giovedì 28 febbraio 2013

Le responsabilità del Movimento 5 stelle

Sale alta, fomentata dai media di regime, la polemica sulla presunta responsabilità di governo che dovrebbe assumersi il Movimento 5 stelle. Dopo mesi di insulti, di calunnie, di falsi sondaggi e di notizie create ad arte…ecco che il volgo “democratico” ora torna alla carica.L’Italia, quella distrutta dalla corruzione trasversale dei partiti maggioritari (PD e PDL) e minoritari, quella dell’evasione fiscale pari a 120 miliardi di euro l’anno, quella degli stipendi scandalosi di politici e dirigenti di aziende pubbliche, quella al 61° posto come libertà di informazione con giornalai asserviti ad editori e partiti, quella nota in tutto il mondo per il nepotismo e per l’impossibilità dei giovani laureati di trovare un posto senza raccomandazione…si proprio quella chiede a gran voce che il Movimento 5 stelle si prenda le sue responsabilità !Quali ?…sarebbe da chiedere a questi furfanti da quattro spiccioli…quella di dare la fiducia ad un partito che ha il suo leader che ancora deve spiegarci il motivo dei 90.000 euro ricevuti dal signor Riva avvelenatore di una intera città…o al suo fido Vendola, fotografato a tavola con il giudice che lo ha assolto, o a quel partito che gestiva, con il 50%, il consiglio di amministrazione del Monte Paschi di Siena senza accorgersi di quello che stava accadendo… o a quello dei Penati, dei vari inquisiti ed arrestati, degli inciuci con Berlusconi sulla legge per il conflitto di interessi?No…non avete capito…ha proprio ragione Grillo…non si tratta di cogestire, con i ladri, una tranquilla transizione in modo che il movimento sia schiacciato dagli intrighi e dai meccanismi di un palazzo senza vergogna…si tratta di dare una svolta a questo paese…di finirla con i furti, con gli accordi sottobanco, con i privilegi, con la casta, con le raccomandazioni, con il nepotismo, con l’evasione e la corruzione…
Sono questi i mali che stanno uccidendo il paese…e a questi mali non può porre rimedio la malattia…e la malattia è ancora lì, in parlamento, aggrappata ai suoi privilegi e alle sue corruttele…
La malattia va estirpata…in tutte le sue forme, per evitare che si ripresenti…al Movimento 5 stelle la gente ha dato questo compito…finitela di illudervi.

