venerdì 29 giugno 2012

Tre anni fa l'Inferno a Viareggio




"Oggi, 29 giugno 2012, Viareggio ricorda le vittime dell'incidente ferroviario di 3 anni fa, quando una sequenza di esplosioni di gas GPL trasportato da un treno cisterna strappò via 32 vite, persone che stavano riposando nelle loro abitazioni. Dopo tre anni si sono chiuse le indagini, da 38 il numero degli indagati è sceso, ironia della sorte, a 32, lo stesso numero delle vittime... un segno del destino o una casualità... un colpevole per ogni vittima? Tra gli indagati spicca Mauro Moretti, nominato "Cavaliere" della Repubblica da Napolitano (ho difficoltà a chiamarlo presidente...). Moretti non ha perso il posto di lavoro, è sempre AD delle Ferrovie e riceve 871 mila euro annui, più di 70 mila euro al mese, ma si permette di licenziare Riccardo Antonini che percepiva circa 35 volte meno di lui. La determinazione dei familiari delle vittime ha reso possibile la costituzione di una grande associazione delle associazioni a tutela di tutti i familiari delle vittime dei casi Tyssen, MobyPrince, Eternit, Linate, L'Aquila, San Giuliano di Puglia. Oggi la città vive il suo giorno di lutto e dolore, ma al tempo stesso di orgoglio collettivo. Arriveremo fino in fondo e avremo giustizia. Moretti sembra non mollare mai (ma gli conviene?) Noi neppure.
Seguite il corteo su TwitterPaolo Miniussi, Viareggio


tratto da www.beppegrillo.it

giovedì 28 giugno 2012

ROMA: PROTESTA CONTRO I TAGLI E VIENE ARRESTATO - FOTO


Arrestato ieri Claudio Tosi mentre volantinava davanti all'auditorium dove erano in corso gli Stati Generali di Alemanno e Fornero

Arrestato ieri Claudio Tosi mentre volantinava davanti all'auditorium dove erano in corso gli Stati Generali di Alemanno e Fornero

Arrestato ieri Claudio Tosi mentre volantinava davanti all'auditorium dove erano in corso gli Stati Generali di Alemanno e Fornero. "Siamo ancora in una democrazia, non nel Cile di Pinochet". 

Ieri mattina, Claudio Tosi, uno dei responsabili del Centro servizi volontariato del Lazio e animatore del Roma Social Pride, è stato fermato e trascinato di peso fuori dall'auditorium mentre era intento a diffondere dei volantini contro i tagli del governo al welfare e la cosiddetta "riforma Fornero". 

L'attivista è stato accusato di 'violenza' e 'resistenza a pubblico ufficiale', e oggi verrà processato per direttissima.  

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Tratto da www.cadoinpiedi.it

mercoledì 27 giugno 2012

GUERRA AL MES. Il volantino.

Scarica il volantino da qui:

Rischiamo di finire come la Grecia, dove la Troika, in cambio di aiuti finanziari, ha posto tutta una serie di politiche di austerità, di taglio dei dipendenti, di riduzione delle pensioni che non sono aiuti, ma un mero scambio di natura finanziaria. Cioè: danno del denaro a uno Stato, il quale in cambio cede loro la sovranità, e poi saranno loro ad imporre al popolo tutta una serie di condizioni insopportabili, soprattutto per le fasce più deboli.

Bene, adesso anche gli italiani rischiano di ritrovarsi come i greci. Infatti un passaggio fondamentale del trattato MES dice espressamente che uno Stato che intenda chiedere un prestito al cosiddetto fondo salva stati (il MES, appunto) deve sottostare a condizioni molto rigorose. Non abbiamo sentito né un parlamentare nazionale né uno comunitario riferire al popolo italiano i dettagli di questo trattato, nonostante già di per sé preveda un vincolo di 125 miliardi di euro che influenzerà giocoforza le nuove generazioni nonché le politiche di ogni futuro governo. Nessuno, nessuno ha voluto chiedere alle istituzioni competenti dei chiarimenti, per poi riferire ai cittadini. 

 Per tale ragione abbiamo lavorato tanto, in rete. Personalmente ho lanciato una iniziativa, tesa soprattutto a sensibilizzare l'opinione pubblica. Per fortuna la società civile ha mostrato grande impegno e lucidità, consentendo alla denuncia di una singola studiosa di diventare una battaglia nazionale. Adesso è arrivato il momento, anche per il singolo cittadino, di partecipare attivamente contro questo tipo di politica europea che mira, sostanzialmente, a togliere la sovranità politica alle singole nazioni. Per tali ragioni ho realizzato un volantino, che contiene le indicazioni di base per riuscire a far comprendere l'argomento, o quanto meno per sensibilizzare i singoli cittadini. Sul retro del volantino troverete una serie di domande da fare alla classe politica italiana, tra cui ad esempio: "In cosa si tradurrando le condizioni rigorose contenute nel trattato, per il popolo italiano?". Questo è uno dei punti fondamentali da sciogliere. E visto ciò che è accaduto in Grecia, dubito che si tratti di condizioni migliorative per la collettività.

