della cattura e dello stokaggiodella CO2, costose e incerte anche in contesti più favorevoli, siano richieste a gran voce qui in Sardegna , quando i contributi Europei se li è aggiudicati l’Enel per l’impianto di Porto Tolle . Quindi io mi chiedo non è
possibile fare quello che hanno fatto nella Ruhr -capitale europea della cultura 2010- con fondi europei… a cui possiamo accedere anche noi, oppure non siamo più in Europa? Mah?)
Eppure, le esperienze di riqualificazione industriale, fatte sul serio e in profondità, non mancano. A cominciare dall’Europa e dal paese più industrializzato di tutti, la Germania, dove negli anni Ottanta è stato messo a punto il piano di riconversione dell’area della Ruhr, la storica regione che ha miscelato enormi bacini minerari e impianti siderurgici e che ha dato risultati di rilievo nonostante la Germania, con oltre 44 milioni di tonnellate, sia il primo produttore europeo dell’acciaio.
Il piano della Ruhr è stato stato davvero imponente dovendosi occupare di circa 6000 ettari di aree industriali dismesse, una dimensione pari al 70 per cento delle aree abbandonate della Germania dell’Est. Il processo ha visto l’intervento diretto dello Stato e delle autorità locali con una serie di finanziamenti straordinari, ma soprattutto con l’attivazione dei fondi europei e di sviluppo regionale con un costo complessivo superiore ai 2 miliardi di euro.
Oggi, a Dortmund i minatori sono scomparsi, ma la città ha una grande vitalità essendo divenutacapitale europea della cultura nel 2010. La cokeria, uno dei luoghi di produzione siderurgica più inquinanti, dismessa nel 1992, è stata trasformata in un percorso museale così come è stato allestito il museo della birreria accanto al teatro dell’opera, della prosa, ai musei Ostwall eAdleturm.
Un’altra città industriale, Duisburg, è stata il principale porto per il trasporto del carbone e dell’acciaio della Ruhr. Ora ha un grande parco naturale nella parte nord dove la sera i vecchi altiforni vengono illuminati da luci al neon mentre il club alpino tedesco ha trasformato il vecchio bunker che fungeva da magazzino per il ferro in una parete per arrampicate. L’ex gasometro dal diametro di 45 metri, invece, è stato riempito d’acqua diventando il più grande sito artificiale sottomarino d’Europa che ora viene esplorato da centinaia di sub.
Anche Bilbao era sommersa dai fumi e dall’inquinamento delle officine metallurgiche e dei cantieri navali. Ma mentre si esaurivano le miniere di ferro e la cantieristica navale emigrava nell’est asiatico, nel 1997 è stato aperto il museo Guggenheim che nel primo anno di attività ha attirato 100 mila visitatori l’anno. Oggi sono diventati un milione. Pensiamoci è possibile fare operazioni simili nel Sulcis io credo di si , pensiamoci un po tutti.
Qui c’è semplicemente una descrizione “turistica” di cosa è la Ruhr oggihttp://www.guidagermania.com/regione-della-ruhr/
Antonello Tiddia

Il Canada dice no ai cacciabombardieri F35, l'Italia va avanti


Il Canada dice no agli F-35. Lo ha annunciato qualche giorno fa il Ministro della Difesa Peter MacKay spiegando che il governo rifarà tutte le valutazioni in merito alla sostituzione dei 77 CF-18 attualmente in servizio e prenderà in esame soluzioni alternative all'acquisizione dei 65 cacciabombardieri F35 prodotti dalla statunitense Lockheed martin e originariamente commissionati dal governo.

