lunedì 30 aprile 2012

Beagle di Green Hill: una squadra speciale per combattere l’”uomo-bestia”



BRESCIA / (di Lucia Mari) E’ come sparare sulla croce rossa. Voglio dire che allevare dei cani beagle per destinarli alla vivisezioni è una scelta vigliacca: sì, perché questa razza ha un carattere docile, arrendevole della serie “fate di me quello che volete”. E ben sappiamo cosa fa la vivisezione: pratica incivile che coinvolge altri animali con la sola colpa di essere animali. Non entro nel merito di qualcosa che fa inorridire: bene dunque il blitz che c’è stato in un lager di Montichiari, in provincia di Brescia. Certo,il problema non  si é risolto, perché devono intervenire le istituzioni: quindi il grottesco è che i colpevoli sono soltanto i responsabili di questa invasione. In una parola, gli animalisti ai quali va il merito di avere salvato 25 cuccioli ma, contemporaneamente, gli stesso animalisti subiranno le conseguenze della coraggiosa iniziativa. Eppure, mi chiedo (comunque senza riuscire a darmi risposta), ci sarà pur qualcuno avverso a tanta atrocità, capace di riportare  ordine a un disordine mentale che, credo, non possa appartenere a un essere umano.
Perché questi cani sono sottoposti ad atrocità inimmaginabili: curioso, mi viene in mente San Francesco che “parlava” agli uccelli e poi Sant’ Antonio Abate, protettore del porcello e, ancora, San Sebastiano che ha curato le sue piaghe con l’aiuto di un cane.  E già che siamo in Paradiso e dintorni, rammento ciò che, a proposito degli animali, sosteneva il mai dimenticato Giovanni Paolo II : ”Non dimenticate mai che gli animali sono animati da un soffio divino”.  E visto  che siamo in area-vip, viene facile ricordare le parole di Gandhi:” La civiltà di un popolo si misura da come trattano gli animali”: inquilini di Green Hill, vi rispecchiate in questa massima?  Ma a nessuno viene voglia di scappare  di fronte a quello che, sadico e vigliacco, può essere definito “l’adempimento del proprio dovere”?  Da non sottovalutare, infine, ciò che ha scritto il francese Emile Zola:” Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà”:allora, come la mettiamo? Quello che si compie nell’oasi bresciana (e in altri luoghi fotocopia) è molto peggio dell’abbandono: assolutamente niente, di fronte a quanto può fare  un umano  nel confronti di questo cane, nato beagle senza colpa. Per combattere l’uomo-bestia ci vorrebbe una squadra speciale: che so, bull terrier in assetto di guerra. Magari con il rinforzo di qualche rottweiler disposti a tutto. Bandita la frase,“quel dottore è un cane”: offende la categoria, non degli uomini, degli animali.
Video precedente blitz da utente “bimbesquatters”

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