"Quindi improvvisamene gli attivisti del M5S si sarebbero bevuti il cervello. Tutti insieme. Dopo avere combattuto per anni il Pdl e il Pd-L, dopo avere mandato "affa" tutto e tutti, improvvisamente sarebbero tutti per votare la fiducia a Bersani & Co. Lo stesso Pd che ci ha regalato la tassa da 4 miliardi servita a pagare i conti di MPS, che non ha mai fatto la legge sul conflitto di interessi, che va a chiudere la campagna elettorale a Berlino. Lo stesso PD che copia le parlamentarie di Grillo ma riserva i posti chiave per le solite Bindi & Co. Lo stesso Pd di Violante, quello di "abbiamo una banca". Quel PD lì. E questi duri e puri del M5S, arrivati in Parlamento al ritmo di "vi apriremo come una scatoletta di tonno", al primo canto delle sirene di gente corresponsabile di tutto questo sfascio, si metterebbero a invocare l'accordo, addirittura la fiducia, come un qualsiasi partitucolo da prima repubblica? Ma lo sanno questi signori che, se votano la fiducia, si rendono corresponsabili di tutto quello che farà dal giorno dopo il Governo di Bersani & soci? Lo sanno che questi sono vecchi squali della politica, controllano i ministeri e conoscono tutti i trucchi possibili per fare tutto l'ostruzionismo di questo mondo, per cui, conoscendo la tattica della melina meglio di chiunque altro, avendola praticata per intere legislature, prometteranno per l'ennesima volta di tagliarsi gli stipendi, di togliere i rimborsi e tutto il resto, ma poi troveranno tutte le scuse per ritardare fino ad arenare ogni progetto di legge del M5S, mentre cercheranno di far passare nuove ignominie ai danni del popolo italiano, e queste ignominie ricadranno sulla testa del M5S? Forse i titoloni dei giornali, quelli che parlano di base spaccata basandosi su qualche commento su un blog e su una petizione in rete (gli stessi giornalisti che non sanno distinguere "Twitter" da "Tweet", ripetendo grottescamente "ho letto un twitter di tizio e caio" ad ogni ospitata televisiva) sono solo l'ennesima strumentalizzazione giornalistica orchestrata dalla vecchia politica. Forse questa Viola Tesi che all'improvviso spunta fuori dal nulla, con una petizione pro fiducia (pro Pd) in rete, guarda caso su un sito che nulla ha a che fare con il M5S, raccogliendo magicamente decine di migliaia di firme, non è esattamente espressione della base del Movimento. Potrebbe mai esserlo una che fino a un paio di mesi fa almeno militava convintamente nella base del Partito Pirata? Lo stesso partito pirata che deve vedersela con quel Marco Marsili che proprio durante le scorse elezioni, sbugiardato da Anonymous o chi per essi, cospirava contro il M5Scercando di distruggerlo? Ed ecco, cliccando qui, una delle tante conversazioni che provano la sua partecipazione attiva nella base del Partito Pirata. Può una attivista convinta di un altro movimento, a uno o due mesi dalle elezioni, diventare come per magia espressione della base del M5S ed essere rilanciata, in primis da Repubblica, il giornale della tessera numero uno del PD (De Benedetti), con la sua petizione pro Pd (adesso capite la ragione delle regole sulle candidature di Grillo)? E le 75mila firme raccolte, come per magia, in meno di 48 ore, sono della base del M5S? Cosa dà cotanta sicumera ai signori giornalisti che fanno i titoli? Fanno le pulci a una che non conosce il numero esatto dei senatori della Repubblica, e poi sparano titoli così palesemente scollegati dai fatti? Già, perché è evidente che se una di un altro partito viene spacciata per una rappresentante della base del M5S solo perché pubblica una lettera su un sito qualunque, con la stessa nonchalance si possono far votare decine di migliaia di militanti di un qualunque altro partito sotto a una petizione qualsiasi e poi spacciare le firme come la prova evidente che la base del M5S (o quella dell'ultimo partito della Nuova Guinea) è compatta contro il suo leader. E si può perfino arrivare a colonizzare un intero blog, con iscrizioni mirate dell'ultima ora. Tant'è vero che alcuni, tra i firmatari, non si fanno neppure scrupolo di mascherare il fatto non solo di non essere appartenenti alla base del Movimento Cinque Stelle, ma neppure di essere espressione di quegli 8 milioni e mezzo di italiani che hanno condiviso e votato le proposte di Grillo: Cari "grillini" (a me questo termine potete passarlo): voi siete arrivati adesso con le valigie di cartone, ma questi conoscono l'arte di mettervelo in quel posto meglio di chiunque altro, avendo una lunga scuola alle spalle. Cercate di non farvi fregare e rimettete, con lucidità, ogni tassello al suo posto. Voi, per la vostra storia e per la natura radicale delle vostre rivendicazioni, che sono quelle che gli italiani vi hanno chiesto esplicitamente di portare avanti, non potete votare la fiducia a un partito che si è reso corresponsabile dello stato in cui versa questo Paese. Tutt'al più, se proprio Pd e Pd-L ci tengono alla governabilità, possono sempre votare, loro, la fiducia al primo Governo targato MoVimento 5 Stelle."Claudio Messora

martedì 26 febbraio 2013

Risale al giugno scorso questo discorso che ha incantato il mondo lasciandolo attonito a riflettere, e ancora oggi se ne continua a parlare. Josè Mujica, 77 anni, è il Presidente dell'Uruguay e al G20 ha voluto dare il suo contributo così, con una visione del mondo, della nostra econonomia e della vita stessa che ci si aspetterebbe da un filosofo o da uno studioso più che da un Presidente.