Il passo indietro dell'esecutivo canadese arriva dopo una forte opposizione al progetto espressa sia dai partiti attualmente di minoranza (i moderati progressisti del "Liberal party" i socialdemocratici del "New Democratic party") sia dalla maggioranza dell'opinione pubblica. Il colpo di grazia al programma di acquisizione degli F35 è però arrivato da un rapporto del General Account Office (la Corte dei Conti canadese) e da una ricerca della società Kpmg. Entrambi questi studi hanno dimostrato come i reali costi del progetto erano notevolmente superiori rispetto a quelli stimati dal governo: inizialmente il governo canadese aveva stimato i costi dell'operazione in 9 miliardi di dollari per poi aumentarli a 16, ma le nuove ricerche hanno dimostrato che l'eventuale acquisizione dei cacciabombardieri F35, tenendo presenti gli ingenti costi di manutenzione e gestione, sarebbe costata circa 45,8 miliardi di dollari, cifra che sarebbe gravata sui bilanci dei prossimi 42 anni.
Attualmente anche altri governi stanno rivalutando la propria adesione al progetto Joint Strike Fighter: Norvegia e Australia lo hanno sospeso, mentre in Olanda i voti parlamentari di cancellazione non sono ancora stati messi in atto dal governo. In Italia, al contrario, non solo non si mette in discussione il progetto ma le forze politiche non hanno neanche instaurato un confronto democratico sull'argomento.
In italia invece lo scorso 11 dicembre, con 294 voti a favore, 53 astenuti e 23 voti contrari, la Camera ha approvato il disegno di legge delega per la revisione delle Forze Armate del Ministro della Difesa Ammiraglio Giampaolo Di Paola. Ciò, nonostante il sit in davanti a Montecitorio organizzato da Tavola per la Pace, Sbilanciamoci e Rete italiana per il disarmo e nonostante anche in Italia si sia scoperto che i costi del progetto siano decisamente superiori rispetto a quelli dichiarati dal governo.
Ad ammetterlo è stato il generale Claudio Debertolis, segretario generale della Difesa che, dopo aver parlato nel febbraio scorso in audizione alla Camera di un prezzo per i primi 3 F-35A di 80 milioni di dollari per il solo aereo "nudo", ha poi dichiarato intervistato da Silvio Lora Lamia per analisidifesa.it che il prezzo reale ammonta a 127,3 milioni per aereo "puro" mentre, considerando tutte le spese, gli 80 milioni originariamente dichirati devono essere più che raddoppiati. In generale il costo dell'acquisizione dei 90 F35 commissionati dall'Italia, di cui 30 nella versione B che è molta più costosa rispetto a quella A, dovrebbe aggirarsi intorno ai 15 miliardi di dollari, contro i 10 previsti dal governo, senza prendere in considerazione le notevoli spese di manutenzione e gestione che fanno lievitare i costi in maniera esorbitante.
Ma le spese non finiscono qui. L'Italia è, infatti, l'unico paese che fa parte del progetto, oltre gli Stati Uniti, ad aver già costruito uno stabilimento per i nuovi cacciabombardieri, ossia il cosiddetto FACO (Final Assembly and Check Out). Spesa già sostenuta 800 milioni di euro, ovviamente tutta sulle spalle dei contribuenti.
Anche su questo tema sono state diffuse notizie non veritiere: negli ultimi dodici anni tutti i governi che si sono succeduti hanno legittimato questa spesa con la creazione di 10.000 nuovi posti di lavoro. Tale cifra è stata smentita da Finmeccanicca che in audizione alla Camera ha parlato di 2.500 nuovi posti di lavoro complessivi nel momento di picco di produzione, pur precisando che la stima deve essere ulteriormente abbassata se si considera che i caccia che dovrebbe acquistare l'Italia  sono meno dei 100 inizialmente promessi agli Stati Uniti.
Ma allora da dove deriva l'assoluta necessità di acquistare i cacciabombardieri F35? Lo scorso luglio Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo, riferendosi al Ministro di Paola si è chiesto: "Forse perché dieci anni fa ha firmato lui l'accordo per la fase di sviluppo del programma venendo definito dagli americani il miglior amico dell'F35?".
Recentemente Vignarca dalle pagine de ilfattoquotidiano.it ha parlato anche degli interessi che le banche e la finanza avrebbero in merito al proggetto e, più in generale, nel settore delle armi"La finanza- spiega Vignarca- gioca un ruolo implicito nel settore sostenendo anche il collocamento di azioni delle società e i fondi di investimento. E lo fa perché quello delle armi non è un mercato, è un settore senza concorrenza dove la committenza è pubblica e consente di accaparrarsi commesse dai ritorni altissimi garantiti dallo Stato. Tutti gli attori hanno vantaggi: produttori e finanziatori incassano denaro, i manager pubblici, portano a casa bonus e stock option, i ricavi delle aziende, e qui torna la finanza, vanno dritto nei paradisi fiscali. L'80% delle società della galassia Finmeccanica ha sede fuori dai nostri confini, anche in paesi dalle facilitazioni fiscali come Olanda e Lussemburgo. Gli utili li fa così, non pagando le tasse allo Stato che ne è proprietario e creando con gli utili possibili provviste per le tangenti che dominano globalmente i meccanismi di commercio delle armi, da soli responsabili del 50% della corruzione mondiale".

