mercoledì 2 ottobre 2013

Scontro al Congresso Usa: lo Stato più potente del mondo dichiara fallimento. E in Italia.....?


Siamo al 70esimo posto al mondo come libertà di stampa, siamo considerati la seconda nazione più corrotta nel campo dell'informazione in tutta Europa, seconda soltanto alla Bulgaria. Ma siamo pur sempre la prima, come livello di piattezza, servilismo, mancanza di informazione alla cittadinanza, sia tra i 28 paesi della Unione Europea che tra quelli della zona euro. Come "aderenza ai fatti reali che accadono nel mondo", l'Onu ci posiziona al 172esimo posto al mondo.
Fine della premessa, diciamo così, pedagogica.
Utile e necessaria per introdurre l'argomentazione del giorno, la notizia bomba del giorno, prima pagina da ieri pomeriggio in tutto il mondo planetario, con l'eccezione della Repubblica Italiana.
La notizia è la seguente:
"Dalle ore 6 di questa mattina, 1 ottobre 2013, l'amministrazione Usa è fallita".
Non è roba da poco, se permettete.
Il fatto ha comportato l'immediato licenziamento di 800.000 dipendenti pubblici.
Il fatto ha comportato il crollo dei bpt statunitensi sul mercato.
Il fatto comporta la necessità da parte di 1 milione di persone di andare a lavorare sapendo che non verranno pagati.
Il fatto ha un costo di 300 milioni di dollari al giorno che -dati alla mano- se non si interviene provocherà entro la fine di ottobre un crollo di tutti i derivati legati alla spesa pubblica statunitense e un'accelerazione esponenziale dei meccanismi di recessione che determinerà, inevitabilmente, l'esplosione di una crisi finanziaria planetaria.
E' il prezzo della pace.
E' il conto che i colossi finanziari e la destra occidentale hanno presentato al mondo per punirli, visto che Obama e Rouhani (il premier mussulmano iraniano) hanno "osato" parlarsi tra di loro, hanno "osato" aprire un tavolo di colloqui e hanno fatto sapere che "stanno osando" porre fine al cosiddetto scontro di civiltà tra Occidente e Asia Minore aprendo una stagione di coesistenza pacifica tra mondi diversi, tra etnie distinte, per investire risorse sia economiche, che politiche, che psicologiche, nel risolvere i veri problemi dell'umanità: lavoro e occupazione.
Il tutto è nato perchè Barack Obama ha finito per cedere ai consigli di Bill Clinton e soprattutto a quelli dei premi Nobel per l'economia Joseph Stiglitz e Paul Krugman: "vai a vedere il loro sporco e immondo bluff". I repubblicani al Congresso, infatti, frustrati perchè non c'è più la guerra sulla quale investire, hanno ricattato il governo in carica: "o si cancella la riforma sanitaria, o si abbatte il debito e si tagliano 500 miliardi di dollari subito all'istruzione, alla sanità, ai servizi pubblici, oppure noi blocchiamo costituzionalmente l'emissione di moneta per impedire che superi il tetto consentito e quindi mandiamo lo Stato in default".
Obama non ha ceduto.
Non solo.
Ha sostenuto pubblicamente che "il debito non è il vero problema, quella è una illusione, è una cartina di tornasole; il vero problema è avviare un piano mondiale di investimenti massicci nel mondo dell'economia reale per creare subito occupazione".

La destra repubblicana ha scelto i licenziamenti perchè evidentemente vuole la guerra civile.
E così, il popolo americano, da questa mattina dibatte di politica, si occupa della realtà, argomenta sul proprio futuro, sul significato del liberismo, ormai smascherato nella maniera più impietosa: agenti di colossi finanziari, camerieri e maggiordomi assunti sotto diverse fogge, il cui unico obiettivo consiste nella difesa a oltranza degli interessi di una esigua oligarchia del privilegio e della rendita. A costo di applicare il muoia Sansone con tutti i filistei.E' esattamente ciò che stanno facendo anche in Italia, perchè gli Usa, come è noto, mostrano e segnalano sempre i trend. E' bene saperlo. Penso lo stiano capendo anche i bambini.Se non li mandiamo via al più presto, manderanno loro a casa tutti noi, perchè questa è la strategia dell'Aspen Institute, del club Bilderberg, dei membri della Trilateral.Per tutte queste persone, da Letta a Berlusconi, da Monti a Passera, noi cittadini siamo semplicemente, nè più nè meno, che un danno collaterale.Siamo numeri, non persone.Se non ci facciamo sentire, vedere, e non esibiamo la nostra identità, seguiteranno a pensare che neppure esistiamo.
Che Sansone s'arrangi e crepi sotto le macerie.
Peggio per lui che si è fidato di Dalila e si è fatto tagliare i capelli.
Non è colpa nostra.

Quindi, il conto, non lo paghiamo noi: è bene spiegarlo a chiare lettere.

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