mercoledì 23 gennaio 2013

MPS, LA BANCA DEL PD CHE NEL 2012 E’ COSTATA 3,9 MILIARDI AGLI ITALIANI. PIU’ DEI TAGLI DELLA RIFORMA FORNERO

Uno dei motivi per cui non andremo in pensione!!

Bisogna soprattutto brevemente raccontare come l’Mps, grazie alla acquisizione sbagliata di Antonveneta e ad una lunga serie di operazioni speculative andate a male, da almeno un lustro si trova in cattive acque. Tanto che, nell’autunno del 2012, il governo Monti decreta, su un testo approvato da un relatore Pd ed uno Pdl, un aiuto alla banca senese pari a 3,9 miliardi di euro. Aiuto poi messo in discussione dal Bce ma superiore, dal punto di vista finanziario, ai “risparmi” che la riforma Fornero ha prodotto con i tagli alle pensioni. 

Questo per dire in che genere di politiche si è gettato il Pd. Per salvare una propria banca da uno sbilancio epocale, di proporzioni gigantesche, è entrato nel governo Monti legittimando le politiche di trasferimento delle risorse dello stato dalla spesa pubblica agli aiuti ai bilanci delle banche. Monti si è occupato, per dare un’idea sommaria dell’operazione, degli aiuti a banche greche, spagnole, portoghesi (che finiranno, in una partita di giro, alle banche tedesche e francesi) e al Pd è toccato il corposo aiuto a Mps. Aiuto che è servito, tra l’altro, ad evitare che la banca fosse commissariata dallo stato, disintegrando il residuo potere piddino senese e nazionale nei corridoi di Mps. Queste storie hanno sempre la caratteristica di fornire nuovi capitoli. Pochissimi giorni fa, con delle prove fornite dal Fatto Quotidiano, esce la prova inoppugnabile che Mussari, allora presidente di Mps e fino a poche ore fa presidente dell’associazione delle banche italiane (praticamente un ministro), aveva fatto una pesante operazione di cosmesi finanziaria con il bilancio 2009 del Monte dei Paschi. In poche parole aveva acquisito come attivo una serie di pericolosi derivati, contratti con una banca giapponese, che altro non erano che letali bombe ad orologeria nei bilanci della banca senese. E bravi Monti e il Pd, con il concorso del Pdl, che hanno decretato aiuti, e di quali proporzioni, ad una banca che è piena di vere e proprie bombe ad orologeria finanziarie. Tutto questo per sottrarre la banca ad un vero controllo pubblico.

lunedì 21 gennaio 2013

Financial Times: “Monti non è l’uomo giusto per guidare l’Italia”

ROMA – “Monti non è l’uomo giusto per guidare l’Italia”. E’ quanto titola il Financial Times on line in un editoriale di Wolfang Munchau spiegando che il suo ‘”governo ha provato a introdurre riforme strutturali modeste” annacquate fino alla “irrilevanza macroeconomica”. ”Ha promesso riforme” finendo per ”aumentare le tasse”: ”ha iniziato come tecnico ed e’ emerso come un duro politico” prosegue l’Ft sottolineando che anche sul calo dello spread, molti italiani ”sanno che è legato a un altro Mario, a Draghi”. L’articolo, che riecheggia il famoso “Berlusconi unfit” (inadeguato) dell’Economist, mostra tutta la delusione di un pezzo importante dell’establishment finanziario europeo verso il Professore, declassato nel “rating” politico da salvatore della Patria a promessa mancata.
In effetti, per dire di un patrimonio di fiducia via via eroso fino all’esaurimento, lo stesso Economist, preoccupato per “l’esordio poco propizio” nella campagna elettorale, aveva sottolineato come la salita alla politica del rassicurante Professore, lo avesse trasformato nel primo fattore di instabilità. EDie Welt, in Germania, non ha apprezzato il nuovo Monti “in guantoni da boxe” mentre laSueddeutsche Zeitung è sconcertata dalla tattica da “funambolo” necessaria per sparigliare la logica bipolare. Mena fendenti a destra e a sinistra rendendo ancora più confuso lo scenario politico.
Tornando al Financial Times. Il quotidiano nota come Pierluigi Bersani, pur avendo sostenuto le politiche di austerità, adesso tenta di prenderne le distanze. Il leader del Pd si è inoltre mostrato “esitante” rispetto alle riforme strutturali anche se – nota l’Ft – potrebbe avere, rispetto a Monti, una chance maggiore, seppur marginale, nel confronto con Angela Merkel grazie alla sua migliore possibilità di collaborazione con Francois Hollande, il presidente francese socialista.
Monti invece, prosegue il quotidiano, da premier non ha detto alla cancelliera tedesca “che l’impegno per la moneta unica sarebbe dovuto dipendere dall’unione bancaria”, dagli eurobond e da “politiche economiche più espansive da parte di Berlino”. Per quanto riguarda, invece, Berlusconi l’Ft nota che l’alleanza con la Lega, seppur indietro nei sondaggi, sta avanzando: “fino ad ora la campagna dell’ex primo ministro è stata positiva. Ha lanciato un messaggio anti-austerità cui è sensibile l’elettorato deluso. E ha inoltre continuato a criticare la Germania per la sua riluttanza ad accettare gli eurobond e a permettere che la Bce acquistasse bond italiani incondizionatamente”.
Ft torna poi su Monti ricordando anche che tra i suoi argomenti c’è stato quello di aver salvato l’Italia dal “baratro” e da Silvio Berlusconi. Per il Professor Munchau si augura così che la ”storia gli accordi un ruolo simile a quello giocato da Henrich Bruning, il cancelliere tedesco tra il 1930-1932. Anche lui è stato parte di un consenso prevalente sul fatto che non ci fosse alternativa all’austerity”, conclude nell’articolo chiosando che ”L’Italia ha ancora poche scelte. Ma le deve fare”.