Tratto da http://it.ibtimes.com

venerdì 14 dicembre 2012

Siria: il ragazzino eroe che striscia sotto i colpi dei cecchini



Un eroe, ma non di quelli dei film. Un ragazzo siriano di 17 anni striscia sotto il colpi dei cecchini per salvare un donna colpita da un proiettile. Riesce a portare la donna in salvo, che purtroppo morirà qualche minuto dopo. (Leggi l’articolo sugli sviluppi della guerra in Siria)

mercoledì 12 dicembre 2012

Ciò che il telegiornale non dice: ecco perchè è inutile!


Ciò che il telegiornale non dice
Si sta avvicinando velocemente il Natale e mi scuso per questo articolo decisamente poco natalizio….
Il problema però c’è ed è evidente e credo sia importante parlarne. Troppe persone guardano il telegiornale credendo così di essere informate, ma spesso non immaginano nemmeno tutto quello che non viene detto!
Ciò che il telegiornale non dice: parliamo di brutte notizie
Le persone si disperano perchè sentono al telegiornale di un determinato delitto, la reazione tipica è 
ormai sono tutti pazzi, non si può nemmeno più uscire di casa
Le notizie scelte ad arte tra le più interessanti a livello mediatico, le più simili a un racconto giallo, vengono esaltate, innalzate fino a far credere alle persone che in tutto il paese sia successo solo questo…
La brutta notizia è che il telegiornale non riporta notizie ma riporta storie, storie per intrattenere e non per informare! 
Se il telegiornale fosse fatto per dare notizie, per informare di ciò che succede nel Paese, ogni giorno informerebbe a proposito di:
  • Almeno una persona scomparsa ( ci sono una media di 25 denuncie per persona scomparsa al giorno, di cui solo 24 vengono ritrovate… fonte Repubblica)
  • due omicidi volontari o preterintenzionali (dati 2009 fonte ISTAT ) 
  • almeno 4 omicidi colposi (dati 2009 fonte ISTAT )
  • 9 morti per incidenti automobilistici (dati 2011 fonte ISTAT )
  • 1 morto investito da automobili (dati 2011 fonte ISTAT )
  • 800 feriti a causa di incidenti automobilistici (dati 2011 fonte ISTAT )
  • 8 suicidi (dati 2009 fonte ISTAT )
  • 2 morti sul lavoro (dati 2011 fonte INAIL )
  • 32 interrogazioni parlamentari dell’unione europea (dati 2010 fonte http://www.europarl.europa.eu/plenary/it/parliamentary-questions.html#sidesForm )
  • 1 legge o decreto emesso dal parlamento (nell’anno 2011 sono state emesse 218 leggi e 230 decreti legislativi Fonte Camera dei deputati )
  • 3611 furti (dati 2009 fonte ISTAT )
  • 115 rapine ed estorsioni (dati 2009 fonte ISTAT )
  • 13 violenze sessuali (dati 2009 fonte ISTAT )
  • 90 morti causa errori medici (dati 2006 fonte Repubblica )
Questo è ciò che succede ogni giorno In Italia, senza contare il resto del mondo dove solo per fare un esempio muoiono ogni giorno 26.000 bambini (dati 2008 fonte Repubblica)
Quello che fa’ vedere il telegiornale è solo uno spettacolo edulcorato, non è informazione, è intrattenimento!
Senza contare poi tutti quegli argomenti che non vengono nemmeno accennati in quanto non ritenuti importanti o, peggio, ritenuti scomodi da coloro che hanno il potere di influenzare i media!
Per esempio non mi risulta che nessun telegiornale abbia parlato dell’ing. Keshe e della sua “Fondazione Keshe” una notizia a mio parere molto interessante, in quanto l’ing Keshe afferma di avere delle tecnologie in grado, tra le altre cose, di liberare l’umanità dal giogo del petrolio: Keshe promette energia libera per tutti! http://www.keshefoundation.org/en/
