giovedì 7 giugno 2012

Pareggio di bilancio_ Sarà una strage.



E' mai possibile "venire a sapere che la Costituzione è cambiata"? E' mai possibile che il dna più profondo, l'essenza delle nostre radici, del diritto che ci rende persone libere, venga modificata senza che nessuno ne parli, senza dibattito alcuno, né in televisione, né sui giornali, né nella più striminzita delle piazze dell'ultimo paesino di quattro anime? Quando questo accade, quando cioè ti cambiano la Costituzione sotto al naso senza che te ne accorgi e i media, complici, tacciono, non equivale forse a dire che c'è stato un colpo di stato e che la democrazia è finita?

 Per quei pochi che ancora ragionano, sì: equivale. 
Pubblico uno scritto di Paolo Becchi, che i lettori del blog conoscono dall'intervista del 17 maggio.

Quel golpe silenzioso sul Pareggio di Bilancio

di Paolo Becchi

 Qualche tempo fa parlai di «colpo di Stato sobrio» a proposito della nomina di Monti a capo del governo. Oggi vorrei riportare l’attenzione su un aspetto specifico di quel «coup d’état»: l’avvenuta modifica della Costituzione, nel pieno rispetto (per l’amor di Dio) della legalità. Poche notizie sono peraltro state così trascurate, sostanzialmente eluse, e poi dimenticate dai principali telegiornali e quotidiani italiani (e tra tutti la Repubblicae il Corriere della Sera) come la recente modifica della Costituzione avvenuta con l’approvazione della Legge costituzionale n. 1/2012.

 Con ultima e definitiva deliberazione del 17 aprile 2012, il Parlamento ha infattimodificato gli articoli 81, 97, 117 e 119 della Costituzione, introducendo il principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale italiana. La raggiunta maggioranza di due terzi ha, peraltro, escluso la possibilità di procedere al «referendum di revisione costituzionale» previsto e disciplinato dall’art. 138. Non è la prima volta che la Costituzione subisce modifiche senza il ricorso allo strumento referendario, per semplice «colpo» della maggioranza (nel caso in questione, hanno votato a favore: Pdl, Pd, Terzo Polo, nonché, personalmente, il senatore Monti). È però la prima volta che alcuni articoli della Costituzione vengano cambiati in un’atmosfera tanto silenziosa, senza alcun coinvolgimento dell’opinione pubblica, senza un reale discussione politica

 L’art. 81, in particolare, viene riscritto, introducendo nella Costituzione il principio del pareggio di bilancio: «Lo Stato – recita il primo comma del nuovo articolo –assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico». Cosa significa? Significa che l’«Union Sacrée » dei partiti, a sostegno del Governo, abdica definitivamente alla governance dell’economia, testimonia il venir meno della loro capacità di elaborare una strategia politica autonoma. Il Parlamento italiano è andato persino al di là delle previsioni di Marx: non è il comitato di affari della borghesia nazionale, ma prende ordini dal potere sovranazionale di Bruxelles e Berlino. Un lungo processo, iniziato nella seconda metà degli anni Settanta e che ha visto, per dirla con l’economista Nino Galloni, il «tradimento dell’economia italiana», sta giungendo a conclusione. Siamo riusciti addirittura a giungere al paradosso di abolire ex lege una teoria economica (quella keynesiana). Persino il premier britannico David Cameron, che certo non è un «progressista », ha detto che si è arrivati a «proibire Keynes per legge». 

 La modifica costituzionale va certo inquadrata nel contesto del «Fiscal Compact» europeo, il quale impegnerà il nostro Paese al rientro dal debito pubblico fino a raggiungere la cifra del 60% del Pil e al divieto di realizzare un deficit superiore al 5%. Già gli Stati Uniti d’America, nel 2010, si erano trovati ad affrontare il tema del pareggio del bilancio in Costituzione. I Repubblicani sostenevano l’ipotesi, mentre l’Amministrazione democratica seguiva una politica di stimoli economici, ed il rapporto debito pubblico/Pil superava il 100% (il più elevato dal 1945). Nonostante questa situazione,i Democratici sono riusciti, allora, a far respingere quella proposta. E ciò anche grazie ad un profondo ed acceso dibattito politico, che vide l’intervento di qualificati economisti ed un «Appello contro il pareggio di bilancio» sottoscritto, tra gli altri, da quattro premi Nobel (Kenneth Arrow, Peter Diamond, Eric Maskin, Robert Solow). In esso, veniva messo in evidenza come, al di là di qualche «scappatoia» prevista, la misura non poteva che avere effetti nefasti, sia nei periodi recessivi che in quelli espansivi.

 È accaduto diversamente in Italia: nessun confronto, nessuna opposizioneseria. Perfetta sincronizzazione tra i media e le posizioni del governo, imposte da Berlino e da Bruxelles, fatta eccezione delle solite, poche e controllate valvole di sfogo (Diliberto, pochi giorni prima dell’approvazione della legge, aveva chiesto «fateci votare, almeno sulla Costituzione »). Certo, lo si ripete, tutto è avvenuto nello scrupoloso rispetto della «legalità». Eppure è la prima volta che, personalmente, vengo a sapere che la Costituzione è cambiata soltanto a conti già fatti. 