venerdì 18 gennaio 2013

Ospedale: "Ecco i problemi che ho visto Serve una class action"


ospedale Papa Giovanni XXIII
In ospedale dal 18 dicembre scorso per seguire il padre malato, un lettore elenca tutti i difetti e le carenze dell'ospedale Papa Giovanni XXIII e chiede quando si aprirà una class action per risarcire i cittadini dei soldi buttati. Ecco la lettera: 

"Scrivo la presente nella speranza stimolare un poco di senso civico che induca, chi può farlo, di andare a ad indagare sullo scandalo del nuovo ospedale.
Sto frequentando il nuovo ospedale dal 18 dicembre, data di trasferimento di mio padre dal vecchio ospedale al nuovo e ho potuto riscontrare una serie di difetti e di carenze che mi hanno lasciato sbigottito, incredulo e furioso per la grande quantità di denaro pubblico e quindi anche mio che è stato gettato in un’opera che, anche un “non competente” come il sottoscritto, può cogliere come assolutamente inadeguata.
Nel corso delle mie quotidiane visite alla struttura ho potuto riscontrare i seguenti difetti e/o carenze:
Accesso all’ospedale
Provenendo da Bergamo non esistono continuità di marciapiede e pista ciclabile per cui un pedone è costretto ad attraversare via Martin Luther King 2 volte per poter usufruire di marciapiede (forse nessuno ha informato il sindaco Franco Tentorio ed il suo predecessore Roberto Bruni che si intendeva costruire un ospedale, che tale ospedale è attualmente in utilizzo e che pertanto era necessario provvedere a realizzare circa 100 m circa di marciapiede in occasione del rifacimento dell’asfalto per garantire un minimo di sicurezza ai pedoni);
- giunti alla rotatoria il marciapiede si interrompe per cui si deve percorrere la strada a Nord della struttura a bordo strada in condizioni di rischio, non c’è neppure uno scivolo che conduca al percorso pedonale del parcheggio che dista circa tre metri ma è separato da una aiuola (ovviamente i pedoni, compreso il sottoscritto, tagliano nell’aiuola); provenendo dalla via Martir Luther King la segnalazione del pronto soccorso è invisibile, sembra che l'accesso “ufficiale” sia dalla circonvallazione?!
Parcheggio
Le panchine in legno collocate nel parcheggio e all’ingresso si stanno gravemente deteriorando, la vernice protettiva si stacca in più punti (è incredibile che una azienda metta i propri dati su un materiale di così scarsa qualità);
- in alcuni vialetti (non capisco perché in altri no) sono collocati degli scarichi minuscoli i cui tubi di deflusso (ho tolto i coperchi) sono in alcuni casi parzialmente riempiti di ghiaia tonda (vandalismo?);
- non esiste parcheggio biciclette o moto per cui ogni struttura verticale disponibile è utilizzata per legare le biciclette, dal 26 dicembre sono stati collocati ridicoli cartelli in carta, anche se piove, che vietano il parcheggio nell’area antistante l’ingresso.
Ingresso all’ospedale
Le “guarnizioni” che fanno da cornice ai vetri delle porte di ingresso si staccano in più punti; una delle quattro porte scorrevoli è uscita dalla sede e costituisce un pericolo (rilevato il giorno 26 dicembre), successivamente è stata risistemata intervenendo anche sulla pavimentazione in legno che è stata in parte levigata e coperta con un profilo in acciaio.
- Corridoi d’accesso alle torri sono presenti vetri rotti; la pavimentazione in legno è danneggiata in più punti con distacco delle listerelle, in altri punti sono presenti evidenti rattoppi di pessima qualità.
- Uscita opposta rispetto all'entrata principale un pannello della parete è sfondato.
- Scale di accesso torre cinque e ascensori la porta di accesso a piano terra è danneggiata: difficile da aprire e parzialmente deformata; la porta di accesso ai reparti del primo o secondo piano è parzialmente deformata e molto rumorosa (basterebbe un poco di lubrificante);
- anche alcune porte di sicurezza sono più o meno gravemente danneggiate; uno dei due fermo porta fissati al muro del primo o secondo è quasi completamente staccato dal muro (è interessante vedere la qualità dei materiali utilizzati per il fissaggio al muro (il più incapace tra gli appassionati di fai da te saprebbe fare di meglio); accedendo dalle scale non vi sono indicazioni del piano, sono leggibili solo aprendo la porta di accesso al piano;
- il 25 dicembre uno dei due ascensori è fuori servizio.
Torre cinque, terzo piano
I meccanismi magneto-meccanici di controllo delle veneziane delle finestre del corridoio Nord, lato Est si sono già staccati (interessante vedere il sistema di “incollaggio” dei meccanismi al vetro);
- corridoio Nord, lato Ovest è presente una bolla nel pavimento.
Torre cinque, terzo piano