Ma non finisce qui, Keshe si distingue in quanto all’inizio di novembre ha consegnato a diverse ambasciate i progetti relativi alla sua tecnologia, in modo che i governi possano utilizzarla per il bene delle persone…
Avete sentito questa notizia  al telegiornale?
Cliccando qui, potete vedere la risposta ufficiale del sottosegretario di stato degli affari esteri che attesta l’avvenuta consegna dei progetti…
Perchè il telegiornale non ne parla? Dove sta l’informazione? 
Ancora una volta: il telegiornale non fa informazione, il telegiornale fa intrattenimento e trasmette solo quelle notizie ritenute adeguate e soprattutto non pericolose per determinati poteri forti che hanno il completo controllo dei sistemi di informazione!
Per quel che riguarda la politica il telegiornale ancora una volta non informa, non porta notizie, ma intervista le diverse fazioni che, in perfetto politichese, non dicono nulla! 
Le questioni davvero importanti vengono tralasciate o relegate in un piccolo servizio di 30 secondi in cui c’è a mala pena il tempo di introdurre il problema…
Un’ultima cosa, ti sei mai chiesto perchè ogni telegiornale, con tutto quello che abbiamo visto che succede ogni giorno in Italia, parla degli stessi avvenimenti di cui parlano anche tutti gli altri?
Facci caso, è questo che succede… Ogni telegiornale riporta pressapoco le stesse notizie di tutti gli altri…
Questo è il miglior modo per ingrandire determinati problemi in un determinato periodo, per fare in modo che tutti in bar, per le strade, al lavoro, parlino dell’assassino di turno e quindi si crei una forte attenzione intorno a quel caso, di conseguenza grandi ascolti che significano grandi ricavi per i media…
Se ogni telegiornale si occupasse di notizie diverse come si potrebbero organizzare talk show così seguiti? Come farebbero in queste trasmissioni a trovare un argomento di forte interesse che tenga incollato il pubblico? Concentrandosi invece tutti sugli stessi problemi si va a creare la moda del momento e tutti vorranno ascoltare gli esperti di turno che trattano quell’argomento: si avrà così il periodo in cui si parla solo di stupri, poi non se ne parla più per passare alle morti sul lavoro, ed ecco che ogni giorno arriva una notizia sul tema, poi basta si passa ad altro e come per magia sembra che non ci siano più morti sul lavoro ma magari una raffica di suicidi oppure di persone scomparse e così via…
È tutto un siparietto orchestrato per intrattenere le persone intorno a un argomento scelto ad arte: questa non è informazione, ma un ottimo modo per manipolare addirittura i sentimenti delle persone instillando a comando paura verso determinati argomenti piuttosto che altri, facendo vivere le persone in una finta realtà che non esiste!
In questo blog si parla di salute…
Ecco quindi un consiglio per migliorare la tua salute: guarda meno telegiornali, e prendi ogni cosa che viene detta con le molle. 
Renditi consapevole che il telegiornale non ti racconta la realtà, ma solo una piccola parte di essa e, in genere, ti racconta solo cose che non possono esserti davvero utili per migliorare la tua vita, le cose davvero importanti vengono tenute nascoste perchè troppo spesso andrebbero a danneggiare personaggi e multinazionali troppo potenti che hanno il completo controllo sui media…
Per esempio cliccando qui puoi trovare interessanti informazioni sugli inganni presenti nel cibo che mangi ogni giorno… Probabilmente nessun telegiornale ne parlerà mai in modo così chiaro e diretto! CIBIDAEVITARE.IT
Naturalmente tutto questo è solo un mio parere personale, ognuno è libero di credere a ciò che vuole!
Tratto da http://www.miglioriamoci.net