 Fra le altre domande, proprio perché siamo nel periodo intermedio tra la strage di Capaci e quella di via D'Amelio, voglio fare una domanda a tutti i "professionisti dell'Antimafia", senza alcuna polemica (ndr: non mi riferisco alla magistratura per la quale nutro grandissimo rispetto). Poiché il MES farà ricorso al mercato finanziario esterno, per potere soddisfare le richieste di prestito, in che modo gli stati saranno protetti dal rischio di ingerenza dei capitali sporchi nelle operazioni finanziarie? Il dubbio sorge in relazione al fatto che, in un periodo di grave crisi in cui lo Stato è indebolito dal punto di vista economico-finanziario - ma direi anche istituzionale -, nel momento in cui lo Stato debitore si rivolge a questa organizzazione e questa, tra immunità e inviolabilità dei documenti, si pone in qualche modo da intermediario nei confronti dei finanziatori esterni, in operazioni finanziarie di carattere internazionale enormi e in uno stato di diritto sempre meno funzionante, chi ci garantisce che di fatto non si avrà una svendita degli stati nei confronti di organizzazioni finanziarie esterne, facenti riferimento ad organizzazioni criminali o meno?  Ma in ogni caso, prima di vincolare l'attuale Governo, le future legislazioni e le future generazioni a pagare 125 miliardi di euro e a condividere le decisioni di politica interna con questa organizzazione finanziaria, perché nessuno vuole discuterne, nessuno dei parlamentari dei partiti di destra, di sinistra, grandi e piccoli, ipocriti e meno ipocriti? Su questi aspetti sono tutti d'accordo! Io mi sento priva di rappresentanza in Italia e credo che in questo Paese attualmente non ci sia una opposizione al Governo delle banche. L'articolo 15 del trattato MES prevede che il consiglio dei governatori dell'Organizzazione può decidere - attenzione a questo passaggio - di concedere assistenza finanziaria a un membro del MES ricorrendo a prestiti con l'obiettivo specifico di ricapitalizzare le istituzioni finanziarie dello stesso membro. Prestiti provenienti da organizzazioni esterne o private. Noi questo non lo dobbiamo, non possiamo permettercelo. Non abbiamo tanto tempo, perché siamo stati indifferenti troppo a lungo.

 Viviamo in un sistema sociale e politico marcio. Basta pensare alle dichiarazioni del presidente della Corte dei Conti, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2011, in cui è stato messo in evidenza come le privatizzazioni e le esternalizzazioni si sono ridotte a un mezzo per la gestione clientelare del potere politico amministrativo. Cioè la nostra pubblica amministrazione non è completamente rivolta verso il bene comune, bensì verso interessi ed affari privati. Pensate a tutti gli scandali politici che stanno uscendo, da destra a sinistra. Anche ilFondo Monetario Internazionale, che si ingerisce mediante Monti delle decisioni di politica interna, volendo ancora una maggiore flessibilizzazione del mercato del lavoro (quando sappiamo che questo strumento ha fallito ormai da diversi anni), ora spinge per le privatizzazioni. Adesso la soluzione sarebbe dunque questa, per porre rimedio alla grande crisi? La svendita del patrimonio pubblico? Qui siamo alla follia! Uno Stato senza patrimonio pubblico non è uno Stato. Non può garantire i propri cittadini, non può tutelarli. Vogliono la nostra identità!

 I trattati ESM e Fiscal Compact necessitano dell'autorizzazione del Parlamento. Cioè è necessaria l'autorizzazione alla ratifica. Dunque si invertono completamente i rapporti tra il Governo e i parlamentari, perché da un lato abbiamo questa Europa, rappresentata da Mario Monti, che vuole a tutti i costi ulteriore cessione di sovranità da parte dello Stato italiano (in questo caso mediante questi due trattati), mentre dall'altro i nostri parlamentari hanno un potere enorme, in quanto saranno loro a decidere se concedere o meno l'autorizzazione alla ratifica. Ora, immaginate per un attimo questo potere spropositato nelle mani di un Parlamento che si è dimostrato di fatto incapace di portare l'Italia verso uno sviluppo virtuoso, con i parlamentari appartenenti a partiti politici soggetti a continui scandali. Ma davvero voi volete far sì che a decidere il futuro delle nuove generazioni siano questi soggetti, che siano cioè loro a ratificare trattati di una importanza gigantesca per la sopravvivenza del nostro stato di diritto? E' possibile accettare tutto questo? E sono tutti d'accordo! 

 Una notizia importantissima, arrivata in questi giorni dalla Germania, è che la Corte tedesca ha fatto slittare la ratifica dei trattati poiché i verdi si sono opposti. L'hanno fatto perché non c'era stato un adeguato dibattito e approfondimento in Parlamento. Il secondo portavoce del partito di sinistra, Linke, ha annunciato che se il Parlamento concederà l'autorizzazione alla ratifica sottoporrà alla valutazione della Corte Costituzionale una serie di profili di illegittimità. Al di là di come andrà a finire, quantomeno in Germania un minimo di dibattito politico, un minimo di opposizione contro il Governo delle banche, c'è! Noi qui invece abbiamo questi giornali, questi mezzi di informazione che tengono in sala di rianimazione dei partiti che sono morti, ma che purtroppo oggi hanno ancora un potere enorme. E i primi a gridare contro l'informazione di regime sono proprio quelli che oggi ne stanno approfittando. Non dimenticatelo in futuro. Abbiate memoria di ciò che sta accadendo.

 Quindi vi invito a divulgare il più possibile il volantino che potete trovare suwww.crisiesoluzioni.it. Soprattutto ora che è periodo di elezioni e tutti questi politici silenti se ne andranno in giro a fare campagna elettorale per se stessi, per i propri amici o per i propri candidati. Ponete loro le domande contenute nel volantino. Soprattutto diffondetelo presso i vostri concittadini, i vostri amici, i vostri parenti, i vostri conoscenti, in qualsiasi occasione anche durante le vacanze. Parlate a tutti del MES. E mi riferisco anche alla società civile, ai movimenti, alle associazioni: dovete cogliere tutte le occasioni, dovete mettervi in prima fila per difendere il nostro Stato rispetto a queste scellerate cessioni di sovranità, dove il popolo è stato completamente tagliato fuori. Attenzione, non per colpa di Monti, ma per colpa dei nostri parlamentari nazionali ed europei che non stanno dicendo assolutamente nulla sull'argomento.

Tratto da www.byoblu.com

martedì 26 giugno 2012

Tetto massimo alla ricchezza


Come ogni sabato, accompagno la mia bimba, dopo un rassicurante corso di inglese per bambini di tre anni (...), a mangiare delle patatine fritte.Andiamo al Mc Donald perché è li attaccato alla scuola. Tutti i sabati vediamo questa vecchietta, sola, che all'apertura delle casse è lì per mangiare un panino con acqua e patate fritte, senza sale.