Stanza 5320-5321 lo “zoccolino” sotto la finestra è rifinito in modo indecente con cemento a vista; la fascetta di protezione posta sopra la porta scorrevole era staccata già al secondo giorno, è stata rifissata dopo due o tre giorni; le serrature di alcuni armadietti non funzionavano, è stato necessario l’intervento di un fabbro; non è stata collocata la consueta fascia che protegge il muro dai danni che involontariamente possono essere fatti con sedie o con il tavolino; la stanza, così come le altre, ha finestre non apribili (ci saranno anche le più valide ragioni tecniche ma  chiedere ai pazienti quali sono le condizioni di vivibilità).
Organizzazione
Non esiste un’area dove prelevare i pazienti dimessi oppure portare i pazienti ricoverati. Ho contattato l’ufficio informazioni che mi ha proposto, in alternativa al parcheggio ordinario, di parcheggiare nell’area taxi in prossimità dell’ingresso esibendo sull’auto il cartellino di dimissione e prelevare con sollecitudine il paziente dimesso.
Questa opzione è quantomeno ridicola in una struttura nuova in quanto obbliga l’utente ad occupare un’area che non è a lui destinata e, nei mesi freddi, costringe inoltre il paziente a percorrere un tragitto esterno (pioggia, neve, freddo non sono l’optimum per chi è stato per giorni in ospedale). Mi pare veramente incredibile che in fase di progettazione ed organizzazione dei lavori non sia stato previsto, cosi come avviene negli aereoporti (area arrivi e area partenze, uno spazio protetto dedicato alle accettazioni e alle dimissioni. (a questo riguardo ho contattato l’URP che mi ha prontamente risposto tramite la dottoressa Luigia Iamele Responsabile Ufficio Relazioni con il Pubblico, che sottoporrà tale problema alla direzione).
Consideriamo anche l’ipotesi di una partoriente che venga accompagnata in ospedale, l’accompagnatore parcheggerà l’auto magari a 2-300 metri dall’ingresso nel caso non trovi posto più vicino, si reca a prelevare una carrozzina nell’atrio, torna dalla partoriente e poi la trasporta in ospedale (ovviamente se nel frattempo non ha già partorito).
Tutto questo è quanto ho potuto vedere frequentando per pochi giorni un’area percentualmente molto ridotta della nuova struttura, immaginando che lo standard medio sia questo ritengo vi siano gli elementi perché i cittadini intraprendano un class action per riavere i soldi buttati.
Non dimentichiamo che l’ospedale è costato più di 500.000.000 di euro (1000 miliardi delle vecchie lire cifra che fa un certo effetto) che suddiviso per una ipotizzabile utenza di 500.000 persone comporta un costo sostenuto da ogni utente di 1.000 euro a testa.
Che cosa si sarebbe potuto fare investendo la cifra nella vecchia struttura, nella quale peraltro molti padiglioni sono praticamente nuovi o ristrutturati? Mi vengono in mente cardiologia e pediatria.
Sono consapevole che i alcuni dei difetti riscontrati possono essere singolarmente presi delle inezie ma se l’intera struttura è stata edificata in questo modo quali saranno i costi di gestione che, per l’incapacità e probabilmente la disonestà di alcuni, dovrà accollarsi l’intera collettività?
Non cito inoltre le “voci” che ho sentito sul funzionamento delle sale operatorie, le disfunzioni riguardanti le attrezzature specifiche e altro in quanto non possiedo prove dirette.
A questo riguardo ho pungolato medici ed infermieri e, senza essere un giornalista, ho sentito affermazioni sul nuovo ospedale che mi hanno ulteriormente disgustato.
Più persone del settore mi hanno riferito che l'ospedale è stato costruito nonostante il parere negativo del geologo. Si tratta evidentemente di una classica ricetta italiana in cui si mescolano incompetenza, corruzione, fantasia, pressapochismo e altri ingredienti minori sapientemente mescolati.
Sarei interessato a conoscere i pareri dei cosiddetti tecnici che hanno o avranno il coraggio di certificare l’opera nonché conoscere le parcelle ricevute dai cosiddetti direttori dei lavori che teoricamente dovrebbero essere i responsabili della scelta dei materiali e della corretta esecuzione dei lavori.
Chiacchierando delle disfunzioni e delle criticità riscontrate con il degente ricoverato nella stanza di mio padre lo stesso ha affermato: “Speriamo che lo salvi il nome” ed io ho aggiunto: “In tal caso Papa Giovanni diventerebbe immediatamente santo!”
Concludo esprimendo disgusto ed il mio stupore quando poi leggo che il signor Roberto Formigoni dichiara che l’incremento di spesa ha tra le cause l’imprevista infiltrazione di acqua (forse il “celeste” e con lui tutti i tecnici e funzionari che hanno “seguito” l’opera non sono stati informati che nell’Ottocento una tra le più diffuse attività nell’attuale quartiere di Loreto era il pescatore?).
Forse è meglio attendere prima di vendere il vecchio ospedale.
Ringrazio per l’attenzione e spero che questo sfogo possa costituire un contributo perché si avvii una inchiesta che possa magari approdare ad una indagine che valuti eventualirisvolti penali .
P.S. l'Ufficio relazioni con il pubblico dell'ospedale ha promesso di rispondere entro breve alle mie osservazioni.
Claudio Vegini