Read more http://www.miglioriamoci.net/telegiornale-inutile/

martedì 11 dicembre 2012

Obbiettivo: Elezioni 2013


Tre cose fondamentali abbiamo fatto con queste votazioni. Una è che abbiamo dato un voto libero e da questo voto libero è nata una cosa che voglio sottolineare: il voto alle donne. Se il voto fosse sempre stato libero, in Parlamento oggi avremmo molte più donne che uomini. La seconda cosa è il permettere di conoscere i candidati, che forse andranno in Parlamento, 3 mesi prima in modo che tu puoi andare lì, discutere, conoscerli, votarli o non votarli. Consigliarli o maledirli. E la terza cosa è che non abbiamo speso un euro. Tutto a costo zero.
A chi dice che non c'è stata democrazia perchè i voti sono stati pochi io faccio una domanda: quanti voti ha preso ognuno dei mille parlamentari oggi in Parlamento? Chi ha deciso di quella gente lì? Ve lo dico io: 5 segretari di partito. Non venite a rompermi i coglioni (a me!) sulla democrazia. Io mi sto stufando. Mi sto arrabbiando. Mi sto arrabbiando seriamente. Abbiamo una battaglia, abbiamo una guerra da qui alle elezioni. Finchè la guerra me la fanno i giornali, le televisioni, i nemici quelli veri va bene, ma guerre dentro non ne voglio più. Se c'è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e vafuori dalle palle. Se ne va. Se ne va dal MoVimento. E se ne andrà dal MoVimento. Noi dobbiamo avere una forza unita per arrivare a fare un risultato che mai potevamo aspettarci di avere. Abbiamo poco tempo e le nostre forze devono essere indirizzate su queste cose, sulle cose reali, sul Programma, su quello che porteremo avanti, sulla campagna che ci aspetta. All'ultimo sangue. Siamo in una guerra. Siamo con l'elmetto, così come siamo partiti. Chi è dentro il MoVimento e non condivide questi significati e fa domande su domande e si pone problemi della democrazia del MoVimento va fuori! Va fuori dal MoVimento. Non lo obbliga nessuno. E andranno fuori.

lunedì 10 dicembre 2012

SUL CORPO DI CUCCHI "C'È SANGUE DAPPERTUTTO"


Le parole scritte nero su bianco dalla sorella Ilaria: "Ora non si potrà più negare che abbia subito un feroce pestaggio"

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Riportiamo di seguito l'articolo della sorella di Stefano Cucchi, pubblicato su Huffington Post Italia

Milano. Sant'Ambrogio. La città è deserta per la festa del patrono. Io e mio padre siamo qui in piedi all'Istituto di medicina legale mentre professori consulenti e periti osservano al microscopio il corpo di mio fratello.

E' la riunione dove si esaminano i prelievi effettuati sulla colonna vertebrale di Stefano. L'ultima prima della perizia che verrà consegnata il prossimo 12 dicembre, in vista dell'udienza in Corte di Assise nell'aula bunker di Rebibbia che sarà celebrata il prossimo 19 dicembre. L'atmosfera è tesa.