Questa è la vita questa è il destino che il sistema malato in cui viviamo riserva al genere umano: povertà, solitudine. Coloro che sono responsabili di tale ingiustizia dovrebbero pagare. Coloro che, coscienti di tutto ciò continuano ad arricchirsi sulle spalle degli altri, dovrebbero sentire quanto poco valgono come uomini e quanto vicini sono alle bestie. Dovrebbero provare vergogna e la gente schifo a parlarci a camminare in loro compagnia. Schifo di quello che possiedono, schifo al solo vederli per strada. Una società e uno Stato specchi di un mondo giusto dovrebbero sanzionare tale spazzatura, prevedere limiti a tale arroganza. E questo, badate bene, non solo per il bene dei più, per l'equità e un senso di giustizia, ma anche e soprattuto per il loro bene. Perché la loro coscienza in quanto esseri umani abbia la possibilità di riscattarsi, di salvarsi dal declino dorato nel quale si crogiolano. Tetto massimo ai guadagni dei dirigenti, capi d'impresa, calciatori, tetto massimo alla richezza. Tetto massimo allo spreco. Tetto massimo al consumo.
Questo sarebbe un buon inizio.

lunedì 25 giugno 2012

Morti per infortuni sul lavoro nei primi 4 mesi del 2012 con i morti nelle regioni e province

Questa non è una festa.......





Osservatorio Indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.com


Dal primo gennaio ad oggi 1 maggio sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 163 lavoratori ( tutti documentati in appositi file) e 325 con i lavoratori morti sulle strade e in itinere (stima minima). I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO sono per il 31% in agricoltura, il 23% in edilizia, nei servizi il 12,3% ,nell'industria l'8,9. nell'autotrasporto il 5,8%.Il 13,7% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri. Il 23,5% hanno un'età compresa tra i 30 e i 50 anni. Il 33% ha più di 51 anni. L'8,9% meno di 30 anni. E' sempre la provincia di Brescia con 8 morti, come negli ultimi anni, a guidare la triste classifica delle province con più morti sui LUOGHI DI LAVORO, con la regione Lombardia che ha già 22 morti. Segue la Toscana e l'Emilia Romagna con 15 morti (23 con i morti in mare del Giglio, dei due fratelli del peschereccio affondato al largo di Livorno e di un sub), la provincia Modena con 3 morti, Bologna, Reggio Emilia e Ferrara con 2 morti. Il Piemonte registra 13 morti , con la provincia di Torino con 8 morti.La sicilia 9 morti Il Veneto, il Lazio e la Puglia registrano 8 morti.  le province di Avellino e Brindisi con 3 morti. Marche e Calabria 5 morti con la provincia di Ancona con 4 morti. Friuli Venezia Giulia e Umbria 4 morti, Lla provincia di Perugia 4 morti. I morti dei cantieri sulle autostrada non vengono aggiunti alle province.


Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 del 2011 del'Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali

La ballata del bambino libanese


sabato 23 giugno 2012

Sale la disoccupazione negli USA

"Gli italiani pensano ancora di essere nel Paese dei Balocchi, scordiamoci quella spensierata atmosfera che ha ingrossato a dismisura il debito pubblico italiano. Gli USA per quel misero 2% di crescita hanno rinunciato a tutto. Da quasi due anni lavoro negli USA, hanno rinunciato a ferie e ad ogni forma sindacale, gli studenti vivono/lavorano nei supermercati o nei bar per pagarsi prima lo skateboard e poi gli studi, gli anziani in pensione arrotondano con qualche lavoro part-time perchè dopo 40 di lavoro la pensione non basta, gli ingegneri miei colleghi lavorano sapendo che il motto è "Meglio dieci ingegneri in Cina che uno in USA" e ovviamente ti possono licenziare da un giorno all'altro... la serenità che non vogliamo perdere in Italia qui negli USA non esiste già da tempo. Spero solo che l'Italia riesca a trovare un altro modello per la crescità diverso da quello americano meno crudele e più umano." Lorenzo T., Milano

Germania: se uscite dall'euro ci rovinate!


 Siamo entrati nell'euro per mano dei tedeschi, anche se non avevamo le carte in regola, dopo avere accettato un progetto di deindustrializzazione che ha reso poveri noi e ricchi loro. Lo dice chiaramente Nino Galloni, altissimo funzionario del tesoro all'epoca del sesto Governo Andreotti, in questa intervista. E ora non usciamo dall'euro per non distruggere Berlino. Lo dice altrettanto chiaramente questo articolo dello Spiegel, datato 13 giugno 2012, di cui riporto un estratto:
« Con un’uscita dall’Euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo. La nostra invece inizierebbe proprio allora. Una gran parte del settore bancario europeo si troverebbe a collassare immediatamente. Il debito pubblico tedesco aumenterebbe massicciamente perché si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e investire ancora centinaia di miliardi per le perdite dovute al sistema dei pagamenti target 2 intraeuropei. E chi crede che non vi saranno allora dei rifiuti tra i paesi europei, non s’immagina neanche cosa possa accadere durante una crisi economica così profonda. Un’uscita dall’euro da parte dell’Italia danneggerebbe probabilmente molto più noi che non l’Italia stessa e questo indebolisce indubbiamente la posizione della Germania nelle trattative. Non riesco ad immaginarmi che in Germania a parte alcuni professori di economia statali e in pensione qualcuno possa avere un Interesse a un crollo dell’euro. » [Spiegel OnlineKurz vor dem Kollaps] (traduzione: Francesco Becchi)
 Per chi lavora Monti? Perché Angelo Panebianco ancora ieri sul Corriere della Sera, nonostante sia ormai chiaro che l'uscita dall'euro è una manna per l'economia italiana e non rappresenta la catastrofe che volevano farci credere, arriva allora a dire che senza un vincolo esterno alla nostra democrazia (Nato, Usa, UE e così via) l'Italia politica, lasciata sola, si disgregherebbe arrivando a mettere in crisi la stessa esistenza dello Stato-nazione? Come si può accettare che qualcuno parli del nostro Paese in questo modo, come se potessimo esistere solo in un ambito di commissariamento continuo, sia esso oscuro (come nel caso dei governi precedenti a quello attuale) o manifesto (come nel caso del Governo Monti)? Non è forse alto tradimento accettare o insinuare l'idea che la nostra sovranità non basti a se stessa?