mercoledì 16 gennaio 2013

Parma pulita, Parma a 5 Stelle


"Arresti clamorosi a Parma da parte dalla Guardia di Finanza condotta per conto della Procura. Arrestati il consigliere regionale del Pdl Luigi Giuseppe Villani, l'ex sindaco di Parma Pietro Vignali, l'ex presidente della società partecipata comunale Stt Andrea Costa e l'editore del quotidiano Polis e presidente del cda di Iren Emilia Angelino Buzzi. Mi raccomando, continuate a esaltare la Lega che si allea a questi delinquenti! Continuate a votare per B! E continuate ad attaccare il M5S, che ci fate proprio una bella figura! Dalle prime informazioni risulta che i 4 "hanno tenuto costantemente, nel corso di più anni, una condotta fraudolenta finalizzata ad accumulare ingenti ricchezze da destinare ad usi strettamente privati", tra cui il "finanziamento della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Parma del 2007", il "controllo della stampa locale" e la "fidelizzazione della popolazione parmense e non ad un particolare 'movimento' politico anche al fine di una eventuale candidatura alle successive elezioni politiche nazionali". 17 indagati. Sequestrati beni per circa 3,5 milioni di euro e disposto il sequestro di beni mobili ed immobili. A settembre era stata la volta dell'operazione Easy Money e in manette era finito l'assessore alla Scuola Giovanni Paolo Bernini, per tangenti legate alle mense scolastiche.
viviana.v v., Bologna

venerdì 11 gennaio 2013

Alert Terza Guerra Mondiale, cause e scenari

Le isole giapponesi Senkaku, rivendicate dalla Cina, continuano ad essere motivo di ostilità tra le due potenze asiatiche.
Si profila uno scontro Atlantico-Orientale. Non solo Medioriente, Iran e Corea del Nord: sono almeno otto le possibili cause scatenanti di un conflitto internazionale. Tra queste la crisi economica, di Giuseppe Cirillo

ROMA (WSI) - Ormai diversi analisti e giornalisti avanzano sempre più l’ipotesi che la grave crisi economica che sta massacrando le economie occidentali possa sfociare in un conflitto di scala mondiale. Tra il 2013 e il 2015 effettivamente una nuova grande guerra potrebbe abbattersi sulle nostre vite. Ma facciamo un riepilogo delle scintille che attualmente potrebbero generare questo catastrofico scenario:

1) Isole Senkaku: le isole giapponesi rivendicate dalla Cina continuano ad essere motivo di ostilità tra le due potenze orientali e con la nomina del nazionalista Abe come premier giapponese e dell’ambizioso Xi Jinping come presidente cinese, la situazione non può che peggiorare.

2) Corea: la Corea del Nord sembra non fare nessun passo indietro nella sua politica di sfida verso gli USA e verso la Corea del Sud e un incidente al confine può capitare in qualsiasi momento e degenerare in uno scontro a fuoco.

3) Elezioni in Israele: la probabile vittoria dell’attuale premier israeliano appoggiato dall’estrema destra, sarà seguita sicuramente da una politica aggressiva nei confronti dei palestinesi e dell’Iran destabilizzando per l’ennesima volta il Medio Oriente.

4) Siria: Assad sembra aver ripreso forza e sta gradualmente sconfiggendo le forze ribelli, un possibile intervento dei paesi stranieri contro l’attuale regime potrebbe portare al coinvolgimento della Russia, che ha nella Siria un sicuro alleato poiché gli offre l’accesso navale al Mediterraneo e blocca la concorrenza dell’eventuale passaggio di gasdotti arabi verso l’Europa.

5) Iran: nel 2013 ci saranno anche le elezioni in Iran e queste saranno molto determinanti, perché se il regime degli Ayatollah continua con la sua politica nucleare, un attacco preventivo di Israele si farà sempre più probabile.

6) Isole Malvinas/Falkland: l’Argentina rivendica le isole e il premier inglese Cameron si è detto pronto a combattere per difenderle.

7) India: continua il riarmo indiano e le tensioni con l’Italia potrebbero degenerare nel caso i due soldati venissero condannati, essendo questi militari di un paese della Nato.

8) Ad aggiungersi a tutti questi focolai, c’è la crisi economica in peggioramento che metterà sempre più sotto pressione tutte le potenze mondiali, che potrebbero usare la guerra come valvola di sfogo dei loro problemi interni. Inoltre, c’è sempre la possibilità di attentati inattesi o rivoluzioni che cambierebbero gli scenari attuali.

Ora vorrei descrivere un possibile scenario bellico e dividerò, per semplificare, i paesi in due alleanze principali (ciò non toglie che potrebbero essere tre): alleanza atlantica (filo-americana) e alleanza orientale (filo-cinese). Inoltre dividerò gli stati in tre categorie: sicuri, probabili e possibili in base alla probabilità che essi siano schierati in queste due fazioni.

ATLANTICA

SICURI: Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Corea del Sud, Israele, Canada, Australia
PROBABILI: Unione Europea, Monarchie del Golfo, Turchia, Messico, Taiwan
POSSIBILI: Cile, Colombia, Sudafrica

ORIENTALE

SICURI: Cina, Corea del Nord
PROBABILI: Iran, Siria,Maggioranza Paesi SudAmerica, Maggioranza Paesi Asiatici
POSSIBILI: Russia e stati CSI, India, Maggioranza Paesi Africani

Questi sono i due schieramenti più probabili. Possiamo prendere in considerazione però alcune problematiche che renderebbero la situazione più complessa: l’Unione Europea potrebbe spaccarsi e scegliere la neutralità; la Russia non è poi così vicina alla Cina e potrebbe scegliere di essere neutrale o combattere una guerra parallela alla Cina, l’Unione Europea e la Russia negli ultimi anni si sono molto avvicinate, una guerra tra loro sarebbe molto dolorosa data la vicinanza territoriale e il rapporto commerciale per quanto riguarda il gas. Inoltre, sarebbe difficile un’alleanza dove sono presenti Israele e le Monarchie Arabe con la Turchia, se ci sarà una politica aggressiva verso i palestinesi; non nego che potrebbe esserci anche un’implosione economica degli USA prima o dopo il conflitto con possibili stravolgimenti di fronte.