Il discorso che vorremmo ascoltare da ogni politico. Il Presidente dell'Uruguay Josè "Pepe" Mujica tocca i cuori con la sua semplice, inoppugnabile, coraggiosa verità. E' l'uomo che governa il mercato o il mercato che governa l'uomo? Un discorso che passerà alla storia.
Josè Mujica, noto come "il presidente più povero del mondo", ha attualmente 77 anni, vive nella sua casa modesta, devolve il 90% del suo stipendio in beneficenza. E' stato in carcere 14 anni come oppositore del regime.

sabato 23 febbraio 2013

Difesa critica del Movimento 5 Stelle

di Fabrizio Li Vigni

 Iscritto al Movimento 5 Stelle dal momento della sua creazione, non sono un attivista ma un elettore critico che si rivolge ad altri elettori critici. Con questo articolo, sorta di vademecum non esaustivo delle critiche mosse al M5S dalla sua nascita fino a oggi, mi rivolgo soprattutto agli indecisi.

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CASALEGGIO ROCK!

800.000 in piazza per Beppe Grillo !!

di Gianluigi Paragone

Toh, le piazze di Grillo sono piene di gente… Molti giornali e molti leader hanno aperto gli occhi; forse troppo tardi. Sono anni che il comico genovese impegnato in politica riempie le piazze, mischiando irriverenza, ironia e rabbia sociale. E sono anni che chi doveva prestare attenzione a un nuovo fatto liquidava la cosa appellandosi al qualunquismo di Giannini o al leghismo di Bossi oppure dicendo che, uno spettacolo comico gratis, lo vanno a vedere tutti. C’è del vero in entrambe le considerazioni: Grillo rilancia messaggi che già in parte erano appannaggio del movimento lumbard, così come è vero che i comizi del Beppe nazionale sono uno show, gratuito. Ma anche il voto è libero e gratuito.
Tutto questo però non basta per diventare uno tsunami. Non basta per mettere paura alla vecchia classe politica o per scomodare le televisioni e la stampa di mezzo mondo. Dentro i monologhi di Grillo c’è una scintilla che un numero considerevole di persone, diverse per generazione, diverse per provenienza politica ed estrazione sociali, ha colto. E sta alimentando con speranza. La speranza di una politica diversa, altra. Piaccia o meno. Quale sarà l’evoluzione di questo imminente big bang non lo so, però consiglierei di non commettere l’errore che commisero i capoccia della prima Repubblica nel sottovalutare l’ondata leghista o, tempo prima, della Rete. E lo consiglierei tanto più a coloro che di quella disattenzione si avvantaggiarono.

 Aggiungo inoltre che non basta nemmeno analizzare il Movimento 5 Stelle come se fosse una versione aggiornata dei precedenti movimenti. Io le ricordo le piazze piene per sentire Bossi e ho messo il naso pure in una delle piazze di Grillo: ebbene, non sono la stessa cosa. Le piazza che si riempiono sotto l’effigie del 5 stelle sono piazze che parlano un linguaggio nuovo. Quindi sono piazze inedite. Riproporre foto d’epoca di quando Togliatti faceva il tutto esaurito equivale a non aver capito la novità delle piazze grilline: queste sono piazze interattive, sono piazze che continuano in un luogo fisico un dialogo cominciato in rete. La novità partecipativa del 5 Stelle è la condivisione continua in uno spazio più largo di una sezione di partito o della sede di un movimento. Al vecchio passaparola s’aggiunge il concetto di partecipazione, di network. Ecco perché Grillo attrae il voto giovane. Chi pensa che la potenza del linguaggio sia l’invettiva comica o sia lo show gratuito sbaglia di grosso. La potenza sta nella condivisione continua e continuamente aperta.