 Ho incontrato Paolo Becchi alla stazione centrale di Milano, ieri. Mi sono fatto un panino. Da buon genovese, si è fatto offrire il caffè. Non ci eravamo messi d'accordo, ma eravamo entrambi indignati per lo stesso identico motivo: come è possibile accettare parole come quelle di Panebianco?

 Questo il video che ho girato ieri. Questo, invece, l'articolo di Paolo comparso questa mattina su Libero.

BASTA CATASTROFISMI!

LIberarsi dei vincoli della moneta si può
 Nella discussione sulla «crisi» della moneta unica e sulle possibilità di uscita dall’euro, ci siamo finalmente liberati di un tabù economico. Dopo le prese di posizioni di molti autorevoli economisti, anche alcuni dei partiti che sostengono l’attuale governo sono stati costretti ad ammettere che un ritorno alle monete nazionali potrebbe presentare, dal punto di vista economico, una serie di vantaggi.

 Ma lo spettro della «catastrofe economica», scacciato dalla porta, rientra dalla finestra sotto mentite spoglie, quelle della «catastrofe politica». Si ammette che uscire dall’euro potrebbe rappresentare una soluzione meno dolorosa dell’agonia provocata dall’attuale unione monetaria, ma, nel contempo, si alza la posta in gioco: ciò provocherebbe, infatti, «forti rischi» sia per la democrazia politica che la stessa integrità dello Stato nazionale.

 Tale è la tesi sostenuta da Angelo Panebianco, in un recente intervento sulle pagine del Corriere della Sera («Moneta unica e democratica», 21 Giugno 2012): la fine della moneta unica annuncerebbe, ora, una «catastrofica dissoluzione di quasi tutto ciò che è stato costruito in sessanta anni di integrazione europea». Secondo Panebianco, la stabilità del sistema politico e democratico italiano sarebbe inseparabile dalla presenza di un «vincolo esterno». L’Italia avrebbe, in altri termini, trovato la propria stabilità non tanto nelle proprie tradizioni culturali e politiche, quanto da una sere di vincoli e costrizioni esterne («la Nato e, per essa, il rapporto con l'America, la Comunità europea in subordine») senza le quali la stessa unità nazionale sarebbe stata destinata a disgregarsi dall’interno. Senza la moneta unica, sembra doversi concludere, verrebbe meno non tanto la stabilità economica dei Paesi europei, quanto la stessa esistenza dell’Italia, dello Stato-nazione.

 Ora che lo spauracchio della «crisi economica» è stato smentito, ecco dunque farsi avanti l’incubo politico, ed il suo scenario catastrofista: democrazia a rischio, vuoti improvvisi di stabilità, forse la guerra civile. Ma noi non possiamo permetterci, soprattutto oggi, questa assuefazione alla catastrofe, questo senso di paura di vedere lo Stato disgregarsi («Né disgregazione né assuefazione», era il titolo di uno splendido editoriale di Claudio Magris, scritto nell’annus horribilis della Repubblica 1993).

 La realtà è, tuttavia, rovesciata. È, infatti proprio la moneta unica che costituisce, oggi, il «vincolo esterno» che impedisce all’Italia di poter rivendicare la stessa sovranità e stabilità interna. È la moneta unica che è in crisi perché non è stata uno strumento efficiente nel favorire quel processo di unificazione politica dell’Europa a cui era preordinata. L’integrazione politica degli Stati era stata pensata al fine di evitare altri milioni di morti in Europa, ma ha finito per produrre miseria e desolazione.

 La presenza di costrizioni ed influenze esterne sul nostro Paese, inoltre, è proprio ciò che ha impedito all’Italia di divenir nazione, per restare un Paese irrisolto e debole, una patria «mancata» e contestata, uno Stato-ombra, una provincia, un’espressione geografica. Proprio quei «vincoli esterni» hanno reso possibile l’«anomalia» italiana, la sua «nazionalizzazione contrastata ed imperfetta » (Soldani-Turi). Panebianco sembra confondere la «stabilità» di una nazione con la sua dipendenza economica e politica. E se si può dire che questo Paese è rimasto «stabile» proprio perché gli è stato impedito di divenire una nazione, allora, proprio dal punto di vista politico, varrebbe la pena di domandarsi se non sia finalmente giunto il momento di liberarsi da questa stagnante «stabilità».

Tratto da www.byoblu.com

giovedì 21 giugno 2012

Taranto, nelle acque davanti all'Ilva "come un giacimento di petrolio"



Davanti agli scarichi in mare dell'Ilva di Taranto esiste una sorta di 'giacimento di petrolio'. Un video che sta facendo il giro del web mostra infatti alcuni attivisti mentre raccolgono dai fondali "secchiate di olio denso e catramoso". Il Fondo Antidiossina Taranto Onlus, che ha realizzato il servizio, chiede di divulgare queste immagini e sostenere la battaglia che l'associazione sta portando avanti per la chiusura dello stabilimento Ilva nella città che detiene il record italiano di tumori.

sabato 16 giugno 2012

IMU, DISTRUZIONI PER L'USO

IMU ISTRUZIONI 
di Roberto Pacella

 A proposito dell'IMU (Imposta Molto Urticante), sono state dette tante cose: che è un’imposta molto odiata dagli Italiani; che farà crollare il mercato immobiliare; che poi alla fine non darà il gettito previsto; chi la deve pagare (anche gli anziani all’ospizio); chi non la deve pagare (per esempio le fondazioni bancarie)... Nessuno però ha spiegato come si deve pagare. E allora, visto che visto che gli italiani sono già tutti in fila al catasto, eccovi le distruzioni per l'uso.