In conclusione, lo scenario principale è uno scontro tra Usa (ed alleati) contro Cina (ed alleati). Anche perché entro il 2020 la Cina sarà la prima potenza economica e militare e gli Usa dovranno impedirlo in qualsiasi modo.Rimangono incognite le posizioni dell’Unione Europea, della Russia e dell’India.

Per quanto riguarda i paesi sudamericani, data la forte espansione di una politica anti-occidentale, il loro schieramento vicino alla Cina lo ritengo molto probabile. La mia opinione è che se scoppierà questo conflitto, non sarà un conflitto tradizionale con due schieramenti ben delineati, ma potrebbe essere una guerra con alleanze e fronti mutevoli, una guerra liquida, insomma. Prevedo, infine, un’accendersi delle tensioni nel 2013 e lo scoppio della guerra nel 2014.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Hescaton - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

mercoledì 9 gennaio 2013

Una svolta epocale!


"Il MoVimento 5 Stelle ha scritto oggi una pagina di storia in Sicilia. Per la prima volta nella vita dell'Assemblea regionale siciliana un gruppo parlamentare ha rimandato al mittente gran parte della busta paga. Cancelleri e gli altri 14 deputati hanno girato, tramite bonifico sul conto corrente generale dell'Ars, oltre 123 mila euro in totale, trattenendo per sé 2500 euro più rimborsi spese (documentati), relativi alla mensilità di dicembre.I deputati M5S hanno rinunciato pure all'auto blu per il vice presidente Antonio Venturino e a 6638 euro al mese, derivanti dalla indennità di carica spettante ai segretari, vicepresidente e presidente di commissione e al vicepresidente vicario dell'Assemblea. Questo per dare un'impronta etica all'attività politica. E' infatti immorale portare a casa cifre intorno a 15.000 euro al mese, in un momento di crisi economica come quello attuale. Le restituzioni all'Ars non si limiteranno solo al mese di dicembre, ma continueranno per l'intera durata della legislatura. Mentre la politica riesce a conquistare i riflettori per sprechi, truffe ed appropriazioni indebite il MoVimento 5 Stelle si muove in direzione opposta. I quindici deputati M5S hanno presentato un disegno di legge per la riduzione dei costi della politica. Una volta approvato il disegno di legge presenteremo al Consiglio di presidenza la nostra poposta che prevede retribuzioni di 5000 euro lorde a deputato. Le somme restituite dai deputati e attualmente "parcheggiate" nel conto corrente dell'Ars confuiranno successivamente alla Regione, quando sarà approvata la legge di stabilità, per finanziare un progetto di microcredito destinato alle imprese." MoVimento 5 Stelle Sicilia

venerdì 4 gennaio 2013

Dialogo tra un italiano qualunque e lo spread

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Dialogo tra un italiano qualunque e lo spread.