 In un romanzo di Brecht alla fine il capo dei gangsters comanda ai suoi seguaci: «Il lavoro deve essere legale». Che fine tragica ha fatto la legalità: finisce come parola d’ordine di un gangster.
Tratto da www.byoblu.com


Sarà una strage.
Piantatela di leggere i quotidiani e di guardare i TG. Non ha senso. Leggete qua.
L’Italia già da tempo ha un surplus di bilancio primario. E se io ti dico questa cosa, a te signor Gino Franchi o a te signora Marta Fasini, a te studentessa di legge o a te studente di storia, rimanete lì a sbadigliare senza capirci niente. E invece sapete cosa vi ho appena detto? Vi ho appena detto che la manovra di lacrime e sangue di Mario Monti è un buffetto sulla guancia confronto a quello che dovrà arrivare. Sarà una strage, e qui lo scrivo, almeno qui, visto che questi allarmi salva-vita non saranno mai lanciati da Michele Santoro, per malafede, o da Jacopo Fo e Beppe Grillo, per desolante ignoranza. (non cito la CGIL perché sono analfabeti, quindi non è colpa loro)
In parole semplici, già dai tempi di Berlusconi l’Italia ha un surplus di bilancio primario e questo significa che se si escludono dai conti dello Stato italiano gli interessi che deve pagare sul suo debito pubblico, esso già da tempo incassa ogni anno più di quanto spende. Quindi già da tempo l’Italia ha non solo raggiunto quel pareggio di bilancio che Draghi e Merkel vorrebbero nel nostro futuro, ma da anni l’Italia ha un surplus di bilancio in realtà. Questo surplus di bilancio significa che lo Stato da anni ci sta tassando più di quanto spende per noi; significa in altre parole che da anni lo Stato sta prelevando dai nostri conti correnti più denaro di quando ve ne versa, ed è in attivo. Ma a tutti i cittadini italiani viene raccontato, da TUTTI i media e da Monti, che abbiamo un deficit di bilancio cronico e che dobbiamo rimediarlo, cioè che siamo in passivo. Non è vero, siamo da anni in attivo. Ma aspettate, perché essere in attivo, come ho appena scritto, non è per nulla una bella notizia e quanto segue è orrendo.
La situazione riassunta è questa: in realtà i conti annuali (entrate e uscite) del nostro Stato sono in attivo da tempo (surplus di bilancio), e questo significa che da tempo ci tolgono più denaro di quanto ce ne diano in stipendi, servizi pubblici, opere. I risultati di questo sono evidenti, e sia l’Istat che la Caritas hanno documentato nei dettagli l’impoverimento vertiginoso di milioni di famiglie italiane, fallimenti aziendali a catena e disoccupazione tragica, deflazione economica ecc. Ma a tutti i cittadini italiani viene raccontato, da TUTTI i media e da Monti, che la cura di quell’impoverimento scandaloso è…  il pareggio e il surplus di bilancio! Certo, la cura per l’anemia è l’emorragia, certo. Ma di più.
Adesso, a causa degli interessi sul debito pubblico che l’Italia dovrà pagare a breve, Monti dovrà aumentare ancor di più il surplus di bilancio che già abbiamo, cioè dovrà tassarci molto ma molto di più di quanto lo Stato già ci tassi oggi, ultima manovra inclusa. Capite? Già siamo in una condizione di automatico impoverimento (il surplus che già abbiamo = lo Stato toglie dai nostri c/c ogni anno di più di quanto vi versa), e da qui in poi l’automatismo di impoverimento si decuplicherà. In parole ancora più povere, significa che se finora ci è piovuto in casa, Monti sfonderà le dighe e in casa ci arriverà uno Tsunami. E tutto questo solo, ma SOLO, perché oggi con l’Euro non sovrano che lo Stato non può emettere ma solo prendere in prestito dall’esterno, per pagare quegli interessi sul debito pubblico il Tesoro è costretto a venire a batter cassa da noi, da te signor Franchi e da te signora Fasini, e da voi studenti. E sarà una strage.
Ora pensate a questo: se l’Italia avesse avuto in questi ultimi anni la propria moneta sovrana, avrebbe potuto innanzi tutto evitare di portare avanti un surplus di bilancio primario, quindi per anni ci avrebbe tassati di meno di quanto spendeva per noi cittadini, e saremmo tutti più ricchi e protetti. E in secondo luogo, oggi se ne fregherebbe del mega debito e dei suoi interessi, esattamente come se ne frega il Giappone, che ha un debito doppio del nostro e ha Yen sovrano, però. E’ veramente tutto qui, semplice così. Ma nel nome dell’Euro inventato per gli interessi speculativi immensi di un migliaio di amici di Monti e Draghi, e per quelli degli industriali Neomercantili tedeschi protetti dalla Merkel, a milioni dobbiamo soffrire terrorizzati dall’isteria del deficit, che in realtà (e con moneta sovrana) sarebbe la nostra salvezza. Invece abbiamo un surplus di bilancio primario, che è un cappio che ci già soffoca, e dovrà soffocarci molto ma molto di più in futuro. E nel nome di questo, mentre soffochiamo e soffriamo, ci hanno anche tolto la democrazia, l’informazione non esiste, e io scrivo qui per niente.
(consolazione: i concetti da me espressi qui sopra sono ormai di libero dominio nei blog di economisti, banchieri, traders, monetaristi, e speculatori di mezzo mondo, sulle pagine del Financial Times tutti i santi giorni, sul Wall Street Journal ogni mezza giornata, e i titoli sono sempre cose come “La catastrofe… L’agonia… Il suicidio… dell’Eurozona”, e in effetti ci sta succedendo una cosa epocale, devastante, mai come oggi da 80 anni, ma qui da noi… mistero. Chi è che aveva scritto “La scomparsa dei fatti” qualche tempo fa? Potremmo chiedere a costui di farli ricomparire)

Nessun commento:

Posta un commento