 Innanzitutto una premessa: in questi giorni gli uffici del catasto sono stati presi d’assalto da contribuenti terrorizzati, alla disperata ricerca della rendita catastale in base alla quale calcolare l’imposta. Utile sapere quindi che la rendita catastale utilizzata per il calcolo dell’ICI è rimasta invariata, quindi può essere adoperata tale e quale anche per il calcolo dell’IMU. E' anche possibile calcolarla online, facendo una visura catastale sul sito dell'Agenzia del Terrotorio, inserendo il codice fiscale, gli gli identificativi catastali (Comune, sezione, foglio, particella: cercate sul rogito) e la provincia di ubicazione del vostro immobile. L’unica variazione rispetto al passato riguarda i moltiplicatori (ma questo dato non va reperito al catasto), che passano a :
  • 160 per gli immobili del gruppo catastale A (abitazioni, cantine, ed autorimesse, quando non pertinenze dell’abitazione principale) ad esclusione della categoria A/10;
  • 140 per gli immobili del gruppo catastale B (alloggi collettivi quali conventi, caserme, collegi, ospizi, etc) e categorie C/3, C/4, C/5 (fabbricati e laboratori per arti e mestieri, stabilimenti balneari e simili);
  • 80 per gli uffici e gli istituti di credito e assicurativi (A/10 e D/5);
  • 60 (65 dal 1 gennaio 2013) per gli immobili catastali del gruppo D (escluso il D/5): stabilimenti di produzione, alberghi, teatri, case di cura, etc.;
  • 55 per i negozi (C/1).
 Non tragga in inganno il fatto che per alcune categorie il moltiplicatore sia più basso: è dovuto semplicemente al fatto che queste ultime presentano delle rendite molto più alte.

 Il calcolo dell’IMU sarà dato dalla rendita catastale, rivalutata del 5% e moltiplicata per i vari moltiplicatori. Al valore ottenuto si applica l’aliquota, che inizialmente è il 4 per mille per l’abitazione principale e il 7,6 per mille per tutto il resto degli immobili. Queste aliquote iniziali valgono per tutti i comuni. Se avete un box, dovete ripetere il calcolo separatamente, partendo dalla rendita catastale della vostra rimessa auto, e sommare il risultato a quello appena ottenuto.

 All’imposta così calcolata si applicano le detrazioni, cioè si sottraggono € 200,00 per l’abitazione principale e € 50,00 per ogni figlio convivente minore di 26 anni. Se per esempio state pagando l'IMU per la prima casa e avete due bimbi piccoli a carico vostro, il totale delle detrazioni ammonterà a € 300.

 Il valore ottenuto è l’imposta complessiva annuale che è possibile pagare in tre rate (in caso di abitazione principale) o in due rate in tutti gli altri casi (esempio seconda casa o negozio o stabilimento). La prima rata ( a meno di proroghe dell’ultima ora) è fissata per lunedì 18 giugno. La seconda (nel caso delle tre rate per l’abitazione principale) va pagata entro il 17 settembre e il saldo entro il 17 dicembre.

 Siccome tuttavia abbiamo utilizzato le aliquote base (i comuni devono ancora decidere l'entità di quelle che applicheranno localmente), l'eventuale seconda rata e il saldo dell’imposta andranno ricalcolate in base alle nuove disposizioni. Ogni comune avrà infatti facoltà di aumentare o diminuire di 0,3 punti percentuali le aliquote base. Ma di questo ci occuperemo casomai a settembre.

 All'indirizzo www.amministrazionicomunali.it, in ogni caso, è disponibile un modulo per calcolare automaticamente l'imposta da versare, che permette anche di stampare il modello F24 con il quale, entro lunedì, andare alla posta o in banca a pagare. Ovviamente, se potete gestire il vostro conto corrente online, quasi certamente la vostra banca avrà predisposto un modulo per la compilazione e il saldo del tributo mediante compilazione elettronica dell'F24. Così potrete farvi defraudare dei sudati risparmi comodamente seduti alla vostra scrivania, senza muovervi da casa. Comodo, no?

Roberto Pacella

 
Nota di Claudio Messora
 Per gli anziani non autosufficienti costretti a vivere in un ospizio queste istruzioni non valgono: pagheranno l'IMU come se la loro abitazione, lasciata vuota, fosse unaseconda casa. Del resto dubito che abbiano la forza di lamentarsi. E non valgono nemmeno per l'Università Bocconi (quella del nostro presidente del Consiglio) o per le Fondazioni Bancarie, che sono notoriamente enti caritatevoli bisognosi (certamente molto più di un anziano disabile) e dunque sono esentate dal pagamento del balzello. 
 Noi, evidentemente, nonostante i sacrifici per "campare la famiglia" e nonostante la famiglia, almeno sulla carta, sia al centro dei valori della nostra Repubblica, evidentemente svolgiamo un ruolo socialmente meno utile e per nulla caritatevole delle fondazioni bancarie che stanno sborsando miliardi per ricapitalizzare i loro istituti di credito e fanno dunque beneficenza a se stesse. Dobbiamo dunque pagare come l'ultimo degli speculatori finanziari (che notoriamente, tuttavia, sa bene come evadere fino all'ultimo centesimo i suoi lauti guadagni).

 Ma a noi piace così.


Tratto da www.byoblu.com

giovedì 7 giugno 2012

Pareggio di bilancio_ Sarà una strage.



E' mai possibile "venire a sapere che la Costituzione è cambiata"? E' mai possibile che il dna più profondo, l'essenza delle nostre radici, del diritto che ci rende persone libere, venga modificata senza che nessuno ne parli, senza dibattito alcuno, né in televisione, né sui giornali, né nella più striminzita delle piazze dell'ultimo paesino di quattro anime? Quando questo accade, quando cioè ti cambiano la Costituzione sotto al naso senza che te ne accorgi e i media, complici, tacciono, non equivale forse a dire che c'è stato un colpo di stato e che la democrazia è finita?

 Per quei pochi che ancora ragionano, sì: equivale. 
Pubblico uno scritto di Paolo Becchi, che i lettori del blog conoscono dall'intervista del 17 maggio.

Quel golpe silenzioso sul Pareggio di Bilancio

di Paolo Becchi

 Qualche tempo fa parlai di «colpo di Stato sobrio» a proposito della nomina di Monti a capo del governo. Oggi vorrei riportare l’attenzione su un aspetto specifico di quel «coup d’état»: l’avvenuta modifica della Costituzione, nel pieno rispetto (per l’amor di Dio) della legalità. Poche notizie sono peraltro state così trascurate, sostanzialmente eluse, e poi dimenticate dai principali telegiornali e quotidiani italiani (e tra tutti la Repubblicae il Corriere della Sera) come la recente modifica della Costituzione avvenuta con l’approvazione della Legge costituzionale n. 1/2012.