Italiano qualunque: "Si presenti, non parlo inglese e non so nulla di economia"
Spread: "Sono un differenziale tra gli interessi di un'obbligazione e quelli di un titolo di riferimento. Ad esempio se un BTP ha un rendimento del 6% e il corrispettivo titolo di Stato tedesco con la stessa scadenza lo ha del del 2%, il mio valore è di 6 − 2 = 4 punti percentuali,ovvero di 400 punti base"
Italiano qualunque: "Quindi lei è un differenziale, più la differenza aumenta tra i nostri titoli e quelli degli altri Paesi, più dobbiamo pagare di interessi"
Spread: "To spread vuole dire "allargare", più mi allargo, più diventa largo il fosso. Io sono un fosso."
Italiano qualunque: "Si, ma io che c'entro con lei, io non ho comprato né titoli italiani e neppure tedeschi"
Spread: "Il suo Stato vive grazie alla vendita dei debiti, ne accumula circa 100 miliardi di euro all'anno. Lei è italiano, quindi corresponsabile, non può tirarsi fuori. Chi compra i vostri debiti sa che corre un rischio di insolvenza, quindi che, in sostanza, potrebbe perdere tutto o parte dell'investimento. Meno si fida, più chiede di interessi".
Italiano qualunque: "Quindi chi compra i titoli tedeschi li vede come un bene rifugio. Sa che non ha alcun rischio sul capitale e si accontenta di un interesse basso".
Spread: "Esatto. Più siete inefficienti come Stato, più dovete pagare di interessi. Per chi compra è come giocare alla roulette. Si ricorda l'Argentina e i tango bond?"
Italiano qualunque: "Ma il debito può solo salire o anche scendere? Siamo arrivati a 2.000 miliardi di debito pubblico, qual è il limite, cosa c'è oltre lo spread?"
Spread: "Vedo che lei comincia a seguirmi. Oltre lo spread, quando il fosso diventa una voragine, c'è il default. Se voi vivete di debito e continuate a crearlo, a causa della vostra irresponsabilità politica, gli interessi aumentano in modo progressivo perché dovrete vendere nuovi titoli di Stato per pagare gli interessi che via via si accumulano. Il debito è una spirale. Voi siete nella spirale".
Italiano qualunque: "Come si esce dalla spirale?"
Spread: "Si tagliano le spese non necessarie o si rinegoziano ("ristrutturano" è più dolce) gli interessi sul debito. In caso contrario gli interessi erodono nel tempo lo Stato sociale. Si chiudono scuole, ospedali, servizi pubblici, si spengono i lampioni delle strade, mentre il debito aumenta, implacabile."
Italiano qualunque: "Si, d'accordo. Ma come è possibile che Rigor Montis ci abbia ammazzato di tasse e il debito sia aumentato?"
Spread: "Il debito è aumentato perché si è intervenuti sui ricavi, sulla tassazione diretta e indiretta, facendo fallire migliaia di imprese, distruggendo il settore immobiliare e diminuendo i consumi, e non sulle spese e sull'efficienza. Il risultato è che la vostra economia è peggiorata, basta vedere il rapporto PIL/debito pubblico che si sta avvicinando a quello della Grecia di due anni fa"
Italiano qualunque: "Senta, non capisco, ma se l'economia italiana va a rotoli, perché lei è migliorato?"
Spread: "Lei non solo non capisce di economia e non parla inglese, ma crede ancora nelle favole. Il mio valore attuale non ha nulla a che fare con la vostra economia. Lo capisce anche un bambino. Tutti gli indici economici dell'Italia sono negativi, i peggiori dal dopoguerra e io sono sotto i 300 punti. Che c'entro io allora con la vostra economia. Mi permetta, lei è uno che legge solo i giornali, per questo mi fa queste domande".
Italiano qualunque: "Qual è allora il motivo della sua discesa?"
Spread: "Vuolsi colà dove si puote, nelle agenzie di rating, direbbe il vostro Dante. Però le do qualche indizio. Rigor Montis ha riportato a casa centinaia di miliardi di vostro debito dalle banche francesi e tedesche e quindi il problema del debito sta diventando solo vostro e io c'entro sempre di meno. Quando il vostro debito pubblico ve lo sarete ricomprati al l'80/90% a nessuno interesserà più lo spread. Questa è la missione di Rigor Montis, far ritornare il debito in patria, impoverendo il Paese."
Italiano qualunque: "Quindi, nel tempo, lei sparirà di scena e ci rimarrà un debito pubblico enorme, tutto sulle nostre spalle, che nessuno all'estero ci comprerà più e per metterlo sotto controllo ci vorranno decenni attingendo ai risparmi degli italiani".

Spread: "Chi vive di debito, muore di debito. Auf wiedersehen, mio caro amico"

Tratto da http://www.beppegrillo.it

BILDERBERG ITALIA/ Tutto ruota intorno all'Aspen Institute: ecco nomi, intrecci e obiettivi


Nella centralissima Piazza Navona, al civico 114, sorge Palazzo Lancellotti, un edificiorisalente al XVI° secolo, dove ha sede l’Aspen Institute Italiauna sorta di filiale “locale” – ma conramificazioni internazionali – del Club BilderbergStiamo parlando del cuore del Potere italiano,tutto concentrato nell’AspenBasta infatti leggere i nomi di chi ne fa parte e studiare gli intrecci trapoliticaimprenditoriafinanza e media portati avanti in assoluta segretezza, a discapito del popolosovrano, per capire che ci troviamo di fronte al Sistemaquello con la S maiuscola.


In pochi si chiedono come il Bilderberg stiadavvero influenzando il Potere delle nazioniAncheperché il Club elitario incontratosi il 13novembre a Roma non agisce direttamente suivari governi ma piuttosto cerca di influenzarepoliticaeconomiafinanza e media tramite filialilocali ramificate ovunqueall’interno delle qualisiedono gli influencers di turno.
Nel Belpaese questo compito spetta all’AspenInstitute Italia, fondato nel 1950 dagli stessicomponenti del Bilderberg che avevano bisogno di un ulteriore network internazionale con cui analizzare, controllare e manovrare la geopolitica globale attraverso interconnessioni tra i vari Paesi. L’Aspen - presente anche negli States, in Francia, Germania, Giappone, India, Romania e Spagna – serve esattamente per questo scopo. 
In Italia ha avviato la sua attività nel 1984 e ha due sedi, una nella centralissima Piazza Navona a Roma, al civico 114 del Palazzo Lancellotti, e l’altra a Milano, in via Vincenzo Monti 12, tra Corso Magenta e il Castello Sforzesco.
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Curiosità: allo stesso civico milanese dell’Aspen risulta una sezione del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri. 
   
ANALOGIE COL BILDERBERG: VIGE L’OMERTÀ
dibattiti nelle sedi nazionali infatti si tengono rigorosamente a porte chiuse e lontani dapersone non appartenenti “al Sistema”Nessuno sa infatti quando si riuniscono e non trapelamai quanto si dicono se non negli argomenti di politica economica che appaiono nella rivistaspecializzata “Aspenia rivista” dove è stato spiegato anche il funzionamento del Bilderberg.L’unico diktat che viene fuori è il “distruggere per creare”che ricorda tanto da vicinoquello che sta succedendo – soprattutto in Europa – dove per creare un Nuovo Ordine ènecessario smantellare il precedente.
Ed ecco che il lavoro sporcocui i politici italiani non hanno saputo adempiereviene realizzatoin prima persona dai membri dell’AspenTra cuiça va sans dire, l’esimio Mario Monti. Come far digerire tutto questo all’opinione pubblicaCi pensa la stampabellezza, o quantomenoquella asservita (la maggior parte) al SistemaBasti pensare che Presidente del The Aspen Institute è Walter Isaacson, ex direttore del Time ed ex amministratoredelegato della CnnOggi lavora con Obama.