 Il carisma di Grillo e l’organizzazione di Casaleggio (fateci caso, personaggio che non piace ai veci perché ha i capelli lunghi e parla strano: le stesse accuse che facevano a quei rockettari negli anni Settanta che poi cambiarono i connotati alla musica…) sono il perimetro di quella discussione; chi si stupisce non conosce i meccanismi dei social network nel senso che tutti i social hanno un regolatore.

 Ho visto che Monti, Berlusconi e Bersani vorrebbero impartire lezioni di democrazia a Grillo perché non risponde alle domande. L’unico che ha sfidato una platea ostile è Berlusconi da Santoro (per il resto il Cavaliere non ha nemmeno lui capito la potenza del linguaggio del 5 Stelle: non credo che sia pregiudizio, credo invece che sia un limite di ordine culturale), per il resto né Monti né Bersani hanno titoli per accusare Grillo di non rispondere alle domande. Bersani è quello che su Mps ha replicato affermando che avrebbe sbranato chi provava ad accostare la banca senese al Pd. Monti invece è colui che si accomoda nei salotti dove l’imboscata più cattiva è stato mettergli un cucciolo di cane in braccio.

 Monti e Bersani stanno godendo del potere residuale del vecchio establishment. Ma siamo davvero alle briciole. Gli effetti di una certa retorica fatta di buoni da una parte e cattivi dall’altra non stupisce più nessuno: non stupisce i giovani interessati alle questioni concrete e immuni alle tossine ideologiche; non stupisce i lavoratori che hanno visto come la sinistra sia subalterna agli interessi dei padroni; non stupisce i piccoli imprenditori divorati dalle tasse. Infine quella retorica ormai stagionata non stupisce le famiglie e le coppie. C’è un mondo nuovo che vorrebbe riprovare a fidarsi. Giusto o sbagliato che sia, questo è il significato delle piazze piene e interattive di Beppe Grillo.

venerdì 22 febbraio 2013

ADRIANO CELENTANO VOTA GRILLO: "RAPPRESENTA IL CAMBIAMENTO"

Ecco l'ufficialità: il cantante voterà per Grillo e per il cambiamento

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La sua ultima canzone (qui il video) non lasciava spazio a grandi equivoci. Ora, però, l'endorsement diAdriano Celentano per Beppe Grillo è ufficiale. "Mancano solo tre giorni al responso - scrive il cantante in una lettera a Il Fatto quotidiano - e la sorpresa sarà grande: nonostante la partitocrazia si affanni a divulgare che , quand'anche Grillo vincesse, non sarebbe comunque in grado di governare". 


"Se è vero che invochiamo il cosiddetto cambiamento - prosegue Celentano -, non abbiamo altra scelta. Dobbiamo votare per lui, pur sapendo che qualche disagio non mancherà proprio a causa della sua inesperienza: Nessuno nasce imparato e il suo movimento imparerà presto". 

sabato 16 febbraio 2013

Quello che in Italia non vedrete mai !! Intervista a Beppe Grillo della TV pubblica Svedese


Volano stracci (pro Grillo) fra Berlusconi, Bersani, Monti. E il Paese reale crolla


GUARDA IL VIDEO !