 Con ultima e definitiva deliberazione del 17 aprile 2012, il Parlamento ha infattimodificato gli articoli 81, 97, 117 e 119 della Costituzione, introducendo il principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale italiana. La raggiunta maggioranza di due terzi ha, peraltro, escluso la possibilità di procedere al «referendum di revisione costituzionale» previsto e disciplinato dall’art. 138. Non è la prima volta che la Costituzione subisce modifiche senza il ricorso allo strumento referendario, per semplice «colpo» della maggioranza (nel caso in questione, hanno votato a favore: Pdl, Pd, Terzo Polo, nonché, personalmente, il senatore Monti). È però la prima volta che alcuni articoli della Costituzione vengano cambiati in un’atmosfera tanto silenziosa, senza alcun coinvolgimento dell’opinione pubblica, senza un reale discussione politica

 L’art. 81, in particolare, viene riscritto, introducendo nella Costituzione il principio del pareggio di bilancio: «Lo Stato – recita il primo comma del nuovo articolo –assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico». Cosa significa? Significa che l’«Union Sacrée » dei partiti, a sostegno del Governo, abdica definitivamente alla governance dell’economia, testimonia il venir meno della loro capacità di elaborare una strategia politica autonoma. Il Parlamento italiano è andato persino al di là delle previsioni di Marx: non è il comitato di affari della borghesia nazionale, ma prende ordini dal potere sovranazionale di Bruxelles e Berlino. Un lungo processo, iniziato nella seconda metà degli anni Settanta e che ha visto, per dirla con l’economista Nino Galloni, il «tradimento dell’economia italiana», sta giungendo a conclusione. Siamo riusciti addirittura a giungere al paradosso di abolire ex lege una teoria economica (quella keynesiana). Persino il premier britannico David Cameron, che certo non è un «progressista », ha detto che si è arrivati a «proibire Keynes per legge». 

 La modifica costituzionale va certo inquadrata nel contesto del «Fiscal Compact» europeo, il quale impegnerà il nostro Paese al rientro dal debito pubblico fino a raggiungere la cifra del 60% del Pil e al divieto di realizzare un deficit superiore al 5%. Già gli Stati Uniti d’America, nel 2010, si erano trovati ad affrontare il tema del pareggio del bilancio in Costituzione. I Repubblicani sostenevano l’ipotesi, mentre l’Amministrazione democratica seguiva una politica di stimoli economici, ed il rapporto debito pubblico/Pil superava il 100% (il più elevato dal 1945). Nonostante questa situazione,i Democratici sono riusciti, allora, a far respingere quella proposta. E ciò anche grazie ad un profondo ed acceso dibattito politico, che vide l’intervento di qualificati economisti ed un «Appello contro il pareggio di bilancio» sottoscritto, tra gli altri, da quattro premi Nobel (Kenneth Arrow, Peter Diamond, Eric Maskin, Robert Solow). In esso, veniva messo in evidenza come, al di là di qualche «scappatoia» prevista, la misura non poteva che avere effetti nefasti, sia nei periodi recessivi che in quelli espansivi.

 È accaduto diversamente in Italia: nessun confronto, nessuna opposizioneseria. Perfetta sincronizzazione tra i media e le posizioni del governo, imposte da Berlino e da Bruxelles, fatta eccezione delle solite, poche e controllate valvole di sfogo (Diliberto, pochi giorni prima dell’approvazione della legge, aveva chiesto «fateci votare, almeno sulla Costituzione »). Certo, lo si ripete, tutto è avvenuto nello scrupoloso rispetto della «legalità». Eppure è la prima volta che, personalmente, vengo a sapere che la Costituzione è cambiata soltanto a conti già fatti. 

 In un romanzo di Brecht alla fine il capo dei gangsters comanda ai suoi seguaci: «Il lavoro deve essere legale». Che fine tragica ha fatto la legalità: finisce come parola d’ordine di un gangster.
Tratto da www.byoblu.com