L’ORGANO DIRETTIVO DI ASPEN ITALIA
Al contrario del Bilderbergperòsul sito  Aspen Italia mette a disposizione dei pochicuriosi i nomi di chi ne fa parte. Solo a guardare i quattro presidenti onorari vengono ibrividiperché risulta facile comprendere come il nuovo che avanza è sempre figlio del vecchioche non muore mai: e infatti troviamo Giuliano Amatoil “tecnico” cui dobbiamo la svenditadella lira; l’economista Carlo Scognamiglio, ex Ministro della Difesa sotto il GovernoD’Alema (’98-’99), dopo essere stato Presidente del Senato con i voti di Forza Italia; spuntapersino il nome dell’ex socialista Gianni De Michelistravolto dallo scandalo Tangentopoli,condannato in via definitiva a 1 anno e 6 mesi patteggiati per corruzione nell'ambito delletangenti autostradali del Veneto e 6 mesi patteggiati nell'ambito dello scandalo Enimont, maevidentemente degno di pasteggiare con la crème del Potere italiano. Il quarto ed ultimopresidente onorario è Cesare Romiti, ex dirigente della Fiat, cui nel 2000 la Cassazione haconfermato  la condanna a undici mesi e dieci giorni di reclusione per falso in bilancio,finanziamento illecito dei partiti e frode fiscale relativa al periodo in cui ricopriva la carica diamministratore delegato del gruppo Fiat, consigliere in RcsMediaGroup e Impregilo.
Come potete notare c’è un trasversalismo politico-imprenditoriale da brividi.
Chi è il Presidente dell’Aspen Italia? Giulio Tremonti, il potentissimo ministro dell’economia del berlusconismo. E tra i 4 vicepresidenti spuntano amici e (presunti) nemici, persone con cuiTremonti dovrebbe accapigliarsi e con le qualievidentementeva d’amore e d’accordo: Enrico Letta, dirigente del battagliero e antiberlusconiano Pd; John Elkann, Presidente Fiat, eLucio Stanca, ex senatore di Forza Italia famoso per aver fondato il partito insieme a Berlusconi nel 1994. Contribuì alla nascita di Forza Italia anche il segretariogenerale Angelo Maria Petroni.
Capito ora perché l’opposizione, da chiunque venga rappresentata, non contrasta mai con veemenza le decisioni del Governo? Tutto viene anticipatamente deciso nelle riunioni dell’Aspen. O vogliamo credere alla favoletta che in quei meeting Tremonti, Elkann e Letta parlano di dove andare a sciare d’inverno o a prendere il sole d’estate?

aspen_italiaIL CUORE DELL’ASPEN: IL COMITATO ESECUTIVO. POLITICI, ECONOMISTI, IMPRENDITORI E GIORNALISTI.
È proprio nell’organismo di governo dell’Aspen che si incontrano le menti finissime, elitarie e potenti che fanno capo al Bilderberg e hanno il dovere di influenzare, poi, i poteri politico, economico, imprenditoriale e mediatico.
Tra i componenti del comitato, oltre al vicepresidente John Elkann – habitué nelle riunioni Club Biderberg - troviamo anche l’attuale presidente del Consiglio Mario Monti, altro esponente di spicco del “circolo dei potenti”. Bilderberghiano - ha partecipato anche all’incontro in Virginia – è anche il dirigente Enel Fulvio Conti, così come vicino a questo mondo è l’incompreso (ma col senno di poi tante cose si capiscono) attuale Ministro ai Beni CulturaliLorenzo Ornaghi.
Non poteva di certo mancare Fedele Confalonieri, Presidente Mediaset e “yes man” di Silvio Berlusconi. Nell'aprile 2008 viene rinviato a giudizio dal gup di Milano con l'accusa di frode fiscale: la procura contesta  presunti reati commessi in un periodo compreso tra il 2001 al 2003. Il 20 febbraio dell’anno successivo è stato rinviato a giudizio per favoreggiamento nell'ambito dell'inchiesta sulla bancarotta di Hdc, la società di sondaggi diretta da Luigi Crespi.
L’altro che ha avuto a che fare con la giustizia, e con Berlusconi, è l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, zio del vicepresidente Enrico in quota Pd. Questa sarebbe una storia da libro cuore: lo zio berlusconiano e il nipote anti-berlusconiano s’incontrano nelle segrete stanze dell’Aspen e – chissà – sotto la regia (occulta?) di Monti, Confalonieri e Tremonti, trovano la quadra di un rapporto a dir poco ambiguo. Sarebbe da libro cuore, se non fosse che questa gente gioca a risiko sulla pelle dei cittadini.
Anche Gianni Letta risulta indagato, dal novembre 2008, per i reati di abuso d'ufficio, turbativa d'asta e truffa aggravata in riferimento a presunti favori per l'affidamento ad una holding di cooperative, legata al movimento Comunione e Liberazione. Ma dopo un conflitto di competenza tra le Procure di Potenza e Roma, la Procura Generale presso la Corte di Cassazione ha affidato il prosieguo dell'indagine alla Procura della Repubblica di Lagonegro. Nel marzo 2011 i pm chiedono a Lagonegro di archiviare l'inchiesta "perché non sussistono reati". Pochi dubbi a riguardo.
Presente nel cuore pulsante dell’Aspen Italia anche l’ex vicepresidente di Confindustria Luigi Abete, che in comune con gli altri ha anche un rinvio a giudizio nel 2006 per usura. Assolto nel 2008.