Vedo le espressioni soddisfatte dei miei consulenti e percepisco l'imbarazzo di altri. "C'è sangue dappertutto", dicono i miei consulenti, alcuni annuiscono, altri tacciono.

Le ossa della colonna vertebrale di mio fratello sono piene di sangue, il quale invade anche il canale midollare. Ora non si potrà più negare che abbia subito un feroce pestaggio. l3, l5, s4 sono sigle che vogliono dire fratture, che vogliono dire dolore, che vogliono dire sofferenza, che vogliono dire morte.

Io lo vedo mio fratello in quelle condizioni, e osservo mio padre di fianco a me col cappotto, con le mani in tasca e lo sguardo basso perso nel vuoto.

Uno dei miei consulenti polemicamente si rivolge a qualcuno e dice: "l5 non è una frattura da bara, vero professore?". "Non è una frattura da bara, vero professore?", ripete più volte. Il professore è in imbarazzo, ha lo sguardo basso e ammette : "E' vero, non lo è".

Ora, se si vuol dare la colpa soltanto ai medici per quanto è successo al Pertini, sostenendo che le botte non c'entrano, bisogna affermare che se Stefano si fosse ricoverato per sbaglio il 17 ottobre stendendosi da solo su quel letto, sarebbe morto comunque e nello stesso modo.

Oppure occorre sostenere che un malato defedato, in pessime condizioni di salute, puó essere indifferente a traumi e fratture alla colonna vertebrale che gli vengano procurati prima della sua morte.

Siamo qui io e mio padre e il pensiero è unico. Quanta fatica ci chiede lo Stato per dover dimostrare ciò che è ovvio per tutti
Tratto da http://www.cadoinpiedi.it 

domenica 2 dicembre 2012

Tragedia ferroviaria in Calabria: sei morti Cancello sui binari: «Avevano le chiavi»


Nonostante siano passati 2 anni esatti dalla richiesta , gli RLS del settore condotta non hanno ricevuto nessuna informazione a riguardo.
Alla luce di questo tragico incidente si chiede un urgente intervento dei Dirigenti responsabili della DR Piemonte di Trenitalia nei confronti dei Dirigenti di RFI affinché si possa avere l’elenco dei PL gestiti da privati cittadini.
Elenco dei PL, con relativa progressiva chilometrica, ubicati sulle linee ferroviarie percorse dai treni condotti dai macchinisti rappresentati dagli RLS della DR Piemonte di Trenitalia.
Gli RLS sono fortemente determinati, nella fattispecie, a far rispettare l’art. 50 del Dlgs 81/08 affinché si possa ridurre il “Rischio alla fonte”.

Leggi tutti gli articoli:
http://www.corriere.it
http://www.lastampa.it
http://www.ilfattoquotidiano.it

Le nonne salveranno l'Italia?


"Quando nel 1991 durante il ventesimo e ultimo congresso del PCI nonna decise di strapparne la tessera, non solo del partito, ma pure quella elettorale, aveva solo 77 anni. Oggi, lucidissima, informata e gagliarda quasi 98enne mi ha chiesto se potevo andare a ritirare la sua tessera elettorale, perché deve votare per Beppe Grillo: "Nun me faccio grandi illusioni eh, - ha detto asciutta - ma speramo de mannà via tutti sti delinguenti e de vedé quarche cambiamento pe' la povera ggente! Stavorta ce vojo ariprovà a cambià le cose cor voto, altrimenti ce resta solo a rivoluzzione!". Siamo una banda di illusi, unici, pazzi, grandi, meravigliosi, visionari , italiani." Che sPalle (che spalle), roma

Tratto da http://www.beppegrillo.it

Loach: «Rifiuto il premio di Torino»

ken loach
Il regista britannico Ken Loach ha rifiutato il premio del Festival di Torino, motivandolo con un comunicato amaro per gli organizzatori, ma coerenti con la vita e gli ideali dell'artista. 