Meno otto, poi si aprono le urne e gli italiani vanno alla conta. Da una parte c’è l’Italia della politica con i suoi errori e le sue malefatte, dall’altra c’è l’Italia reale smarrita, divisa e inchiodata dentro una profonda crisi morale, ancor prima che economica. Monti, Berlusconi, Bersani si rimpallano le responsabilità del malgoverno della seconda Repubblica.
Il Prof (“Prima di me, Paese guidato da cialtroni), il Cav (“Italia mai stata a rischio”), il segretario Pd (“la destra ha prodotto una catastrofe etica”) cercano voti rastrellando ognuno il proprio barile ma, di fatto, portano acqua al mulino di Beppe Grillo, pronto all’incasso e a far saltare il banco.
Il debito pubblico italiano - dati Bankitalia - chiude il 2012 a 1.988,363 miliardi (sì, avete letto bene!), in crescita di 81,5 mld rispetto allo stesso dato di fine 2011? Chissenefrega! Ela cassa integrazione che esplode, mai così tanta negli ultimi trent’anni? Idem con patate!
Le ore di cig autorizzate a gennaio 2013 sono state quasi 89 milioni (88.869.000), con un incremento del 2,72% rispetto al dicembre 2012 e del 61,64% rispetto al gennaio 2012: il dato più pesante dal 1980! In forte aumento anche la richiesta di cassa integrazione straordinaria: a gennaio 2013 le aziende in cigs aumentano del … 98,44% rispetto a gennaio 2012 e del 25,46% rispetto al dicembre 2012, quasi tutte per crisi industriale.
E’ questa la fotografia fatta dalla Cgil nel suo Rapporto dell’Osservatorio cig, da cui emerge – aggiungendo la forte riduzione della produzione industriale del -6,7% (dati Istat) un Paese sul bordo del precipizio.
Come definire, se non fallimento totale, il governo (i governi) degli ultimi venti anni?Debito pubblico da capogiro, pil in caduta libera (-2,4%), disoccupati in crescita (+21,4% solo nel 2012), inflazione che risale (+3%), calo dei redditi e del potere d’acquisto dei ceti medi e bassi con costo della vita in continuo aumento: +4,3%. Meglio fermarsi qui.
Dice Elena Lattuada, segretario confederale della Cgil: “Ci troviamo di fronte a una vera emergenza. Il nostro sistema industriale è stato lasciato andare alla deriva: in questi anni non è stato fatto nessun intervento significativo, non c’è stata nessuna scelta strategica, quasi nessuna crisi aziendale è stata risolta positivamente. Le scelte governative hanno riguardato più gli effetti, il mercato del lavoro, che non le cause, un sistema industriale non più competitivo per qualità, prezzi, contenuti tecnologici. Come poco e niente è stato fatto per migliorare i fattori di competitività di tutto il sistema paese: energia, trasporti, semplificazioni burocratiche, alleggerimento fiscale, ricerca, sistema finanziario”. Taca banda! Al voto, al voto!

venerdì 15 febbraio 2013

Lavare senza l’acqua si può!

Lavare senz’acqua. La nuova frontiera del pulito passa attraverso il risparmio idrico e la tutela ambientale garantendo igiene e sicurezza

(Rinnovabili.it) – Lavare senza acqua. Ecco la nuova frontiera dell’ecologia, il detersivo Waterless, che elimina completamente il consumo della preziosa risorsa pur garantendo il perfetto lavaggio delle superfici. Completamente biodegradabile perché composto da distillati di erbe ed acidi naturali, permetterà di risparmiare l’acqua normalmente usata per il risciacquo e abbattere contemporaneamente l’impatto ambientale che deriva dall’impiego di detergenti visto che non contiene sostanze chimiche né tensioattivi.
L’idea di Waterless è venuta alla Airbank, e si presta al lavaggio di tutte le superfici lavabili, dai moduli fotovoltaici fino alle automobili.
“Non potevamo che scegliere questo nome per un prodotto che non ha eguali sul mercato” ha dichiarato Gloria Mazzoni, General Manager di Airbank. “Senza rinunciare alle prestazioni, Waterless difende l’Ambiente evitando l’immissione in natura dei residui chimici e lo spreco di enormi quantità d’acqua solitamente utilizzate per il lavaggio di flotte aziendali, imbarcazioni o qualsiasi altra superficie lavabile industriale. Inoltre è completamente naturale e biodegradabile, e questo lo rende un prodotto interessantissimo sotto ogni punto di vista, anche quello puramente economico. Siamo sicuri che questa sarà una vera rivoluzione”.


mercoledì 13 febbraio 2013

I vecchi media crollano. E noi?