Sarà una strage.
Piantatela di leggere i quotidiani e di guardare i TG. Non ha senso. Leggete qua.
L’Italia già da tempo ha un surplus di bilancio primario. E se io ti dico questa cosa, a te signor Gino Franchi o a te signora Marta Fasini, a te studentessa di legge o a te studente di storia, rimanete lì a sbadigliare senza capirci niente. E invece sapete cosa vi ho appena detto? Vi ho appena detto che la manovra di lacrime e sangue di Mario Monti è un buffetto sulla guancia confronto a quello che dovrà arrivare. Sarà una strage, e qui lo scrivo, almeno qui, visto che questi allarmi salva-vita non saranno mai lanciati da Michele Santoro, per malafede, o da Jacopo Fo e Beppe Grillo, per desolante ignoranza. (non cito la CGIL perché sono analfabeti, quindi non è colpa loro)
In parole semplici, già dai tempi di Berlusconi l’Italia ha un surplus di bilancio primario e questo significa che se si escludono dai conti dello Stato italiano gli interessi che deve pagare sul suo debito pubblico, esso già da tempo incassa ogni anno più di quanto spende. Quindi già da tempo l’Italia ha non solo raggiunto quel pareggio di bilancio che Draghi e Merkel vorrebbero nel nostro futuro, ma da anni l’Italia ha un surplus di bilancio in realtà. Questo surplus di bilancio significa che lo Stato da anni ci sta tassando più di quanto spende per noi; significa in altre parole che da anni lo Stato sta prelevando dai nostri conti correnti più denaro di quando ve ne versa, ed è in attivo. Ma a tutti i cittadini italiani viene raccontato, da TUTTI i media e da Monti, che abbiamo un deficit di bilancio cronico e che dobbiamo rimediarlo, cioè che siamo in passivo. Non è vero, siamo da anni in attivo. Ma aspettate, perché essere in attivo, come ho appena scritto, non è per nulla una bella notizia e quanto segue è orrendo.
La situazione riassunta è questa: in realtà i conti annuali (entrate e uscite) del nostro Stato sono in attivo da tempo (surplus di bilancio), e questo significa che da tempo ci tolgono più denaro di quanto ce ne diano in stipendi, servizi pubblici, opere. I risultati di questo sono evidenti, e sia l’Istat che la Caritas hanno documentato nei dettagli l’impoverimento vertiginoso di milioni di famiglie italiane, fallimenti aziendali a catena e disoccupazione tragica, deflazione economica ecc. Ma a tutti i cittadini italiani viene raccontato, da TUTTI i media e da Monti, che la cura di quell’impoverimento scandaloso è…  il pareggio e il surplus di bilancio! Certo, la cura per l’anemia è l’emorragia, certo. Ma di più.
Adesso, a causa degli interessi sul debito pubblico che l’Italia dovrà pagare a breve, Monti dovrà aumentare ancor di più il surplus di bilancio che già abbiamo, cioè dovrà tassarci molto ma molto di più di quanto lo Stato già ci tassi oggi, ultima manovra inclusa. Capite? Già siamo in una condizione di automatico impoverimento (il surplus che già abbiamo = lo Stato toglie dai nostri c/c ogni anno di più di quanto vi versa), e da qui in poi l’automatismo di impoverimento si decuplicherà. In parole ancora più povere, significa che se finora ci è piovuto in casa, Monti sfonderà le dighe e in casa ci arriverà uno Tsunami. E tutto questo solo, ma SOLO, perché oggi con l’Euro non sovrano che lo Stato non può emettere ma solo prendere in prestito dall’esterno, per pagare quegli interessi sul debito pubblico il Tesoro è costretto a venire a batter cassa da noi, da te signor Franchi e da te signora Fasini, e da voi studenti. E sarà una strage.
Ora pensate a questo: se l’Italia avesse avuto in questi ultimi anni la propria moneta sovrana, avrebbe potuto innanzi tutto evitare di portare avanti un surplus di bilancio primario, quindi per anni ci avrebbe tassati di meno di quanto spendeva per noi cittadini, e saremmo tutti più ricchi e protetti. E in secondo luogo, oggi se ne fregherebbe del mega debito e dei suoi interessi, esattamente come se ne frega il Giappone, che ha un debito doppio del nostro e ha Yen sovrano, però. E’ veramente tutto qui, semplice così. Ma nel nome dell’Euro inventato per gli interessi speculativi immensi di un migliaio di amici di Monti e Draghi, e per quelli degli industriali Neomercantili tedeschi protetti dalla Merkel, a milioni dobbiamo soffrire terrorizzati dall’isteria del deficit, che in realtà (e con moneta sovrana) sarebbe la nostra salvezza. Invece abbiamo un surplus di bilancio primario, che è un cappio che ci già soffoca, e dovrà soffocarci molto ma molto di più in futuro. E nel nome di questo, mentre soffochiamo e soffriamo, ci hanno anche tolto la democrazia, l’informazione non esiste, e io scrivo qui per niente.
(consolazione: i concetti da me espressi qui sopra sono ormai di libero dominio nei blog di economisti, banchieri, traders, monetaristi, e speculatori di mezzo mondo, sulle pagine del Financial Times tutti i santi giorni, sul Wall Street Journal ogni mezza giornata, e i titoli sono sempre cose come “La catastrofe… L’agonia… Il suicidio… dell’Eurozona”, e in effetti ci sta succedendo una cosa epocale, devastante, mai come oggi da 80 anni, ma qui da noi… mistero. Chi è che aveva scritto “La scomparsa dei fatti” qualche tempo fa? Potremmo chiedere a costui di farli ricomparire)

“Arrestata Pinuccia Cane una donna che fa paura con le parole” da Il Manifesto


Ieri a Miroglio, in Piemonte, alcuni collettivi erano in presidio in solidarietà con i lavoratori dell’azienda, arrivati dal sud. Il tentativo di attaccare uno striscione No Tav ha fatto partire la repressione.
Pinuccia Cane è una donna piccola e minuta, i capelli corti e grigi, che evidenziano due occhi molto belli. Vive a Santo Stefano Belbo, in Piemonte. Non è più giovane, credo sia della mia età, io che sono cinquantenne. È da sempre una compagna impegnata nelle lotte e nel sociale. Nel 2009, ricordo, scese all’Aquila per capire, vedere e lavorare con i terremotati, scrisse un bellissimo pezzo su internet di cui riporto una sola frase: «La realtà è molto diversa da quella che ci hanno voluto far credere il duo Berlusconi-Bertolaso».
Ieri mattina ad Alba, in Piemonte, c’era una manifestazione di solidarietà con i lavoratori della Miroglio, saliti apposta con tre pullman dal Sud per ottenere un incontro con i padroni della ditta, a fronte del previsto licenziamento di centinaia di lavoratori. Un gruppo di compagni del Collettivo di Bra (Cn), giovani, donne, lavoratori che stanno conducendo la lotta No Tav, hanno provato a mettere il loro striscione di solidarietà a una ventina di metri da quelli relativi alla Miroglio.
I carabinieri erano già presenti in forze, ben preparati contro degli operai venuti da lontano per rivendicare il diritto al lavoro: sono subito intervenuti per impedire che i compagni mettessero lo striscione. Il simbolo No Tav e la solidarietà interclassista fanno molta paura a questo Stato di banchieri e padroni. Nel resistere, una compagna No Tav è stata buttata a terra: proprio Pinuccia Cane.
La stessa donna che il 26 febbraio, alla Stazione di Porta Nuova, è stata brutalmente picchiata dagli agenti della Polfer del signor Spartaco Mortola, mentre accompagnava i manifestanti reduci dalla Valsusa a prendere il treno per Milano, durante il famigerato “agguato” ai No Tav milanesi.
Tornando a ieri mattina, molti compagni e lavoratori sono subito intervenuti a sostegno dei ragazzi e di Pinuccia: a quel punto i carabinieri per impedire che la questione crescesse, e che lo scandalo si propagasse, hanno caricato tutti nei cellulari e se li sono portati via. Sono poi stati rilasciati, ma per Pinuccia Cane e almeno un altro ragazzo è scattato il provvedimento degli arresti domiciliari.
Pinuccia Cane non è in grado di far del male a nessuno, se non con le sue idee e il suo coraggio. E con le parole. Pinuccia scrive: dice che è sulla pacificazione sociale che poggia questa escalation che colpisce tutti, ribelli e non. Dice che siamo in guerra: in alcune parti del mondo è fatta di missili, armi intelligenti, civili assassinati brutalmente, qui invece è la perdita di diritti, giustizia e libertà conquistate in passato da uomini e donne indomiti. Dice che noi che resistiamo veniamo chiamati terroristi, ribelli, picchiati e arrestati.
Quello che gli strateghi dello sterminio della democrazia temono più di ogni altra cosa è lo spettro delle insurrezioni urbane: diventa pericoloso bere una birra in strada, pulire parabrezza ad un incrocio, fare graffiti sui muri e allora sempre più polizia, agenzie di sicurezza private, telecamere, campagne contro l’uomo nero e l’abusivo, ronde e roghi contro i rom, Cie, schedature, manganellate e morti in carcere.
Dice che come partigiani è possibile lottare contro il dominio del capitale, dei padroni, contro le loro guerre, lo sfruttamento, la repressione: come partigiani bisogna organizzarsi dal basso, noi da una parte, loro padroni e servi dall’altra: e come partigiani per lottare insieme bisogna essere alla pari, arricchirsi nelle differenze, non ci devono essere strutture piramidali o portavoce che diventano leader.