«È con grande dispiacere - si legge - che mi trovo costretto a rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno lavorato ai nostri film. I festival hanno l'importante funzione di promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un'eccellente reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l'amore e la passione per il cinema».

E prosegue «Tuttavia c'è un grave problema, ossia la questione dell'esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l'appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile». 

«A Torino - scrive ancora il regista - sono stati esternalizzati alla Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema (MNC). Dopo un taglio degli stipendi i lavoratori hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale. Ovviamente è difficile per noi districarci tra i dettagli di una disputa che si svolge in un altro Paese, con pratiche lavorative diverse dalle nostre, ma ciò non significa che i principi non siano chiari. In questa situazione, l'organizzazione che appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo, in questo caso, dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili».

«Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, 'Bread and Roses'. Come potrei - conclude Loach - non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni. Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio».

Tratto da http://www.unita.it

venerdì 23 novembre 2012

Colpito da infarto a Porta Susa ma il Frecciarossa non si ferma

Un uomo di 56 anni che si era sentito male poco dopo la partenza del treno da Torino, viene fatto scendere solo a Rho e muore sull'ambulanza nel tragitto verso l'ospedale. I passeggeri polemici: "Avere un malore su un treno ad alta velocità significa perdere la vita"


Colpito da infarto a Porta Susa ma il Frecciarossa non si ferma

Se un "Macchinista Unico/Solo" durante la condotta del treno fosse colto da malore improvviso in una galleria, su un viadotto, su linee ferroviarie inaccessibili alle auto ecc, come verrebbe soccorso e in quanto tempo?

Se ci fosse la concomitanza del malore del "Macchinista Unico/Solo" e del malore di qualche viaggiatore in tali circostanze come si organizza il soccorso?

Se ci fosse la concomitanza del malore del "Macchinista Unico/Solo" e un'avaria alla locomotiva in galleria, su un viadotto ecc, il capotreno che non sa né condurre il treno né operare sul Mezzo di Trazione, come "gestirebbe" il tutto e magari anche eventuali crisi di panico dei viaggiatori?

TALI DOMANDE NON POSSONO ESSERE PIU’ INEVASE.

martedì 20 novembre 2012

Repubblica.it rimuove il post di Odifreddi sul conflitto israelo-palestinese


Il matematico divulgatore scientifico riferendosi ai suoi lettori:  “Continuare sarebbe un problema. D’ora in poi dovrei ogni volta domandarmi se ciò che penso o scrivo può non essere gradito a coloro che lo leggono”. Odifreddi lascia il quotidiano online.
Ecco il post sul conflitto israelo-palestinese rimosso dal blog di Repubblica.it :
Dieci volte peggio dei nazisti (18)
Uno dei crimini più efferati dell’occupazione nazista in Italia fu la strage delle Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi “giustiziarono”, secondo il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per l’attentato di via Rasella compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio, nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A istituire la versione moderna della “legge del taglione”, che sostituiva la proporzione uno a uno del motto “occhio per occhio, dente per dente” con una proporzione di dieci a uno, fuHitler in persona.
Il feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l’ordine a Herbert Kappler, l’ufficiale delle SS che si era già messo in luce l’anno prima, nell’ottobre del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest’ultimo lo eseguì con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero di 320 stabilito dal Fuehrer. Dopo la guerra Kesselring fu condannato a morte per l’eccidio, ma la pena fu commutata in ergastolo e scontata fino al 1952, quando il detenuto fu scarcerato per “motivi di salute” (tra virgolette, perché sopravvisse altri otto anni). Anche Kappler e il suo aiutante Erich Priebke furono condannati all’ergastolo. Il primo riuscì a evadere nel 1977, e morì pochi mesi dopo in Germania. Il secondo, catturato ed estradato solo nel 1995 in Argentina, è tuttora detenuto in semilibertà a Roma, nonostante sia ormai quasi centenario.
In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli “atti terroristici” della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe. Il che d’altronde aveva già minacciato e deciso di fare a freddo, per punire l’Autorità Nazionale Palestinesedi un crimine terribile: aver chiesto alle Nazioni Unite di esservi ammessa come membro osservatore! Cosa succederà durante l’invasione, è facilmente prevedibile. Durante l’operazione Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi diHamas. Un rapporto di circa 241 cento a uno, dunque: dieci volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l’eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e dall’esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi.
Ma a far condannare all’ergastolo Kesserling, Kappler e Priebke ne è bastato uno solo, e molto meno efferato: a quando dunque un tribunale internazionale per processare e condannare anche Netanyahu e i suoi generali?
Piergiorgio Odifreddi
Tratto da http://ki.noblogs.org/?p=5387