di PIERLUIGI SULLO
Dice una persona che conosco e che fa il manager di una multinazionale dell’editoria: “I giornalisti hanno poco da protestare: più del 90 per cento degli incassi dei nostri periodici viene dalla pubblicità, le vendite in edicola sono un fatto trascurabile”. Esita, ci pensa su, e aggiunge: “Già, ma quanto potrà durare?”. Potrà durare poco: non si vede perché un inserzionista di grosso calibro dovrebbe continuare a buttare soldi su periodici che – per quanto lussuosi siano – vendono in edicola una frazione minima di quel che vendevano un tempo.
E’ in corso una estinzione di massa di giornali di carta stampata: l’annuncio di Rcs – 800 esuberi tra il personale in Italia e in Europa, la storica sede milanese del Corriere della Sera in vendita, dieci testate periodiche da vendere o da chiudere – è la sanzione definitiva del disastro. Chi ha avuto nei mesi scorsi la voglia di leggere “L’esplosione del giornalismo”, il libro di Ignacio Ramonet che DKm0 ha pubblicato con Intra Moenia (http://www.democraziakmzero.org/2012/10/11/lesplosione-del-giornalismo/), conosceva nel dettaglio quel che stava accadendo, e quanto si sarebbe aggravata la malattia della carta stampata. Anche se il libro parla poco dell’Italia, il fenomeno è mondiale, e capirlo aiuterebbe a orientarsi, in questa tempesta. Ma i giornalisti italiani sono troppo occupati a difendere i loro residui bunker, per altro invano, per chiedersi cos’altro potrebbero fare. Di fatto, non si sono nemmeno resi conto che la crescita abnorme del precariato, nel lavoro giornalistico, non tutelava affatto il loro recinto contrattuale: al contrario lo assediava, al punto che, come accade ora a Rcs, i Fort Apache del vecchio mestiere alla fine sono stati espugnati.
L’ondata è troppo violenta. Dipende dalla crisi economica, ovviamente, che spinge i lettori sempre più lontano dalle edicole, ma dipende soprattutto da Internet, sebbene in Italia si sia fatto di tutto – buttando soldi per finanziare non le cooperative di giornalisti, che hanno avuto le briciole, ma i grandi gruppi editoriali, e foraggiando invenzioni a favore di Mediaset (Berlusconi) come il digitale terrestre tv – per rallentare la crescita della banda larga, cioè dell’uso della Rete. I 600 milioni circa che costerebbe “coprire” tutto il territorio con un segnale internet decente, sono meno soldi di quelli che si vogliono spendere per fare un buco per terra inutile in Val Clarea, antipasto della Tav in Val di Susa. Solo degli idioti, o dei lestofanti, possono stabilire – e far rispettare a mano armata – una priorità di questo tipo.
Nel frattempo, la carta stampata affonda comunque. Il solo Corriere della Sera metterà fuori una sessantina di giornalisti. Altri ne aveva liquidati nel recente passato. Ma una situazione simile subiscono i dipendenti del Sole 24 Ore e della Repubblica e del Messaggero (sono i più grandi quotidiani italiani), mentre la stessa esistenza de La Stampa è in questione: potrebbe diventare un supplemento piemontese del Corriere della Sera (la Fiat compare nella proprietà di entrambi i giornali).
E certo, come dice il comitato di redazione (l’organismo sindacale) del Corriere, si erano avviati grandi progetti multimediali (sito internet, edizioni per iPad e cellulari, web tv), che ora la proprietà si rifiuta di finanziare con un aumento di capitale, e anzi sceglie la via dell’”austerità”, appunto: ma nessuno ha ancora ben capito come far soldi con internet.
Fa anche un po’ tenerezza, leggere nel comunicato sindacale del Corriere, che mettendo in vendita il palazzo di via Solferino si cancellano “con un grossolano gesto contabile più di 100 anni di storia, il simbolo più importante della libertà di stampa in questo paese, un pezzo unico e irripetibile del patrimonio culturale italiano”. Fa effetto anche a me, che da studente della Statale di Milano, negli anni dopo il ’68, andavo periodicamente a protestare davanti alla sede del Corriere per le menzogne che scriveva sul movimento. Però, avessero una coscienza, quei giornalisti si chiederebbero quanti altri pezzi di storia (di società, di cultura…) il governo Monti ha cancellato “con un grossolano gesto contabile”, essendo Monti prima un editorialista di quel giornale e poi il miglior presidente del consiglio possibile, secondo il Corriere della Sera.
Ma quel che è più interessante è che il tradizionale – e insopportabile – lamento “di sinistra” sulla cattiveria del grandi media può finalmente essere archiviato. Perchè la Rete è una grande prateria, dove si può cavalcare con mezzi a basso o bassissimo costo. Questo terremoto, che cambia geografie e gerarchie, mezzi e modi della comunicazione, e quindi lo stesso mestiere di giornalista, sarebbe una grande opportunità, per la società che ri-costruisce democrazia altrove. Se volesse essere ambiziosa. Se scegliesse la virtù della cooperazione invece del vizio della concorrenza. Se imparasse a comunicare – e a interloquire – con le comunità e i cittadini in un modo certo differente da quello della vecchia “stampa di sinistra”, anch’essa ormai estinta o quasi, ma rigoroso, con un linguaggio amichevole, con l’aspirazione – come ci siamo detti in un workshop nella pisana “United colors of commons”, al Municipio dei beni comuni – a diventare autorevole, cioè credibile, accurata, non settaria. Nella Rete la concorrenza non esiste, non vale più il “sono arrivato primo”, perché i lettori, ormai attivi, circolano liberamente ovunque, e dunque scambiare testi, materiali, analisi, tra i “luoghi” virtuali della neo-democrazia, avvantaggerebbe tutti. Di fronte, appunto, a un sistema dei grandi media che sta crollando rapidamente. E poi, quant’è più interessante fare il giornalista in questo mondo nuovo invece che ripetere vecchie abitudini.