GLI ALTRI SIAMO NOI.
Chi sono gli altri? Ecco i loro nomi.
Maurizio Costa, consigliere d’amministrazione Fininvest; Gabriele Galateridi Genola,ex dirigente Fiat, ora  Presidente di Assicurazioni Generali e Telecom Italia, nonché consigliere e membro del comitato non esecutivo di Banca CRS, Banca Carige, Italmobiliare, Azimut-Benetti, Fiera di Genova, Edenred e dell'Istituto Europeo di Oncologia; Emma Marcegaglia,presidente Confindustria; Riccardo Perissich, dirigente Telecom e Pirelli; Giuseppe Recchi, presidente Eni; Gianfelice Rocca, presidente del Gruppo Techricht; Beatrice Trussardi e Alberto Quadrio Curzio, economista nonché membro o Presidente del Consiglio scientifico della Fondazione Edison, della Fondazione Balzan, della Fondazione Centesimus Annus, del Gruppo Etica e Finanza. Quante cariche tutte concentrate in una sol persona…
Tra i politici ecco che spuntano i nomi di: Franco Frattini, ex ministro degli esteri nell’ultimo governo Berlusconi;  l’ex presidente del consiglio Romano Prodi, anche lui membro di spicco del Bilderberg; Giuliano Urbani, fondatore di Forza Italia, e Giacomo Vaciago, ex sindaco di Piacenza con una coalizione di centrosinistra, ma con un passato da tecnico: dal 1987 al 1989 è consigliere economico del Ministro del Tesoro, dal 1992 al 1993 consigliere del Presidente del Consiglio, dal gennaio 2003 al marzo 2005 è consigliere scientifico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Quando si dice che centrosinistra e centrodestra siedono allo stesso tavolo di trattative, molto probabilmente ci si riferisce a quanto accade all’interno dell’Aspen, dove risultano presenti alcuni tra i più influenti rappresentanti di entrambe le coalizioni.
Non potevano mancare i banchieri nel comitato direttivo: si tratta di William Mayer,presidente emerito di The Aspen Institute, membro del Bilderberg, del CFR e di una serie di equità funds da far impallidire chiunque altro al suo cospetto. A rappresentare la categoria c’è anche Francesco Micheli, presidente ed Amministratore Delegato di Genextra S.p.A. e consigliere di Congenia S.p.A., Interbanca S.p.A., Sopaf S.p.A., e della Fondazione Teatro alla Scala.
Tra i giornalisti spunta il nome di Lucia Annunziata, Direttore di Huffington Italia (lo stesso gruppo Cir di Repubblica, guidato dal massone Carlo De Benedetti); Paolo Mieli,presidente Rcs libri; Angelo Maria Petroni, giornalista economico che contribuì alla nascita di Forza Italia; Mario Pirani giornalista e fondatore di Repubblica insieme a Scalfari.
Tutti insieme appassionatamente, verrebbe da dire. Come possano coesistere poteri e figure così diversi tra loro come quello politico e mediatico, come quello del berlusconiano Confalonieri e dell’anti-berlusconiana Annunziata, resta davvero un mistero. Che forse tanto mistero non è.
A volte basta unire i puntini per osservare quell’essenziale invisibile agli occhi di cui contava Antoine De Saint Exupery. Basta socchiudere gli occhi perché figure, strategie, trame e obiettivi prendano forma in maniera inaspettata ma repentina.
Immaginiamo un tavolo dell’Aspen Italia a cui siedono: il “politico” Mario Monti, Presidente del Consiglio; l’imprenditore dei media Fedele Confalonieri, Presidente Mediaset; la giornalista (?) Lucia Annunziata, Direttore dell’ Huff Post italiano; il “politico” Enrico Letta, dirigente del Pd; l’imprenditore John Elkann.
Di cosa parlerebbero, secondo voi?

I SOCI SOSTENITORI
Potevano mai mancare in questo bel (?) quadretto para-massonico? Certamente no. Ed ecco spuntare le multinazionalibanchegrandi impreseassicurazionigruppi mediatici, società di consulting e aziende farmaceutiche. L’elenco completo è scaricabile daqui.
Il cuore del Sistema. Quello che pompa sangue in proprio favore e drena le risorse dei cittadini con un unico obiettivo: togliere sovranità all’Italia, appropriarsi degli ultimi beni restanti, perseguire l’arricchimento e definire un Nuovo Ordine - politico, economico, imprenditoriale, finanziario e mediatico.
Un Nuovo Ordine dove centrosinistra e centrodestra sublimano la loro vocazione all’inciucio – l’unico partito non rappresentato all’interno dell’Aspen è Italia dei Valori – e decidono, chiusi all’interno di una stanza, il futuro degli italiani.
Follow the money” diceva Giovanni Falcone a chi gli chiedeva come decifrare la mappatura della criminalità internazionale. Unire i puntini, aggiungiamo noi, per capire chi, come, dove, quando e perché sta progettando quello che una volta si chiamava “Colpo di Stato”. L’unica differenza è che non si spara più. Non servono le pallottole. Basta un “tavolo decisionale” dove far sedere gli influencers, assegnare ad ognuno un compito bene preciso e il gioco è (perlopiù) fatto.
A meno che qualcuno non si metta di traverso e porti a conoscenza dell’opinione pubblicanomi, intrecci e obiettivi del Bilderberg italiano.