venerdì 1 giugno 2012

L'Assessore Bonino taglia i treni dei piemontesi ma non agli amici



Dopo aver presentato ad Aprile una proposta di "rimodulazione=soppressione" di 8 linee ferroviarie, poi salite a 12 (Asti-Casale-Mortara, Ceva-Ormea, Alessandria-Ovada, Novi-Tortona, Asti-Chivasso, Cuneo-Mondovì, Vercelli-Casale, Pinerolo-Torre Pellice, Savigliano-Saluzzo-Cuneo, Alessandria-Castagnole, l'Asti-Castagnole Alba), infine la settimana scorsa passate a 14 (con l'aggiunta di Santhià-Arona e Novara-Varallo), la Bonino torna parzialmente indietro. Almeno sulle linee ferroviarie degli amici di partito o coalizione: sulla Varallo-Novara (difesa dal deputato. leghista Buonanno) e sulla Casale Monferrato-Vercelli (presidiata dai pidiellini Pedrale, Corsaro e Demezzi) verrà testata la sperimentazione che il MoVimento 5 stelle aveva chiesto per tutte le linee. Cioè sopprimere le corse bus parallele alle corse su ferro per percorso ed orario, modificare gli orari in modo che possano essere davvero funzionali agli studenti e ai lavoratori pendolari, al fine di valutare l'aumento di passeggeri e di rapporto costo-ricavi che ne conseguirebbe. Ma non esultino troppo gli amici della Bonino, lo stesso Assessore ci ha detto che se non si otterranno aumenti significativi (di almeno il 10%) al termine della sperimentazione saranno soppresse al pari delle altre linee.

Tutte le altre invece soppresse da subito. Su che basi tali scelte? In Commissione, in base alle nostre richieste, ci sono stati consegnati finalmente dei dati economici. Prima di oggi ci era stato detto che i tagli avvenivano in base ad una frequenza di passeggeri inferiore a 50 per corsa. Ora la soglia per i tagli è caduta sulle linee con meno dell'8% del rapporto costi/ricavi. Peccato che la Santhià-Arona sia all'8,1% e la nostra domanda sul perché della sua inclusione tra i tagli da operare non abbia ottenuto risposta. E udite, udite, non ci sono stati consegnati i dati delle linee Novara-Varallo e Casale-Vercelli!! Dopo pressanti richieste siamo riusciti ad ottenere un foglio volante da cui abbiamo dovuto calcolare manualmente i dati, da cui abbiamo appurato che i costi delle due linee "temporaneamente salvate" sono simili se non superiori. La Bonino ha provato allora a difendersi adducendo come motivazioni delle generiche peculiarità del territorio e problematiche stradali, per nulla soddisfacenti, visto che molte altri aree hanno problemi sin peggiori.

Crediamo che la sperimentazione di cui saranno oggetto per 6-12 mesi la Novara-Varallo e la Casale-Vercelli sia una buona proposta, che vada estesa a tutte le altre linee. Terminato il periodo si sarebbero potuto prendere delle decisioni più consapevoli, considerando che tutta l'Europa sta puntando sul ferro per il trasporto passeggeri.

Nessuna cifra concreta ci è stata detta sui risparmi attesi dalla conversione in bus delle linee che saranno soppresse. Mentre sull'allungamento dei tempi ci è stato riferito che saranno contenuti in massimo 20 minuti: li aspettiamo alla prova del 9 dell'ulteriore congestionamento delle strade piemontesi da traffico pendolare, in cui tutti si muovono nelle stesse fasce orarie!

Non abbiamo nemmeno potuto sapere in quale periodo siano stati fatti i rilievi del flusso passeggeri. Negli ultimi mesi, guarda caso, si sono verificati notevoli disagi e soppressione di treni sia per carenza di materiali che per l'utilizzo di un nuovo sistema informatico di gestione a cui è corrisposta una disaffezione dei pendolari al treno e una diminuzione di passeggeri. Servirebbe quindi un trend storico dei flussi. Niente.

In ultimo, ironia della sorte: il piano dei tagli è passato con 29 voti contro 26 (con l'astensione di Progett'Azione), grazie alle assenze, a nostro modo di vedere ingiustificabili, dei consiglieri Bresso, Dell'Utri (Moderati) e Artesio (Federazione Sinistra). La Bresso, in particolare, dovrà dire ai cittadini piemontesi se intende servire la Regione o lavorare a Bruxelles come Presidente delle Regioni Europee, lasciando il posto a qualcuno più presente.


Tratto da www.movimentopiemonte.it