domenica 3 febbraio 2013

Scandaloso video contro il M5S mandato in onda a la7 da “servizio pubblico”


L’intervista a Pizzarotti durava circa 29 minuti ma nel video della giornalista di Servizio Pubblico Giulia Innocenzi è stato ridotto a 38 secondi…. RIPETO 38 SECONDI!!
Durante i 5 minuti mandati in onda su la7 vengono mostrate pietose scene di bambini, mamme arrabbiate e cittadini preoccupati. A causa di sfratti, aumenti tariffari e problemi di bilancio.
Dimenticandosi astutamente (e volutamente) di mostrare le reali cause, le logiche soluzioni proposte e l’inevitabilità legislativa e finanziaria delle scelte attuate.
Tanto nell’intervista originaria la figura di Pizzarotti emerge come quella di un sindaco che amministra con lungimiranza, spiega con efficacia, replica senza demagogia, sceglie con responsabilità tanto nella sintesi estrema e storpiata della Innocenzi esce un “ragazzotto” impacciato e dalla politica perversamente anti-cittadini. Un despota servile con le banche e dal rigore fiscale quasi “montiano”!
Il tutto montato ad arte per gettare discredito sul M5S e sulle capacità dei suoi eletti di far fronte alle più ovvie problematiche sociali.
Francamente è inaccettabile!
Propongo la radiazione immediata della INNOCENZI ( Mai cognome fu più ingannevole! ) dall’albo dei giornalisti, l’immediata messa in onda, da parte di Santoro, del video integrale e le scuse ufficiali di Servizio Pubblico e di La7.
Tramite il link che posto sarete in grado di accedere ai 2 video per CONFRONTARLI VOI STESSI
Immagino già che molti di voi storceranno il naso e non lo faranno per mancanza di tempo. Ma sarebbe perdere un’occasione unica per capire con mano come un giornalista possaVOLUTAMENTE STRAVOLGERE LA REALTÀ è di come questo venga regolarmente fatto nel nostro paese.
Almeno Condividete… GRAZIE!