venerdì 9 novembre 2012

Rls in Trenitalia Sicurezza e diritti indisponibili dei lavoratori.

IERI IN PIEMONTE UN ALTRO “MACCHINISTA SOLO” E’ STATO COLTO DA MALORE 

Video: Macchinisti ORSA contrari alla firma del contratto
Egregi Tutti
IERI IN PIEMONTE UN ALTRO “MACCHINISTA SOLO” E’ STATO COLTO DA MALORE IMPROVVISO DURANTE LA CONDOTTA DEL PROPRIO TRENO.
FORTUNATAMENTE E’ RIUSCITO A CONDURRE IL TRENO IN UNA STAZIONE PER FAR INTERVENIRE GLI OPERATORI DEL 118 SENZA “INSORMONTABILI DIFFICOLTA’”.
CON QUEST’ULTIMO DAL 2009 IN PIEMONTE CI SONO STATI 10 CASI DI MALORE DEL MACCHINISTA UNICO/SOLO.
DAL 2010 IN ALTRE REGIONI (Lombardia, Veneto, Emilia – Romagna, Campania) CI SONO STATI 4 CASI DI MALORE DEL “MACCHINISTA SOLO”.
QUESTI SONO I CASI “UFFICIALI”......NON SI CONOSCONO QUELLI “UFFICIOSI”.
CON L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO DEL MACCHINISTA SOLO, L’IVU E IL NUOVO ORARIO DI LAVORO PER IL “PERSONALE DEI TRENI”, A PARERE DEGLI RLS DEI MACCHINISTI, LA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI VERRA’ MESSA ULTERIORMENTE IN DISCUSSIONE.
Colgo l’occasione per ricordare a tutti noi la cogenza del principio giuridico dell’adempimento dell’obbligo datoriale di sicurezza della prestazione di lavoro (Cass. 5163/09).
L’AUTONOMIA ORGANIZZATIVA DEL DATORE DI LAVORO DELLE IMPRESE FERROVIARIE, SIA PUBBLICHE CHE PRIVATE, NON DOVRA’ MAI SCONFINARE NEL TERRITORIO DEI “DIRITTI INDISPONIBILI” DEI LAVORATORI QUALI SONO LA LORO SALUTE E LA LORO SICUREZZA!
L’AUTONOMIA ORGANIZZATIVA DEL DATORE DI LAVORO DELLE IMPRESE FERROVIARIE, SIA PUBBLICHE CHE PRIVATE, NON PUO’ “UMILIARE/VIOLENTARE” IL DIRITTO ALLA SALUTE DEI LAVORATORI.
SACRIFICARE AL “DIO PRODUTTIVITA’” LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI SIGNIFICA METTERE IN DISCUSSIONE I PRINCIPI COSTITUZIONALI SANCITI NEGLI ARTICOLI 2 – 3 – 32 e 41 della C.I..
E’ NECESSARIO UN DEFINITIVO INTERVENTO DEGLI ORGANI DEPUTATI ALLA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI PER FAR TRIONFARE LA CERTEZZA DEL DIRITTO!!!!